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Intesa Sanpaolo e Confindustria, stanziati €14 mld per rafforzare la competitività e la produttiva delle imprese del Lazio


Si è svolto oggi a Roma l’incontro territoriale di presentazione del nuovo Accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese italiane annunciato a inizio anno dal Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e da Carlo Messina, Consigliere Delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo. Il programma nazionale congiunto mette a disposizione 200 miliardi di euro fino al 2028, di questi 14 miliardi sono dedicati alle imprese del Lazio, per rilanciare lo sviluppo del sistema produttivo e cogliere le opportunità di Transizione 5.0 e I.A., integrando così le risorse già stanziate dalla Banca per la realizzazione degli obiettivi del PNRR.

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Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, e Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, hanno evidenziato le peculiarità delle nuove misure messe in campo e si sono confrontati con gli imprenditori laziali su robotica, digitalizzazione e intelligenza artificiale quale leva di stimolo per la crescita in termini di connettività e competitività del tessuto economico.

Sono state presentate inoltre misure ad hoc per favorire il supporto a nuovi insediamenti produttivi, all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti e agli investimenti nel settore energetico, sostenendo così l’attrattività dei territori italiani con posizione strategica per le rotte e gli interscambi internazionali.

Un Partenariato Consolidato dal 2009

Il protocollo nazionale presentato oggi consolida e rinnova la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria avviata nel 2009, che, grazie a un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi di euro in quindici anni, ha contribuito a evolvere il rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle PMI e delle industrie mature anche nelle fasi più complesse.

Tale supporto è stato declinato in numerose iniziative congiunte che, anche attraverso le garanzie governative attivate nelle fasi critiche, hanno consentito di sostenere con nuovo credito decine di migliaia di imprese e prevalentemente PMI, struttura portante del Made in Italy nel mondo.

Le Novità del Nuovo Accordo

Le novità riguardano:

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  • gli investimenti in nuovi modelli produttivi evoluti ad alto potenziale con particolare attenzione ad Aerospazio, Robotica, Intelligenza Artificiale e Scienze della Vita

  • l’accelerazione della transizione sostenibile in linea con il Piano Transizione 5.0, dei processi innovativi ad alto contenuto tecnologico, dell’economia circolare verso un bilanciamento energetico ottimale tra fonti energetiche sostenibili

  • l’impatto in ricerca e innovazione, favorendo la nascita e lo sviluppo di startup e PMI ad alto contenuto tecnologico anche attraverso soluzioni finanziarie e servizi dedicati

  • piano per l’Abitare Sostenibile, per facilitare la mobilità e l’attrazione dei talenti nell’industria italiana

  • la crescita delle imprese del Sud attraverso la valorizzazione della ZES Unica del Mezzogiorno

Dichiarazioni

Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo:
“La transizione digitale e l’intelligenza artificiale rappresentano certamente delle opportunità di crescita e sviluppo per l’economia del Paese, ma per coglierle è importante mantenere centrale capitale umano e formazione. Per questo sarà fondamentale aumentare le assunzioni dei giovani nelle aziende, provvedere a programmi di formazione e specializzazione, garantire il loro welfare a beneficio del Paese. Il Gruppo Intesa Sanpaolo sta guardando con attenzione a quelle aziende che investono in nuove tecnologie e creano nuovi posti di lavoro: intendiamo contribuire con le nostre politiche di credito alla crescita della loro competitività e produttività, ma anche al supporto di nuova occupazione”.

Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria“In un contesto geopolitico segnato da profonde tensioni e molteplici fronti aperti nel commercio globale, l’industria italiana deve manifestare visione strategica e determinazione. Oggi più che mai è necessario calibrare le risposte su scala nazionale ed europea, ponendo al centro competitività, sicurezza energetica e coesione sociale. Serve coraggio e lungimiranza nell’adozione di misure strutturali per famiglie e imprese. Proprio per questo stiamo lavorando a un Piano Industriale Straordinario fondato su tre leve: stimolo degli investimenti, rilancio della competitività e creazione di un contesto attrattivo. In quest’ambito, proporremo interventi tesi a mobilitare il risparmio delle famiglie e degli investitori istituzionali verso il sistema produttivo domestico, per assicurare crescita e benessere per tutti. E il nuovo Accordo con Intesa Sanpaolo si inserisce nel solco come sostegno concreto per affrontare le sfide della transizione digitale e green, ma anche per valorizzare il nostro capitale industriale. In questa prospettiva anche il Piano per l’Abitare Sostenibile promosso da Confindustria rappresenta un altro pilastro essenziale. Non è solo una risposta alla sfida abitativa, ma un volano per rendere la filiera produttiva italiana più attrattiva per figure con competenze qualificate – soprattutto giovanili – e favorire un radicamento dei talenti nei nostri territori. Un investimento che parla di futuro, innovazione e comunità”.

Scenario Macroeconomico e Impatti sulla Manifattura

Il contesto attuale è caratterizzato da grande incertezza, legata a tensioni geo-politiche, ai numerosi conflitti in corso e alla discontinuità della politica commerciale statunitense. In particolare, gli sviluppi del conflitto in MedioOriente, in caso di escalation, potrebbero avere impatti significativi sui mercati dell’energia.

Sul fronte dazi, i continui stop-and-go del governo statunitense condizionano l’evoluzione del commercio mondiale. L’impatto sul sistema manifatturiero italiano potrà essere mitigato dalle strategie di diversificazione delle imprese riguardanti i mercati di sbocco dell’export italiano.

La manifattura italiana può contare sulla qualità sempre più elevata delle sue produzioni: i valori medi unitari all’export per l’Italia sono cresciuti annualmente del 5,1% nel periodo 2014-2024, più della media UE27 (+4,1%).

Tecnologia, Robotica e Digitalizzazione

Sono cruciali gli investimenti in tecnologia. L’Italia è ben posizionata per le installazioni di robot industriali: secondo il report World Robotics 2023, sono state oltre 500mila le installazioni globali, con l’Italia al sesto posto (oltre 10mila nuove installazioni), segnale di un buon livello di automazione e adesione alla rivoluzione 4.0.

L’analisi mostra una maggiore diffusione del cloud computing in Italia (oltre il 60% delle imprese con almeno 10 addetti) rispetto alla media UE27 (45%). Seguono i software gestionali ERP, CRM, Business Intelligence (57,8% in Italia, contro il 56,8% europeo).

Ancora contenuto invece l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: 8% delle imprese italiane contro una media UE del 10,6%. Il dato è in crescita e destinato ad aumentare. Miglior posizionamento per il settore elettronica (16%), mentre è in ritardo il sistema moda (4,6%). Emergono differenze maggiori tra Italia e UE nei settori a medio-alta tecnologia (elettronica, trasporti, meccanica, elettrotecnica).

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Indagine su 1.500 Imprese Italiane – Innovazione e Impatti

Da un’indagine condotta da Intesa Sanpaolo con BI-REX e SMACT su 1.500 imprese emerge che:

  • I principali obiettivi raggiunti sono efficientamento dei processi produttivi, in particolare automazione, monitoraggio tramite sensori, aumento della velocità produttiva

  • Vantaggi anche in innovazione, risparmio energetico e sicurezza lavorativa

  • Robotica e analisi dati sono le tecnologie più adottate

Le imprese con intensità digitale e green medio-alta mostrano migliori risultati in crescita del fatturato, valore aggiunto per addetto più alto (86mila euro vs 76mila), profilo innovativo strutturato, uso di più tecnologie, sostenibilità ambientale.

Oltre il 45% delle imprese prevede investimenti in R&S nei prossimi anni, anche per nuovi prodotti e digitalizzazione, accompagnati da investimenti nel capitale umano (assunzioni e formazione).

Va vinta la sfida dell’accompagnamento generazionale: la propensione a investire in tecnologia aumenta se nel board aziendale è presente almeno un amministratore con meno di 40 anni.





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