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Payback dispositivi medici, l’industria chiede tutele per le Pmi


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payback

03 Luglio 2025

Introdurre una soglia di esenzione per i fatturati più bassi, permettere alle piccole e medie imprese di rateizzare i pagamenti su 24-36 mesi, facilitare l’accesso al credito con garanzie pubbliche e chiarire le modalità di detrazione IVA. Sono queste alcune delle proposte avanzate sul nodo payback


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Introdurre una soglia di esenzione per i fatturati più bassi, permettere alle piccole e medie imprese (PMI) di rateizzare i pagamenti su 24-36 mesi, facilitare l’accesso al credito con garanzie pubbliche e chiarire le modalità di detrazione IVA. Sono queste alcune delle proposte avanzate in audizione alla Commissione Bilancio del Senato da Aforp, Confimi Industria Sanità, Confindustria Dispositivi Medici e Coordinamento Filiera, nell’ambito del confronto sul decreto Economia (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.149 del 30 giugno 2025), e in particolare sul tema del payback 2015-2018 per i dispositivi medici.

Le quattro associazioni, che rappresentano l’intera filiera del settore – dalla produzione alla distribuzione e ai servizi, con una forte presenza di PMI – hanno ribadito l’urgenza di misure correttive che tutelino soprattutto le realtà più vulnerabili dal punto di vista finanziario.

“Le piccole e medie imprese – si legge nella nota congiunta – sono le più esposte, a causa della loro limitata capitalizzazione e liquidità. È dunque indispensabile agire su più fronti: garantire l’esenzione dal payback per i fatturati più bassi, permettere la rateizzazione estesa, sostenere l’accesso al credito con strumenti pubblici, e consentire la compensazione fiscale dei pagamenti già effettuati in eccesso”.

Secondo le sigle firmatarie, oggi le aziende della filiera si trovano a sostenere oltre il 91% del carico complessivo del payback, un peso economico che rischia di compromettere la continuità produttiva e, di conseguenza, la qualità dell’assistenza sanitaria.

Le associazioni si sono dette disponibili a proseguire il confronto con Governo e Parlamento durante l’iter di conversione del decreto, con l’obiettivo di inserire le misure correttive necessarie per salvaguardare la sostenibilità del comparto industriale e l’equilibrio del sistema sanitario.


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