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Siccità, “Sicilia in deficit idrico”. Barbagallo: “Aiuti alle imprese”


Le parole del capo dipartimento della protezione civile. Interviene l’assessore

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ROMA – “Le due isole maggiori, Sicilia e Sardegna, sono al centro del Mediterraneo e sono proprio per questo motivo particolarmente evidenti in un contesto di aumento di frequenza dei fenomeni siccitosi interrotti da brevi periodi con fenomeni alluvionali particolarmente repentini”. Da questi derivano “movimenti franosi che determinano gravi danni alle infrastrutture e agli insediamenti abitativi. Nei casi più gravi anche la perdita di vite umane. Per quanto riguarda il deficit idrico la situazione è particolarmente critica”.

Così il capo del dipartimento della protezione civile, Fabio Ciciliano, in audizione alla Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità.

Ciciliano: “Il deficit idrico è critico”

“A differenza delle altre regioni del territorio dove c’è la possibilità di utilizzare un’interconnessione delle aste fluviali delle diverse regioni, questo tipo di azione, per la conformazione geografica delle isole principali, non è possibile e quindi la problematica legata al deficit idrico è particolarmente evidente – ha spiegato – Questa carenza di risorsa idrica fa sì che sia maggiormente difficoltosa l’azione di presidio del territorio svolta dal settore agricolo, che poi è indebolito dal rapido spopolamento dei territori interni, presente soprattutto nelle isole”.

“Una situazione che, accompagnata agli incendi boschivi – aggiunge ancora – che si registrano sempre con maggiore frequenza, perché la crisi climatica in atto è particolarmente veemente su queste isole principali, rende il territorio maggiormente vulnerabile rispetto ai fenomeni alluvionali e franosi a causa della combustione della vegetazione”.

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Inoltre, Ciciliano ha sottolineato che “la contemporanea presenza del clima siccitoso e dei territori che sono stati oggetto di incendi rendono quel terreno particolarmente vulnerabile al rischio idrogeologico perché risulta più compatto, quindi l’acqua si accumula con maggiore difficoltà”. Un fenomeno che impatta “in due maniere entrambe negative ma differenti: la prima è che l’acqua viene dilavata e quindi non rimane sul territorio.

La seconda è che il dilavamento dell’acqua sul terreno non lo rende particolarmente adatto per fare attività agricola.

Barbagallo: “Aiuti alle imprese”

Un sostegno alle aziende agricole siciliane che nel 2024 hanno subito un danno economico a causa della siccità. Il dipartimento regionale dell’Agricoltura ha pubblicato il decreto di concessione ai 23.062 beneficiari individuati dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). Lo stanziamento ammonta a 35 milioni di euro, risorse della misura 23 del Psr Sicilia 2014-22 “Assistenza supplementare agli Stati membri colpiti da calamità naturali”.

La somma è così ripartita: 18 milioni per il comparto agrumicolo, 11 milioni per l’olivo e 6 milioni per quelli del mandorlo e del pistacchio. Tra pochi giorni si aprirà la finestra temporale nella quale i beneficiari individuati dal decreto di concessione potranno presentare le domande ai Centri di assistenza agricola attraverso il portale Sian.

“Raccogliamo un risultato importante – afferma l’assessore all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo – ottenuto in pochi mesi grazie a una proficua e concreta collaborazione tra il dipartimento regionale e Agea. Un lavoro celere che consentirà ai nostri agricoltori di ottenere un aiuto concreto per i danni subiti dalle calamità naturali del 2024″.
Il beneficio sarà erogato entro il 31 dicembre 2025. L’importo massimo del ristoro per ciascun singolo beneficiario è fissato in 25 mila euro.

La Cisl: “Serve un intervento complessivo”

 “La Sicilia è in pieno deficit idrico, come oggi ha detto in maniera chiara, il capo del dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, nell’audizione in commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità. Per tradurla in termini concreti, questo determina uno stato di vera emergenza anche sul fronte del dissesto idrogeologico e degli incendi, oltre che ovviamente della grave carenza d’acqua. È positivo lo stanziamento nazionale di fondi per i dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani. Ma servono interventi strutturali per evitare di superare la soglia di criticità, ormai prossima”. A dirlo il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, che già nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme sul rischio siccità e desertificazione per la regione.

“Proponiamo nuovamente la realizzazione di interventi urgenti – aggiunge la Piana – quali, per citarne alcuni, la creazione di un piano straordinario di manutenzione e ripristino delle reti idriche esistenti e la soluzione dell’annoso problema della depurazione per consentire il riutilizzo delle acque reflue depurate a scopi irrigui e industriali. Riteniamo però necessario che si lavori anche al futuro, partendo dall’elaborazione di un piano regionale di adattamento ai cambiamenti climatici che includa strategie a lungo termine per la gestione delle risorse idriche, la prevenzione della desertificazione e la protezione della biodiversità. Dobbiamo rilanciare la questione forestale e dei consorzi di bonifica, che sono essenziali per prevenire il dissesto idrogeologico e la cura del territorio. Puntiamo sulla riforestazione, come strumento essenziale di tutela ambientale”.

La Cisl Sicilia sottolinea l’importanza di un “dialogo costante e costruttivo” con il governo regionale e tutte le parti sociali. “Proponiamo l’istituzione di un tavolo permanente sul rischio siccità – afferma La Piana – che riunisca rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali e datoriali, degli enti di ricerca e delle associazioni ambientaliste, per monitorare l’andamento della crisi, valutare l’efficacia delle misure adottate e programmare interventi futuri”.

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