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Artigianato tra luci e ombre: i servizi tengono, la manifattura fatica


DATI – Per la prima metà dell’anno, l’Osservatorio Ebam registra una lieve ripresa degli investimenti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione e un aumento della stabilità tra le imprese. Calzature, pelletterie e lavorazioni metalliche restano in sofferenza. Previsioni prudenti anche per il secondo semestre

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Da sinistra Leonardo Bartolucci, Riccardo Battisti e Cinzia Marincioni

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Un primo semestre 2025 in chiaroscuro per l’artigianato marchigiano con dipendenti. Se i servizi reggono il colpo, la manifattura continua a navigare in acque turbolente. È quanto emerge dall’Osservatorio dell’artigianato delle Marche, promosso da Ebam – Ente bilaterale artigianato Marche, che ha analizzato la congiuntura economica dei primi sei mesi dell’anno e le previsioni per il secondo semestre.

La tendenza negativa non accenna a invertirsi, anche se si registra un lieve miglioramento rispetto ai periodi precedenti. In particolare, la dinamica congiunturale risulta generalmente meno sfavorevole all’aumentare delle dimensioni delle imprese, in particolare per le aziende con più di 16 addetti anche se i casi di diminuzione dell’attività sono sempre meno frequenti. Invece di aumentare quelli di miglioramento, aumentano quelli di stabilità. Nonostante il contesto difficile, aumenta il numero di imprese costrette a concedere dilazioni nei pagamenti ai propri clienti, un segnale di fragilità nella catena economica. Si assiste, tuttavia, anche a una maggiore stabilità per il comparto dei servizi, dove due terzi delle imprese si dichiarano in una situazione stazionaria. Al contrario, meno della metà delle imprese manifatturiere può dirsi stabile, con un saldo negativo del -19% tra miglioramento e peggioramento.

Tra i settori produttivi, solo la meccanica complessa (macchine e attrezzature) mostra una prevalenza di casi in aumento rispetto a quelli in calo. All’opposto, le lavorazioni metalliche, le calzature e le pelletterie restano i comparti più in difficoltà. Nei servizi, invece, si registrano segnali positivi nei servizi alla persona, nella riparazione dei veicoli e nei servizi alle imprese. La fotografia tendenziale, confrontando il primo semestre 2025 con lo stesso periodo del 2024, conferma la maggiore sofferenza delle manifatture, mentre nessun settore – né manifatturiero né terziario – registra una prevalenza di aumenti rispetto ai cali.

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A preoccupare è anche l’utilizzo della capacità produttiva, in calo, e la stazionarietà delle ore lavorate, specialmente in settori come tessile e abbigliamento, lavorazioni metalliche e calzature. Solo nel manifatturiero cresce l’impiego di lavoro straordinario, passato dal 19% al 21,7% delle imprese coinvolte. Nei servizi, il fenomeno resta marginale, sotto la soglia del 10%.

Sul fronte degli investimenti, si registra una cauta ripresa: «L’aumento degli investimenti torna a crescere seppur debolmente coinvolgendo ora il 18,1% delle imprese con dipendenti contro il 17,4% del semestre precedente e concentrata in tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict): dal 16,5% del II semestre 2024 passa al 18,9% del I semestre 2025». Anche il clima di fiducia per la seconda metà dell’anno sembra leggermente migliorare. La fase di peggioramento nell’equilibrio congiunturale si alleggerisce lievemente con il primo semestre 2025: la curva del saldo tra casi di aumento dell’attività e casi di diminuzione resta in area negativa ma ritorna a salire. Le previsioni vedono un rafforzamento della stabilità, prevista per il 67,3% delle imprese, il valore più alto mai registrato.

Nel dettaglio, le aspettative migliori riguardano i servizi, dove la stabilità è prevista dal 77,9% delle imprese, mentre nella manifattura il dato scende al 60,9%. E non mancano i segnali d’allarme. La condizione prevista più difficile tra i settori manifatturieri continua ad essere quella del settore calzature-pelletterie con il 35,4% delle imprese in calo di attività, seguito dalle altre manifatture e dalle lavorazioni metalliche e prodotti in metallo. Sul fronte del credito, calano i casi di disinteresse nell’accesso ai finanziamenti bancari, segno di un’attenzione crescente alla competitività, anche se le intenzioni di investimento previste per la fine dell’anno scendono al 10,6%, in deciso calo rispetto al primo semestre.

Tra i comparti più attivi sul fronte degli investimenti futuri ci sono la ristorazione (26,1%) e la meccanica (25,0%), mentre cala sensibilmente l’interesse negli altri settori. A tracciare il bilancio dell’indagine sono i vertici dell’Ebam.

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«La situazione congiunturale – commenta Riccardo Battisti, presidente Ebam Marche – dimostra una dinamica leggermente in miglioramento, ma ancora molto lontana da una vera e propria inversione di tendenza anche per quanto riguarda il previsionale per il secondo semestre. Il sistema bilaterale dovrà porsi obiettivi strategici innovativi per contribuire attraverso il Fondo Sostegno al reddito regionale al riconoscimento di maggiori contributi per aziende che investono ed innovano prodotti e processi, in sinergia con quanto dovrà prevedere la Regione per permettere di uscire dalla fase di transizione e riagganciare le regioni economicamente più virtuose».

Per Leonardo Bartolucci, vicepresidente Ebam Marche, «la fotografia che ci restituisce il nostro Osservatorio è quella che ci aspettavamo ed è in linea con le precedenti rilevazioni. I dati ci permettono di comprendere l’importanza e il valore dell’artigianato in un contesto delicato e di forte trasformazione come quello che stiamo vivendo. Dall’analisi della congiuntura e della tendenza saremo pronti ad individuare le politiche di supporto ad imprese e lavoratori più opportune da sviluppare». «L’Osservatorio Ebam – conclude Cinzia Marincioni, direttrice Ebam Marche – lo strumento utile per gli stakeholder per definire le politiche di sostegno ad imprese e lavoratori. Lo studio congiunturale prevede l’analisi di 12 settori mediante interviste a 600 imprese aderenti ad Ebam ed analizzati da un team di lavoro di esperti».

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