Tutte le novità di questo mese di luglio per il pagamento del bollo auto 2026
In questo mese di luglio sono state confermate e dettagliate le principali novità vigenti per il bollo auto. Ecco cosa cambia e cosa sapere in questi giorni.
Cosa cambia da quest’anno
Il pagamento avverrà in un’unica soluzione, non sarà più possibile pagare il bollo auto a rate (mensili, semestrali o quadrimestrali). L’importo dovrà essere versato in un’unica soluzione annuale.
La scadenza è personalizzata: per i veicoli immatricolati dal 1° gennaio 2026, la scadenza del bollo sarà legata al mese di prima immatricolazione. Il pagamento dovrà essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo all’immatricolazione e, negli anni successivi, sempre nello stesso mese.
La competenza si conferma regionale: il bollo è un tributo esclusivamente regionale. Le Regioni avranno piena autonomia su aliquote, esenzioni e tempistiche. Il pagamento andrà effettuato nella Regione di residenza del proprietario.
Le auto più vecchie: cosa fare per il bollo
Per le auto già circolanti, i veicoli immatricolati prima del 2026, restano valide le vecchie scadenze e modalità di pagamento, salvo diverse decisioni regionali. Dal 2026 anche i veicoli sottoposti a fermo amministrativo dovranno pagare il bollo auto, eliminando l’esenzione che era prevista fino ad oggi. Nonostante le discussioni, il superbollo per le auto con potenza superiore a 185 kW non viene abolito e resta in vigore almeno per ora.
Le auto elettriche e le altre esenzioni
Confermate le esenzioni per disabili e auto storiche: restano le esenzioni per disabili (con nuovi limiti di potenza dal 2025) e per auto storiche con oltre 30 anni, ma è necessario presentare domanda presso l’Aci o tramite i canali ufficiali.
In molte Regioni, le auto elettriche continuano a godere di esenzione dal bollo per i primi 5 anni dall’immatricolazione.
In Lombardia e Piemonte l’esenzione è permanente. In tutte le altre regioni e province autonome l’esenzione dura generalmente 5 anni (con alcune eccezioni: 8 anni in Valle d’Aosta, 4 anni in Umbria), poi si paga una quota ridotta (di solito il 25% dell’importo normale).
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