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Ursula von der Leyen “accerchiata” in Ue/ 14 Stati Membri contrari a redistribuzione fondi regionali


14 Stati Membri hanno sottoscritto una lettera dicendosi contrari alla decisione di Ursula von der Leyen di redistribuire i fondi regionali

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Non è un momento semplice per la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, come sottolineato dal quotidiano tedesco Berliner Zeitung. Lo stesso giornale, attraverso il proprio portale online, ha fatto notare che poco prima della presentazione del nuovo bilancio dell’Ue, la maggioranza degli Stati Membri ha criticato duramente i piani della stessa von der Leyen, in merito alla ristrutturazione dei 400 miliardi di euro di aiuti regionali. La notizia è riportata in origine da Politico, attraverso la citazione di una lettera sottoscritta da 14 governi, fra cui anche quello dell’Italia. Nella stessa lettera i firmatari sottolineano il rischio di un indebolimento della politica di coesione e chiedono quindi una “robusta metodologia di distribuzione basata sulle regioni” di modo che si possa garantire una competitività degli stessi Paesi a lungo termine.



L’obiettivo della Commissione, contestato da 14 Stati Membri, è quello di riunire in un fondo unico i fondi regionali quanto quelli agricoli, ovvero, circa i due terzi dell’intero bilancio dell’Unione Europea, con l’obiettivo di semplificare e nel contempo ottenere una maggiore efficienza. Una mossa che però, secondo i critici, potrebbe rafforzare i governi nazionali e nel contempo indebolire le regioni più povere. Berliner Zeitung fa notare che la vicenda ha creato una divisione anche all’interno della stessa Commissione, con i due commissari Piotr Serafin e l’italiano Raffaele Fitto, rispettivamente al bilancio e alla coesione, che hanno votato contro la centralizzazione dei fondi. Secondo Kata Tutto, Presidente del Comitato delle Regioni, Kata Tüttő, questa semplificazione potrebbe nascondere in realtà “un conto sgradevole”, portando così ad un bilancio Ue più debole.



URSULA VON DER LEYEN, LE COMUNICAZIONI SEGRETE CON PFIZER

La cosa certa è che la presidente delle Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sta vivendo un momento quasi da accerchiata, sottoposta a continue pressioni. E’ stata infatti presentata una mozione di sfiducia nei suoi confronti da parte di Gheroghe Piperea, europarlamentare del centro destra facente parte del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR). La mozione è stata firmata da più di dieci su un totale di 720 europarlamentari, di conseguenza è arrivata in parlamento per essere sottoposta a regolare votazione. Chi ha sottoscritto la mozione accusa la Commissione di aver nascosto le comunicazioni fra Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, nota azienda di biofarmaceutica.

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Le conversazioni fra i due riguardavano i vaccini ai tempi del coronavirus, e secondo quanto stabilito di recente dal tribunale dell’Unione Europea, non vi era necessità che quelle informazioni venissero tenute tacite. Sempre della stessa vicenda fanno parte le critiche per via delle scorte di vaccino anti covid non utilizzate, che si calcola valevano circa 4 miliardi di euro, ma anche l’uso improprio presunto della legge sui servizi digitali, utilizzata – secondo chi ha presentato la mozione – per influenzare le elezioni nazionali, ad esempio quelle di Germania e Romania.

Ursula von der Leyen (Ansa)

URSULA VON DER LEYEN, LA MOZIONE DI SFIDUCIA E IL PROGRAMMA PER LA DIFESA

Ovviamente ci sono stati diversi europarlamentari che si sono detti contrari alla mozione di sfiducia, schierandosi dalla parte di Ursula von der Leyen, come ad esemoio Manfred Weber, presidente del Partito Popolare Europeo, secondo cui coloro che sostengono la mozione di sfiducia sono semplicemente dei “burattini” del presidente russo Vladimir Putin, affermazioni decisamente forti. In ogni caso per Berliner Zeitung le possibilità che la mozione abbia successo sono davvero poche, ma la stessa rappresenta senza dubbio un “peso politico per la deputata della CDU”, aggiunge il giornale.

Alcune sue recenti iniziative hanno causato un certo risentimento all’interno del campo europeista, come ad esempio il programma di prestiti multimiliardari per la difesa dell’Ue, una misura che si voleva fare passare “di emergenza” di modo da non coinvolgere il parlamento europeo. Un momento quindi decisamente delicato per la von der Leyen, vedremo se riuscirà ad uscirne nel migliore dei modi o se questo periodo avrà delle ripercussioni sulla sua carriera ai vertici dell’Ue.



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