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Emergenza abitativa a Roma, ecco il Piano Casa 2025: cosa prevede — idealista/news


L’emergenza abitativa a Roma rappresenta una delle sfide più complesse da risolvere, in un mercato immobiliare sempre più frammentato e dai costi mediamente elevati. Tra affitti record e le difficoltà d’accesso alle case popolari, molti cittadini si trovano a dover rinunciare alla Capitale come luogo di vita, nonostante le esigenze di studio e lavoro. Per far fronte a questo problema, Roma Capitale ha varato alcune misure di contrasto, con l’approvazione di un nuovo regolamento all’interno del Piano Casa Roma 2025. Quali sono le iniziative previste, soprattutto per chi si trova in difficoltà economica o sociale?

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Il contesto dell’emergenza abitativa a Roma

Con quasi 3 milioni di abitanti, e un patrimonio storico e immobiliare davvero complesso da gestire, la città di Roma si trova da diverso tempo ad affrontare una forte crisi abitativa, così come accade in molte altre grandi metropoli italiane.

Negli ultimi anni, trovare un’abitazione nella Capitale è diventato sempre più complesso, tanto che diversi fattori hanno contribuito a determinare la situazione attuale:

  • un aumento sensibile dei prezzi medi degli affitti;
  • la crescente precarietà lavorativa;
  • la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie;
  • la carenza di alloggi pubblici.

Secondo recenti stime, servirebbero 95.000 immobili per le famiglie a basso reddito, tanto che sarebbero aumentate le richieste d’accesso alle case popolari. Sarebbero migliaia le domande in lista d’attesa per un alloggio in Edilizia Residenziale Popolare (ERP) e, proprio per far fronte alla grande richiesta, il Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative della Capitale ha sviluppato un nuovo approccio, che mira ad ampliare la stessa portata dell’edilizia pubblica.

Cosa prevede il Piano Casa 2025 a Roma

Allo scopo di limitare la crisi abitativa, l’Assemblea Capitolina ha varato un nuovo regolamento, con nuove misure a sostegno del diritto all’abitazione e un rilancio del Piano Casa. L’iniziativa prevede un sostegno economico da destinare ai cittadini più fragili, sia dal punto di vista economico che sociale, affinché possano calmierare i costi d’affitto. Contestualmente, l’amministrazione comunale acquisirà nuovi alloggi da destinare a case popolari.

Il sostegno economico per l’affitto a Roma

Così come già anticipato, la nuova politica abitativa a Roma prevede l’erogazione di un sostegno economico per l’affitto, destinato ai cittadini più fragili. In base al nuovo regolamento, per affrontare l’emergenza abitativa verranno stanziati:

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  • 3,6 milioni di euro da Roma Capitale;
  • 1,5 milioni di euro dal Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative.

Questi fondi permetteranno di erogare fino a 900 euro al mese, per un massimo di 5 anni, per ridurre le spese d’affitto dei cittadini in difficoltà. Fatto non meno importante, la somma verrà versata direttamente ai proprietari degli immobili, per una maggiore sicurezza per entrambe le parti del contratto di locazione, cioè il locatore e l’affittuario.

Non è però tutto, poiché la misura prevede un sostegno fino a 500 euro mensili per l’affitto di camere singole a canone concordato, una misura introdotta per rispondere alle esigenze di studenti, single e persone in cerca di soluzioni abitative flessibili.

I criteri per l’erogazione del contributo sull’affitto

Come facile intuire, il contributo da 900 euro mensili non è fisso per tutti gli aventi diritto, ma varia in base ai criteri definiti dal dipartimento per l’emergenza abitativa a Roma. In linea generale, per definire l’importo massimo erogabile, potrebbero essere considerati:

  • il reddito familiare, con un contributo proporzionato all’ISEE del nucleo familiare, ovviamente con priorità verso i redditi medio-bassi o altre situazioni di vulnerabilità economica;
  • la composizione del nucleo familiare, con priorità alle famiglie numerose o con minori a carico;
  • le condizioni abitative, ovvero la gravità della precarietà abitativa, valutata con l’aiuto dai servizi sociali su fattori quali situazioni di sovraffollamento o rischio di sfratto;
  • la tipologia di contratto, con un contributo calibrato in base agli accordi da canone concordato;
  • la durata della precarietà, ad esempio situazioni temporanee potrebbero ricevere supporto fino alla loro risoluzione, mentre altre più complesse per tutta la durata dell’iniziativa, pari a cinque anni.

L’obiettivo è anche quello di individuare e gestire le situazioni di precarietà abitativa prima che si trasformino in emergenze, grazie proprio al supporto dei servizi sociali e di psicologi, dei centri d’assistenza messi a disposizione dal Comune e da tutti gli altri simili sportelli per l’emergenza abitativa.

Il bando Casa Popolare Roma 2025 con nuovi alloggi ERP

Non è però tutto: come già accennato, l’erogazione del contributo per gli affitti si affianca a un’altra iniziativa, quella dell’acquisizione di nuovi alloggi da destinare all’edilizia residenziale pubblica (ERP).

Il progetto, all’interno del Bando Case Popolari Roma 2025, prevede l’arrivo entro il 2026 di oltre 2.000 nuovi alloggi per le case popolari. Tali alloggi, distribuiti su tutti i Municipi – con una maggiore distribuzione nel Municipio IV, con circa 500 immobili – saranno destinati alle famiglie attualmente in lista d’attesa, allo scopo di ridurre il più possibile il gap abitativo.

In base ai dati resi disponibili dal sito ufficiale del Comune di Roma, il bando ha permesso l’acquisizione di 1.342 case – di cui 1.061 libere e 281 in fitto passivo – con un contributo significativo di Enasarco, che ha offerto 1.040 immobili. A queste si aggiungono 450 case dell’INPS e nuovi alloggi in costruzione, portando così il totale a 2.000 unità abitative.

Chi può usufruire del Piano Casa Roma 2025

Ma chi può usufruire del Piano Casa Roma 2025, per far fronte all’emergenza abitativa della Capitale? L’attenzione è ovviamente rivolta alle categorie più vulnerabili di cittadini, con requisiti variabili a seconda si riceva il contributo per l’affitto o, invece, si sia in lista per una casa popolare.

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I destinatari del contributo sull’affitto

Come già anticipato, il contributo sull’affitto – per un massimo di 900 euro o, ancora, di 500 euro per le stanze singole – è principalmente destinato:

  • alle famiglie a basso reddito, soprattutto i nuclei che rischiano lo sfratto per difficoltà economiche o precarietà lavorativa;
  • agli studenti in difficoltà che faticano ad accedere a soluzioni abitative sostenibili;
  • ai single e ai giovani, soprattutto fra coloro che affittano stanze singole;
  • alle donne vittime di violenza, che necessitano di un sostegno abitativo per sfuggire a situazioni di pericolo, in linea con il D.L. 34/2020;
  • alle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ in condizioni di vulnerabilità abitativa, perché escluse dai contesti abitativi tradizionali a causa di discriminazioni;
  • alle persone in condizioni di precarietà abitativa, seguite dai centri di assistenza sociale.

I requisiti per l’accesso agli alloggi ERP

Per accedere ai nuovi alloggi acquisiti tramite il Bando Case Popolari, è necessario essere iscritti alle graduatorie ERP del Comune di Roma. In linea generale, la priorità è definita in base alle condizioni reddituali, alla composizione del nucleo familiare e alla precarietà abitativa subita, con particolare attenzione per:

  • famiglie a reddito medio-basso;
  • nuclei familiari numerosi con figli a carico;
  • persone con disabilità;
  • persone anziane.

Per accedere alle graduatorie è necessario presentare la domanda tramite la piattaforma Gebac sul portale di Roma Capitale, autenticandosi con SPID, oppure inviando la documentazione cartacea al Dipartimento Politiche Abitative. Per informazioni ulteriori sulle procedure, si consiglia di contattare gli sportelli e i servizi preposti, sparsi su tutto il territorio della Capitale.



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