È ufficialmente operativo da oggi il bonus assunzioni di 10.000 euro per le imprese italiane che assumono lavoratori.
La misura, introdotta dal Decreto Legge 45/2025 e convertita con modifiche dalla Legge 79/2025, rappresenta un’importante novità per il settore della ricerca scientifica e tecnologica, sostituendo l’esonero contributivo meno incisivo previsto in precedenza.
La nuova agevolazione fiscale prevede un credito di imposta di 10.000 euro per ogni ricercatore assunto con contratto a tempo indeterminato. Questo incentivo punta a rafforzare la capacità innovativa delle imprese italiane, facilitando l’ingresso in azienda di personale altamente qualificato, come i dottori di ricerca o coloro che abbiano maturato esperienza lavorativa presso università in attività di ricerca, didattica o servizi agli studenti, secondo quanto stabilito dagli articoli 22 e 24 della legge 240/2010.
Il bonus si rivolge dunque a datori di lavoro privati che effettuano assunzioni a partire dal 1° luglio 2025 fino al 31 dicembre 2026, con l’obiettivo di incentivare la stabilizzazione di figure professionali strategiche per il progresso scientifico e tecnologico del Paese.
Questa misura supera la precedente agevolazione prevista dal Decreto Legge 13/2023, articolo 26, che aveva introdotto un esonero contributivo limitato a 3.750 euro annui per un massimo di due anni, una soluzione giudicata poco efficace e pertanto sostituita dal nuovo incentivo più consistente e semplice da utilizzare.
Modalità di richiesta e utilizzo del credito di imposta
Il credito di imposta viene riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sebbene la misura sia già attiva, il decreto attuativo che ne definisce le modalità operative è atteso a breve per permettere alle imprese di fruire pienamente del bonus.
Le aziende beneficiarie potranno utilizzare il credito di imposta entro il 31 dicembre 2026, compensandolo tramite il modello F24. Un aspetto particolarmente vantaggioso riguarda il fatto che questo incentivo non concorre alla formazione del reddito d’impresa né alla base imponibile IRAP, ottimizzando così l’impatto fiscale complessivo per le imprese che investono nel capitale umano altamente specializzato.
Parallelamente al bonus per i lavoratori ad alta specializzazione, sono attivi anche altri incentivi rivolti a specifiche categorie di lavoratori, come il bonus giovani under 35 e il bonus donne, entrambi volti a favorire l’occupazione stabile.
Il bonus giovani, introdotto dal decreto Coesione (D.L. 60/2024), prevede l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato o per la trasformazione di contratti a termine in contratti stabili, rivolto a giovani con meno di 35 anni che non abbiano mai avuto un impiego a tempo indeterminato. L’incentivo è valido fino al 31 dicembre 2025 e può arrivare fino a 500 euro mensili, con un aumento a 650 euro nelle regioni della Zona Economica Speciale (ZES) del Mezzogiorno.
Il bonus donne, invece, sostiene l’occupazione femminile stabile con un esonero contributivo fino a 650 euro mensili per un massimo di 24 mesi, destinato a donne prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi nelle regioni ZES o da almeno 24 mesi in tutto il territorio nazionale. Entrambe le misure non sono cumulabili con altri esoneri contributivi, ma sono compatibili con la maxi deduzione del 120% prevista per le nuove assunzioni.
Il quadro normativo e le prospettive
Il Decreto Legge 7 aprile 2025, n. 45, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha introdotto queste disposizioni urgenti in materia di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026, inserendo il bonus assunzioni tra gli strumenti chiave per rilanciare il sistema produttivo italiano.
Il legislatore ha così voluto coniugare la necessità di sostenere la ricerca e l’innovazione con l’obiettivo di aumentare l’occupazione stabile e qualificata, offrendo un supporto concreto alle imprese che investono nel capitale umano.
L’attesa del decreto attuativo da parte del MUR e del MEF è ora rivolta a chiarire le modalità operative per accedere al bonus e facilitarne la fruizione da parte delle aziende, affinché questa misura possa tradursi in un reale stimolo all’assunzione di figure professionali strategiche per lo sviluppo nazionale.
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