Negli ultimi anni, la figura del Credit Manager ha assunto un ruolo sempre più strategico e centrale nel percorso di crescita di un’impresa. Dotato di competenze trasversali, oltre alla gestione del credito, è una figura cruciale per guidare le decisioni aziendali in modo consapevole.
Un tempo confinato nel perimetro dell’analisi e del controllo del rischio, il Credit Manager era considerato principalmente un tecnico.
I suoi principali compiti consistevano nell’analisi dell’affidabilità dei clienti, nel monitoraggio delle esposizioni e nel garantire il rispetto delle politiche creditizie. In altre parole, il Credit Manager era una sorta di “guardiano dei crediti”. Una figura preposta a controllare che tutto fili per il meglio ed evitare brutte sorprese a bilancio.
Oggi, però, il contesto economico globale è cambiato. E con esso, anche il ruolo di questo preziosissimo professionista.
L’incertezza economica, l’evoluzione tecnologica e la crescente complessità dei mercati hanno ridisegnato profondamente le dinamiche aziendali. In uno scenario del genere, la gestione del credito rappresenta un aspetto cruciale per lo sviluppo del business. Come evidenziato da recenti studi, la gestione del credito è un asset strategico che impatta direttamente sulla liquidità, sulla redditività e sulla capacità di investimento di un’impresa. Stando ai dati emersi dal Credit Management Report 2024 di PwC, il 78% delle aziende considera la gestione del capitale circolante un fattore critico di successo, e il ruolo del Credit Manager è centrale in questa prospettiva.
Il Credit Manager, quindi, è oggi diventato a tutti gli effetti un partner aziendale. Non più un mero controllore, ma co-decisore, consulente interno, figura trasversale capace di connettere le esigenze finanziarie con gli obiettivi strategici dell’impresa.
Il “nuovo” Credit Manager è chiamata a gestire non solo l’affidabilità dei clienti, ma anche la relazione con essi, contribuendo alla contrattualistica, alla valutazione finanziaria e alla definizione di strategie di pagamento e recupero crediti. Deve possedere competenze che vanno ben oltre la finanza: comunicazione efficace, problem solving, conoscenza dei mercati internazionali e capacità di mediazione.
Affianca il commerciale nella definizione delle politiche di vendita. Collabora con il marketing per profilare meglio i clienti. Supporta il CFO nella pianificazione finanziaria. Il suo obiettivo è ottimizzare le performance, supportare una crescita sostenibile e migliorare il rapporto rischio/opportunità.
Una ricerca di Dun & Bradstreet ha rivelato che il 65% dei Credit Manager è direttamente coinvolto nelle decisioni strategiche di vendita e negoziazione con i clienti. Non solo per la valutazione del rischio, ma anche per identificare opportunità di business e formulare offerte competitive.
Infine, l’uso di software avanzati e strumenti AI rafforza la sua capacità decisionale, ma richiede una forte cultura dei dati e una solida preparazione tecnica. Non basta conoscere il bilancio: oggi è necessario saper interpretare i segnali del mercato e guidare l’azienda con tempestività.
La trasformazione del ruolo del Credit Manager è anche una grande occasione per le imprese. Laddove il credito viene gestito in modo integrato e proattivo, si riducono i tempi di incasso, si migliorano i flussi di cassa, si evitano insoluti e si creano le condizioni per investire e innovare.
Oggi più che mai, il Credit Manager è una figura chiave per affrontare le sfide dell’attuale contesto economico. La sua evoluzione rappresenta non solo un cambio di funzione, ma una vera e propria rivoluzione culturale all’interno dell’impresa, che posiziona la gestione del credito al centro delle decisioni aziendali più importanti.
Alla prossima!
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