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Innovazione biotech e più fondi negli studi clinici: la Commissione Ue presenta la sua strategia per le life science


“In Europa gli studi clinici richiedono più tempo che altrove nel mondo. In alcuni casi parliamo di anni; quando siamo competitivi, di circa 200 giorni. È chiaro che serve fare qualcosa a riguardo: dobbiamo mandare un segnale a chi vuole rimanere qui per innovare e investire di più. Anche perché, di solito, le aziende producono lì dove hanno svolto i trial”.

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Parola del commissario europeo alla Salute e al Benessere animale Olivér Varhelyi, che insieme alla collega titolare di Startup, Ricerca e Innovazione Ekaterina Zaharieva, ha presentato mercoledì 2 luglio la nuova strategia dell’Ue per le Life Sciences, tra le priorità indicate da Ursula von der Leyen nel programma del secondo mandato. Non si tratta di un provvedimento legislativo, ma di un programma di lavoro a tappe serrate, ispirato all’imperativo competitività inquadrato dai report di Mario Draghi ed Enrico Letta. L’obiettivo dichiarato è fare dell’Europa la leader mondiale nelle life sciences entro il 2030.

I numeri delle scienze della vita

Le scienze della vita, tra i principali settori dell’Ue in termini di export e di surplus commerciale, generano un valore aggiunto di quasi 1.500 miliardi di euro e sostengono 29 milioni posti di lavoro in tutta l’Unione, spiegano dalla Commissione, dove sottolineano come l’Ue si piazzi seconda a livello planetario per numero di brevetti depositati nel campo della farmaceutica e delle tecnologie mediche.

Eppure, dicono a Bruxelles, “benché il nostro continente possa contare su una solida base scientifica, rischia di perdere terreno rispetto ad altri attori globali nella trasformazione della ricerca in soluzioni concrete”.

L’agenda politica

Guardando all’agenda politica, Varhelyi si è impegnato a monitorare da vicino l’attuazione del regolamento sui trial clinici e ad accelerare sulla presentazione di uno “European Biotech Act”, che non è escluso possa contenere interventi di semplificazione settoriali.

Una consultazione pubblica è prevista per fine anno, mentre la bozza normativa è stata finora calendarizzata per il 2026, anche se in conferenza stampa a Bruxelles il commissario alla Salute ha indicato la volontà di “procedere più rapidamente”. L’intento è “creare un quadro regolatorio più favorevole all’innovazione nei diversi comparti delle biotecnologie”.

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L’impegno della Commissione per l’industria del settore

In attesa del prossimo bilancio pluriennale, che l’esecutivo Ue svelerà il 16 luglio prossimo e che sarà operativo dal 2028, la Commissione si impegna a far leva sulle risorse esistenti a sostegno delle industrie del comparto.

Tra le principali iniziative annunciate dalla Commissione:

  • Sarà elaborato un piano europeo di investimenti per facilitare il finanziamento di studi clinici multinazionali e potenziare le infrastrutture di ricerca clinica a livello europeo. L’approccio è quello “One Health”, con la mobilitazione, tra 2026 e 2027, di fino a 100 milioni di euro per soluzioni basate sul microbioma, a valere sul programma Horizon Europe, il fondo dedicato alla ricerca.
  • Altri 250 milioni saranno destinati a tecnologie trasversali per lo sviluppo di nuovi prodotti industriali sostenibili, tra cui molecole innovative, materiali avanzati e metodologie di produzione più efficienti.
  • 300 milioni di euro arriveranno da Horizon Europe e EU4Health per incentivare gli appalti pubblici in ambiti come l’adattamento ai cambiamenti climatici, i vaccini di nuova generazione e le soluzioni oncologiche accessibili.
  • Saranno istituiti un gruppo di coordinamento per le scienze della vita per il dialogo con industria e società civile, un’interfaccia digitale per facilitare l’incontro tra startup, imprese e investitori, e una rete di centri europei di eccellenza dedicati ai medicinali per terapie avanzate, con l’obiettivo di rafforzarne lo sviluppo e la diffusione, a partire dalle realtà già esistenti.

Un piano per attrarre talenti

La strategia si inserisce nel quadro di “Choose Europe”, il piano per attrarre talenti scientifici da tutto il mondo lanciato a maggio da von der Leyen, nel corso di un evento dalla Sorbona di Parigi, in concomitanza con la parallela crociata anti-università del presidente Usa Donald Trump. “Vogliamo che le startup e le aziende del settore delle scienze della vita scelgano l’Europa”, ha sottolineato Zaharieva: “Questo non solo migliorerà la qualità della vita degli europei, ma renderà anche il nostro continente un luogo più attrattivo e competitivo per le aziende delle life sciences, favorendo investimenti, innovazione e crescita”.



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