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piano di rilancio Macron, Meloni e Merz


Un piano comune per rilanciare l’economia Ue, a partire dall’auto. Meno burocrazia, più investimenti e un messaggio diretto a von der Leyen. Lettera in arrivo.

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(Fotomontaggio: da sinistra Macron, Meloni e Merz)

L’alleanza a tre diventa progetto: lettera per la Ue

Da settimane Emmanuel Macron, Giorgia Meloni e Friedrich Merz dialogano per stilare una lettera-convocazione a favore della competitività europea. L’operazione partirà dal settore automotive, ma punta ben oltre. Il testo potrebbe essere pronto entro pochi giorni, dopo un’attenta revisione diplomatica.

Accelerazione diplomatica: da G7 a Bruxelles

I colloqui hanno registrato una marcata accelerazione durante il G7 in Canada e, soprattutto, al Consiglio europeo del 26–27 giugno a Bruxelles. L’obiettivo dichiarato: rendere pubblica la lettera entro 15–20 giorni, quindi prima della fine di luglio.

Crisi dell’automotive: numeri che fanno rumore

L’intesa prende forza da dati allarmanti: nel 2024 le vendite auto in Europa sono calate del 12% (–30% in Italia), mentre la Cina registra un +400% rispetto al 2004. Entro fine 2025, Pechino produrrà più auto di USA e UE messe insieme.

Sul fronte elettrico, Paesi come Belgio e Danimarca surclassano le potenze tradizionali UE. I fattori critici sono noti: energia fino a cinque volte più cara che in Cina, solo il 5% delle gigafactory mondiali in Europa e 13 milioni di posti di lavoro nell’indotto auto, pari all’8% del Pil Ue.

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Cosa chiede l’appello: innovazione, energia e piani industriali

Il cuore del testo conterrà soluzioni concrete:

  • Investimenti pubblici e privati su scala, come già suggerito da Mario Draghi nel report di settembre 2024;
  • Riduzione dei costi energetici e neutralità tecnologica (e-fuels, idrogeno, biocarburanti);
  • Rafforzamento della filiera europea delle batterie.

L’appello spazierà anche verso difesa e spazio, in un’ottica di sovranità industriale, e intende rispondere alle tensioni commerciali (dazi Usa), agli shock energetici e ai limiti del Patto di stabilità.

Meloni: «cambiamento radicale e coraggio»

Il 23 giugno Meloni, intervenendo alla Camera, ha dichiarato:

«Il settore auto sta attraversando una crisi profonda… serve un cambio di rotta radicale… superare gli aspetti più surreali del Green Deal… un quadro normativo chiaro e prevedibile».

Ha inoltre chiesto neutralità tecnologica e sostegno alla filiera batterie, auspicando flessibilità per evitare sanzioni alle imprese europee.

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Strategia politica: avvertimento a von der Leyen

La lettera sarà pubblicata subito dopo il voto di sfiducia su Ursula von der Leyen, convocato in Parlamento il 10 luglio. Pur assai improbabile che passi, la mossa ha chiaro significato politico: spinge per risposte concrete dalla Commissione e segna la creazione di un’alleanza trasversale fra conservatori, popolari e centristi.

Gli scogli da superare

  • Energia & costi: competitività erosa da bollette fino a cinque volte superiori;
  • Innovazione: gap infrastrutturale;
  • Burocrazia: la burocrazia UE rallenta;
  • Vincoli fiscali: Patto di stabilità stringe le leve pubbliche;
  • Regole ecologiche: Green Deal percepito come ideologico.

Prossimi passi e incognite

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    Saldo e stralcio

     

  1. Ultimare la bozza diplomaticamente;
  2. Farla approvare internamente dalle tre Cancellerie;
  3. Pubblicarla pubblicamente, con logica di pressing;
  4. Attendere la risposta della Commissione e valutare gli effetti politici sull’agenda EU.

Un’operazione brillante

È un’operazione brillante, che punta a trasformare una critica condivisa in una proposta politica comune e vincolante. Un esperimento di soft power multilaterale che fonde economico, industriale e geopolitico, sfruttando il momento politico. Se riuscirà, potrebbe segnare una svolta nel modo in cui l’Europa affronta la sua interna crisi: non più reattiva, ma proattiva, europea, innovativa e strategica.



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