Via libera dal consiglio regionale della Liguria, a stretta maggioranza di centrodestra con 16 voti favorevoli e 12 contrari, alla nuova Programmazione triennale del Fondo strategico regionale. Un’ottantina gli interventi suddivisi in nove macro ambiti: ambiente, infrastrutture e trasporti, riqualificazione ed edilizia, cultura, sport, informatica, turismo, entroterra, sviluppo economico. Lo riporta l’Agenzia Dire.
Il provvedimento prevede che gli interventi vengano finanziati nei limiti del bilancio regionale e secondo i cronoprogrammi che verranno presentati dagli enti pubblici proponenti. Inoltre, l’elenco sarà integrabile con ulteriori progetti che potranno essere approvati in seguito dalla giunta regionale. Prevista una riserva di almeno il 20% del totale delle risorse in favore dei Comuni con meno di 5.000 abitanti e quelli delle aree interne.
La minoranza motiva la contrarietà al provvedimento “per le modalità di utilizzo del Fondo strategico: questo sistema di finanziamento è viziato da un’affinità politica tra la Regione e gli enti locali a cui vengono date le risorse, in alcuni casi eclatante“.
Il Pd, in particolare, lamenta una scarsità di trasparenza: “Non si capisce quanti milioni sono disponibili, quanti sono stati vincolati e quanti sono da allocare, soprattutto non è chiaro quali criteri siano stati utilizzati per stabilire la necessità di alcuni interventi e non altri. Il Fondo strategico regionale è diventato un bancomat nelle mani della giunta”. Per il segretario e consigliere regionale del Pd, Davide Natale, si tratta di «una cambiale in bianco alla giunta inaccettabile. È anche una presa in giro delle funzioni del Consiglio regionale. Avete un’idea padronale delle risorse della Regione: non sono vostre, dovete solo amministrarle».
Il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, risponde che «L’unico criterio valido per accedere al Piano strategico è avere un progetto esecutivo pronto e garantire la cantierabilità entro l’anno. Inoltre, la Regione può anticipare i soldi per la progettazione attraverso un fondo rotativo apposito. Non esiste un Comune che abbia progetti con queste due caratteristiche e non sia stato finanziato».
Per l’assessore all’Urbanistica, Marco Scajola, la posizione dell’opposizione è frutto di «un pregiudizio politico-culturale, dovuto a una non conoscenza del Fondo strategico e delle richieste dei territori. Tutti i Comuni hanno la possibilità di accedere alle risorse: abbiamo sostituito un sistema in cui era la giunta che decideva a chi dare i soldi e a chi non darli».
L’assessore aggiunge che «dal 2017 con il Fondo strategico regionale sono stati investiti sul territorio oltre 400 milioni per più di 500 interventi, anche laddove ci sono state mancanze di risorse nazionali».
Il suo collega con delega alle Infrastrutture, Giacomo Giampedrone, sottolinea l’importanza del fondo «per programmi di visione e recuperare interventi che non sono riusciti a trovare spazio nei programmi di protezione civile». Quanto alla scelta dei progetti da finanziare, aggiunge che «abbiamo voluto inserire un database in cui tutte le amministrazioni della regione possono inserire i loro progetti infrastrutturali e c’è un fondino regionale che aiuta anche a fare i progetti. Sfido chiunque a dire che se un’amministrazione è di centrosinistra noi non finanziamo un progetto esecutivo. Il metodo di lavoro è chiaro e lineare con le amministrazioni che hanno progettualità».
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