Ferruccio de Bortoli indaga lo strapotere delle criptovalute. Nella sezione «Imprese», le storie delle aziende tricolori che innovano e resistono sui mercati internazionali
Le piattaforme che offrono criptovalute o stablecoins fanno ormai parte della nostra quotidianità ma con quali regole e quali garanzie? Se lo chiede Ferruccio de Bortoli nella sua analisi su L’Economia in edicola domani con il Corriere della Sera.
«L’amministrazione Trump — scrive de Bortoli — pensa di aver trovato nelle criptovalute e, in particolare, nelle stablecoins una soluzione tecnologicamente avanzata per sostenere il debito federale ormai prossimo ai 36 mila miliardi di dollari. In qualche documento, il presidente Usa è definito Chief crypto advocate. C’era una volta il conflitto d’interesse…».
Bitcoin e stablecoins dunque rappresentano ormai strumenti di valuta sempre più diffusi rimangono però poco limpide le garanzie contro i rischi (occulti) di controparti dalla solidità patrimoniale incerta, spesso nascosti in paradisi fiscali. Sia Bankitalia che la Consob hanno ripetutamente parlato di pericolo sistemico. La Ue prova a disciplinare il settore (più e meglio degli Usa). Il dilemma è: fino a che punto serve normare? La libertà di innovare e intraprendere in campo finanziario offre inevitabilmente vastissime praterie anche alla criminalità, al riciclaggio dei capitali, all’evasione fiscale. Rischi che, oggi più che mai, non possono essere ignorati.
Le imprese
Molto ricca la sezione dedicata alle Imprese a cominciare dalla storia di copertina dedicata agli investimenti di Luigi Berlusconi e delle sorelle Barbara ed Eleonora. La casa comune con Marina e Pier Silvio Berlusconi è Fininvest con i suoi ricchi dividendi. Ma con la H14 i tre fratelli diversificano verso settori innovativi. Chiudono il 2024 in utile e ora spingono anche sull’estero. E poi le finanziarie «private» di Luigi e Barbara. Ma anche il gossip di Whoopsee e l’«incrocio» di interessi con gli Elkann e con Leonardo Maria Del Vecchio.
Continua la corsa di Sibeg, l’azienda catanese di imbottigliamento compie 65 anni e cresce con un fatturato da 190 milioni di euro (+ 81% rispetto al 2020). L’ad Luca Busi: «Siamo l’innovation factory di Coca-Cola. Abbiamo portato all’interno la produzione di sport drink, tè e acque vitaminiche».
Chiara Coricelli racconta la Pietro Coricelli, tra le più grandi aziende olearie in Europa. L’imprenditrice a capo dell’azienda umbra con ricavi saliti a 415 milioni ed export in 110 Paesi: spingiamo l’olio made in Italy, più accordi di filiera. Con un nuovo general manager si rafforza l’estero oltre gli Usa.
Il gruppo Belotti si avvicina ai 50 anni crescendo grazie alle macchine per realizzare componenti per supercar e satelliti. Ricerca e sviluppo assicurano brevetti internazionali. Il ceo Umberto: «Servono politiche europee di salvaguardia».
Infine, nella sezione Patrimoni, una guida per capire a chi conviene riscattare la laurea. Massima convenienza per chi ha trovato un’occupazione a 24 anni, poi il vantaggio si riduce per annullarsi se l’ingresso nel mondo del lavorò è avvenuto intorno ai 30. I rischi per chi è nel sistema contributivo e spera di lasciare a 64 anni invece che a 67.
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