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AFRICA/KENYA – La “Via kenyana” all’Intelligenza Artificiale


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di Cosimo Graziani

Nairobi (Agenzia Fides) – A marzo il Kenya ha presentato la sua strategia nazionale per l’intelligenza artificiale (AI). La “Kenya AI Strategy 2025-2030” mira a fare del Kenya un Paese all’avanguardia nello sviluppo e nell’utilizzo dell’IA in tutto il Continente. La strategia punta a garantire la difesa degli interessi nazionali attraverso la sovranità dei dati, un rafforzamento delle cybersicurezza del Paese e uno progresso nella gestione degli strumenti tecnologici secondo criteri eticamente appropriati. La strategia è stata redatta dal governo, ma alle sue spalle c’è stato un minuzioso lavoro che ha coinvolto anche le aziende private, il mondo accademico, comunità locali e partner internazionali, tanto che alla presentazione del progetto hanno partecipato anche l’ambasciatrice dell’Unione Europea e i rappresentanti dell’Ambasciata tedesca in Kenya.

L’uso che il Kenya vuole far della tecnologia è ampio: nelle intenzioni del governo, l’IA deve essere applicata a settori quali l’agricoltura, la sicurezza, la sanità, l’istruzione. La strategia si basa su tre pilastri e su quattro tematiche per l’implementazione. Il primo pilastro riguarda le infrastrutture digitali per l’adozione dell’IA: il Kenya punta a rafforzare le capacità di elaborazione dei dati, estendere la connettività a banda larga, creare centri di sviluppo e ricerca dedicati esclusivamente all’IA. Il secondo pilastro si concentra sulla governance dei dati e dell’IA: in particolare il governo kenyano vuole concentrarsi sullo sviluppo di politiche e regolamentazioni per salvaguardare e gestire privacy e la sicurezza nell’uso dell’Intelligenza artificiale. Il terzo pilastro invece si focalizza sull’innovazione attorno all’IA: nel dettaglio, in questo pilastro il governo sosterrà startup e imprese che si impegneranno nel settore attraverso fondi e l’accesso agevolato al mercato.

Per quel che concerne le quattro tematiche, queste sono: lo sviluppo dei talenti, la governance, gli investimenti e l’applicazione etica della tecnologia. Nel primo caso la strategia del governo passa per il miglioramento delle competenze, le quali verranno guadagnate attraverso programmi di formazione specifici, mentre per il secondo tema si punta sulla ricerca e sull’innovazione. La terza tematica è forse la più interessante, perché riguarda lo sviluppo della collaborazione con enti e partner stranieri, già attestata dalla presenza di soggetti stranieri in occasione del lancio della strategia. Infine la quarta tematica riguarda le ricadute sociali che questa tecnologia può avere; in un Paese come il Kenya, dove l’età media della popolazione è attorno ai venti anni, rendere accessibile l’IA a ampie fasce delle giovani generazioni serve anche a evitare che ci siano proteste esplose lo scorso anno e alimentate in buona parte dal malcontento giovanile.

Il Kenya non è l’unico Paese ad aver presentato negli ultimi mesi una strategia simile. A gennaio anche l’Egitto ha presentato la sua seconda strategia per l’IA. Nel documento egiziano, in maniera analoga al documento kenyano, si specifica come la tecnologia debba essere orientata verso obiettivi sociali per farne uno strumento utile a ampie fasce della popolazione; inoltre anche l’Egitto, come il Kenya, punta a diventare un punto di riferimento continentale nello sviluppo dell’IA.

Le strategie nazionali vanno inserite all’interno dell’Agenda 2063 dell’Unione Africana (UA) e della strategia per l’Intelligenza Artificiale che l’organizzazione africana ha pubblicato lo scorso anno. All’interno di questa agenda 2063, pubblicata nel 2013, l’IA può giocare un ruolo importante per lo sviluppo dell’intero Continente, attraverso un approccio orientato verso lo sviluppo inclusivo. In questo caso la strategia dell’organizzazione africa si sviluppa attorno a cinque aree: i benefici per la popolazione; l’attenzione ai rischi collegati all’uso dell’IA, in particolare in merito alla governance e ai diritti; l’aumento della cooperazione internazionale e regionale nel settore; l’aiuto alle imprese locali per investimenti nel settore; la capacità dei Paesi membri dell’organizzazione di costruire infrastrutture adatte alla tecnologia. La scommessa da verificare è se tutto il Continente potrà approfittare in maniera appropriata delle possibilità di sviluppo diffuso connesse all’AI. O se l’uso dell’AI finirà per accentuare le sperequazioni sociali e economiche tra elite oligarchiche e masse fatalmente destinate a combattere ogni giorno con le conseguenze dello sfruttamento e del sottosviluppo. (Agenzia Fides 4/7/2025)



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