Microsoft annuncia un nuovo round di licenziamenti, che coinvolgerà circa 9.000 dipendenti, pari a quasi il 4% della sua forza lavoro globale. Si tratta della seconda ondata di tagli nel 2025, dopo i licenziamenti di maggio (6.000 dipendenti) e gennaio (circa l’1% della forza lavoro). I tagli interessano diversi reparti, tra cui vendite, ingegneria, marketing, gaming e il middle management. Ufficialmente, Microsoft motiva queste decisioni con la necessità di adattare la propria struttura organizzativa a un mercato in continua evoluzione e di perseguire priorità strategiche, con un ruolo centrale per l’intelligenza artificiale.
La trasformazione AI sta diventando troppo costosa?
Il principale motore di questi cambiamenti è l’investimento record nell’infrastruttura AI: Microsoft prevede di destinare fino a 80 miliardi di dollari in questo esercizio fiscale per espandere i data center e sviluppare servizi basati sull’intelligenza artificiale. Queste spese ingenti mirano a mantenere la leadership tecnologica, ma allo stesso tempo mettono sotto pressione i margini operativi dell’azienda. Di conseguenza, Microsoft sta riorganizzando le risorse, riducendo il numero di manager e automatizzando i processi, anche grazie a strumenti come Copilot.
I licenziamenti non colpiscono solo i ruoli amministrativi e commerciali, ma anche i team di ingegneria, in particolare quelli che lavorano su tecnologie obsolete o su progetti non collegati all’AI. Una quota sempre maggiore del codice sviluppato in Microsoft viene già creata con l’assistenza di strumenti AI.
Questo significa che la rivoluzione AI sta rallentando?
Le azioni di Microsoft non indicano necessariamente un rallentamento della rivoluzione AI, ma piuttosto una trasformazione causata dagli stessi strumenti di intelligenza artificiale.
Gli investimenti continuano a crescere, ma le aziende — inclusa Microsoft — stanno iniziando a ottimizzare il ritmo di espansione delle infrastrutture, passando dalla fase costosa di addestramento dei modelli a una fase più efficiente di implementazione pratica. Microsoft cerca di evitare di sovrainvestire in questa rivoluzione tecnologica, nel caso in cui si riveli meno vasta del previsto.
Il ritmo di adozione dell’AI da parte delle aziende sta rallentando; i dati di mercato mostrano che l’utilizzo dell’AI nelle imprese ha già raggiunto un livello elevato, ma la crescita si è notevolmente attenuata negli ultimi trimestri. I leader di mercato stanno vivendo una fase di stagnazione e i nuovi player fanno fatica a emergere.
Secondo esperti e leader del settore, i “facili” progressi dell’AI sono ormai alle spalle; da ora in poi, serviranno innovazioni di rottura, e non solo maggiore potenza di calcolo o accesso ai dati. Le risorse di dati stanno diventando più limitate e i costi infrastrutturali in aumento.
L’era delle vittorie facili per l’AI si è conclusa. I prossimi progressi richiederanno sforzi più complessi e innovazioni più profonde.
Le azioni della società sono tornate al prezzo di chiusura di ieri, ma restano al di sotto del massimo storico giornaliero di 500 dollari per azione, raggiunto lunedì alla fine di giugno. Dall’inizio dell’anno, le azioni Microsoft hanno guadagnato oltre il 16%, un livello significativamente superiore al Nasdaq 100, che è salito di poco più del 7%.
Fonte: xStation5
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