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PwC, primo semestre 2025: l’M&A si avvicina ai minimi storici


Non è un momento felice per il mercato M&A, che si avvicina al minimo storico dell’ultimo decennio: continuando a questo ritmo, infatti, il 2025 si chiuderà con 46mila operazioni a livello mondiale e meno di 1.300 a livello italiano. Lo evidenzia la ricerca PwC Global and Italian M&A Trends Mid Year ‘25 Outlook di PwC, che fotografa l’andamento del mercato M&A in Italia e nel mondo analizzando i dati raccolti nei primi 5 mesi del 2025.

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Gli highlights

Sono calati i volumi delle operazioni di M&A nei primi 5 mesi del 2025, segnando un -9% a livello mondiale e un -14% in Italia. Sono però aumentano i valori, con un +13% a livello mondiale, grazie ai mega deals superiori al miliardo di dollari (+18%) e ai 5 miliardi di dollari (+25%). In Italia, in particolare, i valori sono cresciuti del +36%, grazie alle M&A nei Financial Services (OPS MPS / Mediobanca e Mediobanca / Banca Generali). Escludendo il settore Financial Services, il calo sarebbe del -18% a volumi e -47% a valore.

L’incertezza, una costante

Dopo il cauto ottimismo e la ripresa delle operazioni di M&A a inizio anno, il senso di incertezza generalizzato e il timore di ulteriori turbolenze di mercato si sono dimostrati più problematici del previsto. Le comunicazioni relative ai dazi, l’intensificarsi dei conflitti e il protrarsi di elevati tassi di interesse a lungo termine negli Stati Uniti e nel mercato obbligazionario in Europa hanno reso i mercati finanziari instabili, frenando le valutazioni e l’attività M&A su scala globale.

Il debito pubblico nei Paesi OCSE è previsto aumentare a 59 trilioni di dollari nel 2025, o 85% del PIL, un rapporto quasi doppio rispetto al livello del 2007, prima della crisi finanziaria globale. Un aumento del debito pubblico di tale portata potrebbe creare incertezza nel lungo termine e spingere a un rialzo dei tassi di interesse, agendo da ulteriore elemento di freno.

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A dire la verità, negli ultimi cinque anni, il mercato delle operazioni di M&A è stato caratterizzato da continue turbolenze. Dallo shock iniziale della pandemia del Covid-19, che ha portato l’attività M&A ai minimi, si è passati ai livelli record degli anni successivi, seppur con tassi d’interesse più alti e uno scenario geopolitico e normativo instabile che hanno contribuito a creare una situazione di incertezza strutturale. L’allocazione degli investimenti, tra CapEx a servizio della crescita organica e M&A per accelerarla,sta diventando una decisione sempre più complessa, con un’ulteriore spinta su acquisizioni di competenze in innovazione tecnologica e infrastrutture digitali a supporto della crescita dell’AI.

Il ruolo dei fondi di private equity

I disinvestimenti degli operatori di private equity sono in una fase di stallo. A marzo 2025, le analisi PwC calcolano più di 30mila aziende in portafoglio agli operatori di private equity a livello mondiale, il 47% delle quali acquisito da almeno 5 anni.

Nel primo trimestre del 2025, PwC registra 903 exit a livello mondiale (+83 sullo stesso periodo del 2024), con un aumento non sufficiente a invertire il trend. In Italia, al 31 dicembre 2024 (ultimo dato disponibile) la situazione è apparentemente migliore, con 308 investimenti con vintage superiore a 5 anni su 1.043 società in portafoglio di fondi di Private Equity (escludendo gli operatori regionali con investimenti inferiori a 1 milione di euro e le start up con fatturato inferiore a 1 milione di euro).

In risposta a una fase di mercato particolarmente complessa, i fondi di private equity hanno adottato soluzioni innovative per garantire flessibilità e continuità negli investimenti. Tra queste, si segnala lo sviluppo di un mercato secondario per le società in portafoglio, attraverso la creazione di continuation funds. Questi strumenti consentono ad alcuni investitori di liquidare la propria posizione, offrendo al contempo ad altri la possibilità di mantenere l’investimento e beneficiare di potenziali rialzi futuri. Parallelamente, si registra un crescente interesse verso il private debt, con l’avvio di nuovi fondi dedicati al finanziamento diretto delle imprese.

Calano i volumi dell’attività M&A nei primi 5 mesi del 2025

In questo scenario turbolento, l’attività M&A continua, seppur con un calo nei volumi pari al 9% nei primi 5 mesi dell’anno a livello mondiale (-9%) e ancora più accentuato in Italia (-14%). Proseguono le operazioni con target le aziende con focus regionale o nazionale nel comparto dei servizi e nei settori meno esposti ai dazi, con buoni fondamentali e prospettive di generazione di cassa.

Agli attuali ritmi, PwC stima che il volume totale delle transazioni per il 2025 potrebbe scendere sotto a 46mila operazioni a livello mondiale, raggiungendo così il livello minimo in oltre un decennio, e sotto a 1.300 a livello italiano. In termini di controvalore, nel periodo considerato si registra un aumento del 13% a livello globale, trainato dalle operazioni di valore superiore a 1 miliardo (+18%) e a 5 miliardi di dollari (+25%).

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Anche in Italia il calo a volumi (-14%) si accompagna a un aumento a valore del 36% essenzialmente riconducibile ad alcune operazioni nel settore Financial Services (OPS MPS / Mediobanca e Mediobanca / Banca Generali nei primi 5 mesi 2025 vs OPA Unicredit / BPM nei primi 5 mesi 2024). Escludendo il comparto dei Financial Services, il calo a volumi nazionale sarebbe del 18% e a valore del 47%, con una riduzione del numero di operazioni con valore superiore a 500 milioni di dollari da 15 a 10.

Queste includono: le ops di MPS su Mediobanca, di Mediobanca su Banca Generali e di BPER Banca Popolare di Sondrio nei Financial Services; gli investimenti di minoranza in Enilive da parte di KKR e in Eni Plenitude da parte di Ares Alternative in Energy & Utilities; l’acquisizione di Versace da parte di Prada nel Consumer e di una quota incrementale del 15% in TIM da parte di Poste Italiane nel TMT.

Sono inoltre incluse le acquisizioni annunciate da Snam e MFE in Germania, Prysmian in US, Generali in Francia, Saipem in UK.

Multipli M&A

Dal terzo trimestre del 2023 fino alla fine del 2024, i multipli Enterprise Value / LTM EBITDA (ossia EBITDA degli ultimi 12 mesi precedenti all’annuncio delle operazioni) hanno invertito la tendenza al ribasso osservata dai massimi del periodo immediatamente successivo al COVID-19. Con l’eccezione di un leggero calo nel secondo trimestre del 2024, i multipli sono aumentati costantemente fino a raggiungere un picco mediano di 14.3x a settembre 2024 (valore mensile più alto da settembre 2021), per scendere a 10.8x, circa il 14% in meno rispetto ai livelli visti nel quarto trimestre del 2024, in considerazione dell’attuale situazione di incertezza.

Nel biennio 2020–2022, le operazioni di M&A con un valore superiore a 1 miliardo di dollari si distinguevano per multipli medi circa del 25% superiori rispetto alla media di mercato. Questo premio rifletteva la percezione che le aziende di maggiori dimensioni fossero meglio attrezzate per affrontare shock sistemici e potessero recuperare più rapidamente la crescita. Tuttavia, a partire dal 2023, questo divario si è quasi completamente annullato: i multipli mediani per le operazioni oltre il miliardo sono oggi solo del 2% superiori alla media. Al contempo, è aumentata la volatilità: nel secondo trimestre del 2025, questi multipli risultano inferiori del 37% rispetto al picco registrato nel terzo trimestre del 2021, mentre i multipli medi dell’intero mercato si sono ridotti del 17% rispetto al proprio massimo, raggiunto nel secondo trimestre del 2021.

Nel periodo analizzato da PwC, i premi di controllo applicati alle operazioni di maggiore dimensione si sono mantenuti stabili intorno al 30%. Il calo osservato nel secondo trimestre del 2025 suggerisce una diminuzione più marcata dei prezzi per le aziende di grandi dimensioni, potenzialmente collegata alla loro maggiore esposizione al rischio tariffario, in quanto spesso attive su scala internazionale.

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Guardando alla seconda metà del 2025, un eventuale allentamento della politica monetaria e una riduzione delle tensioni geopolitiche potrebbero favorire una moderata ripresa delle valutazioni di mercato.

I settori

La ricerca PwC evidenzia che a livello mondiale, aerospace & defence, chimica, wealth management e utilities sono i settori che registrano una crescita nei volumi e nei valori delle transazioni. Al contrario, consumer goods, farmaceutico, automotive e beni industriali mostrano cali significativi.

Automotive, manifatturiero e farmaceutico sono tra i settori più esposti all’aumento delle barriere commerciali, con conseguente calo delle attività di M&A. Il settore farmaceutico sta inoltre affrontando una triplice sfida: dalle proposte di riforma dei prezzi dei farmaci negli Stati Uniti, all’incertezza regolatoria e alle tariffe transfrontaliere. La difesa sta attirando un crescente interesse, sostenuta da budget di spesa più elevati. Il comparto dei servizi (servizi ICT, servizi professionali e di asset management) con modelli asset-light e flussi di cassa stabili offre valutazioni crescenti.

A livello italiano, tutti i settori hanno registrato un calo volumi nei primi 5 mesi del 2025, in particolare il settore industriale e automotive (-29%). Solo il comparto Health Industries (farmaceutico e sanitario) e il settore tecnologico si mantengono stabili con i dati dei primi mesi 2024.

Inbound vs. Outbound e tipologia di investitore

Contabilità

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Il calo complessivo dei volumi del 14% in Italia è attribuibile alla riduzione del 18% delle operazioni sul mercato domestico che è stata solo in parte mitigata dall’aumento delle acquisizioni da parte di investitori italiani all’estero. Negli investimenti all’estero si sono distinti operatori strategici con elevata liquidità, capaci di cogliere opportunità interessanti anche in contesti di mercato complessi.

Il calo registrato nelle operazioni domestiche e inbound è risultato più accentuato per i deals sostenuti da investitori finanziari, con una contrazione del 22%, rispetto al -14% rilevato per quelli sostenuti da investitori strategici. Si segnalano tuttavia segnali di tenuta, con un lieve incremento delle operazioni da parte dei fondi nei settori Health Industries e Financial Services, e un aumento delle attività degli investitori strategici nel comparto TMT.

IL COMMENTO AI DATI

Emanuela Pettenò (in foto), partner e Markets Deals leader di PwC Italia, commenta: “Gli asset di alta qualità continuano ad ottenere valutazioni elevate, spesso grazie a preemptive offers o situazioni fuori processo, mentre quelli di qualità inferiore incontrano maggiori difficoltà. In un contesto geopolitico e tariffario complesso, è fondamentale analizzare la customer base e la supply chain per identificare rischi e opportunità, scegliendo con attenzione i settori e segmenti su cui puntare. Collegare gli investimenti ai macro-trend di lungo termine — come la trasformazione tecnologica, il cambiamento climatico e la resilienza della catena di approvvigionamento — è essenziale per costruire un business case solido. La creazione di valore deve partire fin dal primo giorno, con un’esecuzione disciplinata e un’organizzazione agile, pronta a rivedere la strategia quando necessario per massimizzare risultati e gestire l’incertezza”.



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