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Romano Prodi a Caltagirone: il Mediterraneo, la politica e le sfide globali


Al Teatro Politeama nella città simbolo del pensiero di Sturzo l’incontro promosso dal centro studi sulla cooperazione Arcangelo Cammarata, dall’associazione Gianbattista Fanales e da Comunità impegno visione e solidarietà (Cives).

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Si è svolto al teatro Politeama di Caltagirone, città simbolo del pensiero sturziano, l’incontro intitolato “Pensare l’Italia, immaginare l’Europa. Dialoghi da Caltagirone con Romano Prodi”, promosso dal centro studi sulla cooperazione Arcangelo Cammarata, dall’associazione Gianbattista Fanales e da Comunità impegno visione e solidarietà (Cives).

L’evento è stato presentato da don Massimo Naro e moderato da Antonello Piraneo, direttore del quotidiano La Sicilia. Al centro del palco appunto il professor Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea ed ex presidente del Consiglio dei ministri. Il dialogo con Prodi ha permesso di rimettere insieme i “pezzi” cogliendo l’urgenza del presente con lo sguardo lungo di chi ha servito le istituzioni italiane ed europee, offrendo una testimonianza etica, intellettuale e politica di grande valore.

Tra i temi affrontati durante l’incontro vi erano le sfide dell’Europa dopo il ritorno di Trump, il ruolo del Mezzogiorno nell’epoca delle fratture, la funzione dello Stato democratico dopo pandemia, guerra e crisi energetica, la ricostruzione dei legami sociali per contrastare la solitudine democratica, e la formazione di una politica capace di futuro, tra etica pubblica e responsabilità.

Prodi è stato severo con l’America trumpiana: «Sturzo, che era innamorato della democrazia americana, tanto è vero che trascorse parte dell’esilio in America, oggi si rivolterebbe nella tomba vedendo la deriva al modello americano imposto dalla politica trumpiana, che è distante anni luce dal modello che tutti abbiamo sognato. Trump – ha aggiunto Prodi incalzato dalle domande del direttore de La Sicilia Antonello Piraneo – sta approfittando delle divisioni dell’Europa e anzi la vede con fastidio perché è ormai l’ultimo baluardo a difesa dei diritti e della democrazia. L’Europa ha la colpa di non sapere reagire con una sola voce a questa cosa che è pericolosa».

Prodi che era reduce da un viaggio in Cina ha ricordato come il leader cinese della stagione che portò all’euro, allora era Deng Xiaoping, fosse affascinato dall’idea della nuova valuta: «Una moneta unica che lui vedeva come alternativa al dollaro. Ora dalla Cina ci chiedono “Ma l’Europa che sta facendo?». Prodi ha anche ricordato che da presidente della Commissione europea non si parlava del “se” la Russia avrebbe fatto parte dell’Unione Europea, ma di “quando” sarebbe stata ratificata l’adesione di Mosca. Poi è andata come è andata anche «perché l’Ue ha commesso l’errore di avere lasciato Putin da solo, e Putin si è spostato verso est avvicinandosi alla Cina con tutto ciò che ne è conseguito».

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«L’Italia – ha detto Prodi – deve ricordare quanto sia importante guardare al Sud dell’Europa. Auspica un hub del sapere del Mediterraneo con il convolgimento di un potenziale di 500 mila ragazzi che sappiamo parlare con un unico linguaggio che metta il Mediterraneo in primo piano».

L’ex premier ha evitato i temi della politica interna ma ha spiegato che «se si è ondivaghi nella politica estera, è possibile che gli altri non ti rispettino, non ti considerino un interlocutore affidabile». E infatti il riferimento è stato alla gaffe del cancelliere tedesco che ha parlato di un fronte europeo con Francia, Germania e Polonia, dimenticando l’Italia. Prodi ha fatto anche riferimento alle aree interne che in Sicilia soffrono molto perché fuori dai circuiti turistici.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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