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17% in più in 2 anni


La Società Italiana di Elettronica (SIE) presenta i primi risultati della campagna di comunicazione avviata nel 2023: l’aumento degli iscritti coinvolge quasi tutti gli atenei italiani, grazie anche alle collaborazioni virtuose con le imprese del territorio

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Pubblicato il 5 luglio 2025

Dopo anni di numeri in calo e preoccupazioni per il futuro del settore, arrivano finalmente segnali positivi per l’ingegneria elettronica italiana: secondo i dati raccolti dalla Società Italiana di Elettronica (SIE), negli ultimi due anni accademici (dal 2022-23 al 2024-25) gli immatricolati ai corsi di laurea in ingegneria elettronica in Italia sono cresciuti mediamente del 17%. Un aumento che riguarda quasi tutti gli atenei, senza distinzioni geografiche o dimensionali, e che segna una inversione di tendenza significativa.

I numeri parlano chiaro: complessivamente si passa da 1.542 immatricolati nell’anno accademico 2022-23 a 1.803 nell’anno 2024-25 (dati parziali raccolti dalla SIE, non comprensivi di tutti gli atenei, quindi la cifra reale è ancora più alta). Tra gli incrementi più rilevanti spiccano: Università di Bologna +130%, Firenze +73%, Padova +65%, Catania +46%, Udine +44%.

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“Siamo soddisfatti: la campagna di comunicazione, informazione e sensibilizzazione che la SIE ha avviato nel 2023 per far conoscere le opportunità e il valore sociale dell’ingegneria elettronica sta iniziando a dare i suoi frutti” dichiara Paolo Pavan, presidente SIE. “I giovani stanno riscoprendo un settore chiave per il futuro dell’industria italiana e per le grandi transizioni tecnologiche e digitali”.

Un settore chiave per affrontare il gap di competenze

La crescita delle immatricolazioni risponde a una sfida ben più ampia. In un momento storico in cui solo l’1,5% dei laureati italiani proviene da discipline ICT (contro una media europea del 4,5%, dati Istat), il nostro Paese sconta un grave disallineamento tra domanda e offerta di competenze digitali. L’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2023 stima una carenza attuale di oltre 175.000 professionisti ICT in Italia.

Il gap è ancora più evidente nel settore dei semiconduttori: tra il 2017 e il 2023 i posti di lavoro disponibili sono aumentati a un ritmo medio annuo dell’11%, mentre il numero di laureati in discipline pertinenti è rimasto stabile. Nel solo triennio 2021-2023, si stima un deficit medio annuo di circa 3.800 posizioni non coperte (dati DECISION Etudes & Conseil, Fondazione Chips-IT).

Università e imprese: collaborazioni virtuose

Oltre alla comunicazione, un elemento chiave del successo è rappresentato dalle sinergie locali tra università e industria. Un esempio emblematico arriva da Catania, dove l’iniziativa “Catania Microelettronica 2025” e i premi di studio finanziati da STMicroelectronics stanno costruendo un ecosistema capace di attrarre giovani talenti, stimolare l’innovazione e rispondere alle esigenze delle imprese.

«Questi risultati ci motivano ad andare avanti su questa strada” aggiunge Pavan “ma siamo solo all’inizio. Per soddisfare la crescente domanda di ingegneri elettronici prevista nei prossimi anni, dobbiamo rafforzare ulteriormente il dialogo tra formazione, imprese e istituzioni, facendo rete su scala nazionale”.

 



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