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dal governo una strategia di eutanasia programmata – OrvietoLife


Mentre le comunità locali continuano a impegnarsi con tenacia per garantire servizi, diritti e dignità ai cittadini che vivono nei territori marginali, il nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne 2021–2027 prende atto – senza alcun pudore – che per molte di queste aree l’unica prospettiva possibile è una più o meno dignitosa sepoltura.

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Nel documento ufficiale, all’Obiettivo 4 (pag. 45), si legge testualmente che “un numero non trascurabile di Aree interne si trova già con una struttura demografica compromessa” e che queste aree “non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza”, ma necessitano di “un piano mirato” per “accompagnarle” in “un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento” che sia “socialmente dignitoso”.

Parole gravissime, che suonano come una sentenza di morte pronunciata dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni nei confronti di centinaia di Comuni italiani. Altro che strategia di rilancio: quella che il Governo ci propone è una lucida dichiarazione di resa, una eutanasia demografica e sociale programmata da chi avrebbe invece il dovere costituzionale di garantire equità territoriale e pari opportunità.

Le Aree Interne erano nate come spazi di sperimentazione istituzionale, di partecipazione attiva, di rigenerazione sociale e ambientale. Oggi vengono ridotte a territori da accompagnare – lentamente e silenziosamente – verso la scomparsa. In nome della “razionalizzazione”, si privano i Comuni della possibilità di incidere sulle scelte strategiche. In nome della “semplificazione”, si tagliano risorse, si centralizzano decisioni, si spegne ogni visione territoriale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un progressivo abbandono istituzionale mascherato da efficienza amministrativa.

Invitiamo il Sindaco del Comune di Orvieto, in quanto ente capofila dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano, a farsi promotore urgente di un’iniziativa politica forte e condivisa, che denunci pubblicamente lo stravolgimento della Strategia Nazionale per le Aree Interne e rilanci l’urgenza di una nuova fase di programmazione pubblica, specifica, coraggiosa e partecipata per questi territori.

È tempo di tornare a parlare di diritti fondamentali, di infrastrutture sociali, di nuove economie locali, di coesione territoriale, non di “piani per un declino dignitoso”.

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Si parta dall’Umbria, dai 59 Comuni che rientrano nel perimetro delle aree interne, e da una nuova programmazione regionale dedicata, che superi le pastoie burocratiche e l’incapacità di guardare oltre la prossima scadenza elettorale.

Si parta dall’Area Interna Sud-Ovest Orvietano, area prototipo e primatista, in negativo, per quanto riguarda i dati demografici, per incalzare Governo e Regione con proposte, progetti e mobilitazione dei territori. Il Sindaco Tardani e gli altri sindaci, insieme alle organizzazioni sociali, culturali e imprenditoriali, facciano sentire la propria voce, prendano parola, rompano il silenzio. Perché anche in questo caso – come ammoniva John Donne – la campana suona per tutti.

Le aree interne non chiedono compassione, ma visione. Non vogliono essere accompagnate alla morte, ma messe in condizione di rinascere. E noi non resteremo in silenzio davanti a chi, con tono burocratico e disincantato, decide di spegnere intere comunità.





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