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AI+ e China Mobile: la trasformazione delle telecomunicazioni


L’intelligenza artificiale, ormai ben nota per il suo ruolo in settori come la sanità e l’automazione, sta rapidamente evolvendo grazie al concetto di AI+. Questo termine racchiude l’integrazione dell’intelligenza artificiale con altre tecnologie avanzate, come il 5G, l’Internet of Things (IoT) e le reti intelligenti. In questo scenario, l’AI non è più un componente isolato, ma una risorsa chiave che trasforma settori interi, tra cui quello delle telecomunicazioni.

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China Mobile, uno dei maggiori operatori globali di telecomunicazioni, sta spingendo i confini di questa rivoluzione attraverso il suo programma Hand-in-Hand, che promuove la collaborazione internazionale per favorire l’adozione e l’integrazione dell’AI+ a livello globale. Questo programma ha lo scopo di fornire soluzioni innovative che non solo migliorano le operazioni interne ma offrono anche nuovi servizi e opportunità per i consumatori e le imprese, sfruttando il potenziale combinato dell’intelligenza artificiale e delle reti di telecomunicazioni avanzate.

AI+ al servizio delle telecomunicazioni globali

Durante la Hand-in-Hand Executive Conference al Mwc Shanghai 2025, China Mobile ha sottolineato l’importanza dell’AI+ nel futuro delle telecomunicazioni. Il programma ha riunito oltre 400 esperti e leader del settore provenienti da tutto il mondo per esplorare come l’intelligenza artificiale possa ottimizzare le reti globali, migliorando la qualità del servizio e l’efficienza operativa.

Con l’AI+, la capacità delle reti 5G e 6G di gestire enormi volumi di dati e di supportare una vasta gamma di applicazioni avanzate, dalla mobilità connessa alla gestione intelligente delle città, è destinata a crescere. La combinazione tra AI e telecomunicazioni sta creando nuovi modelli di business e nuove applicazioni, rendendo possibile una digitalizzazione sempre più profonda e diffusa.

Le applicazioni AI+ nel settore delle telecomunicazioni stanno anche permettendo lo sviluppo di soluzioni IoT avanzate, che stanno già avendo un impatto significativo su settori chiave come la logistica, l’automazione industriale e la gestione della sanità. La trasformazione digitale non riguarda solo l’aggiornamento tecnologico, ma anche la creazione di un nuovo ecosistema digitale che promuove la cooperazione globale.

AI Act e le sfide per l’Europa

Nel frattempo, mentre l’intelligenza artificiale – e l’AI+ – sta rivoluzionando le telecomunicazioni globali, l’Europa si trova a dover fare i conti con la crescente pressione di regolamentare l’AI attraverso l’AI Act, entrato in vigore nel luglio 2024. Questo regolamento mira a stabilire un quadro normativo chiaro per l’uso dell’intelligenza artificiale nell’Unione Europea, con l’obiettivo di proteggere i diritti fondamentali dei cittadini e garantire la sicurezza.

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Tuttavia, l’AI Act ha sollevato preoccupazioni da parte delle principali aziende europee, che temono che le rigide normative possano ostacolare l’innovazione. Recentemente, 46 ceo di importanti aziende europee, tra cui Airbus e Asml, hanno chiesto una sospensione di due anni dell’AI Act, sostenendo che le normative attuali sono troppo complesse e poco praticabili. Secondo loro, il rischio è che l’Europa perda terreno rispetto ad altre regioni come gli Stati Uniti e la Cina, dove l’innovazione nel settore dell’intelligenza artificiale procede con maggiore agilità.

Le preoccupazioni si concentrano su due aspetti principali: la mancanza di chiarezza nelle normative e le difficoltà di adeguamento delle aziende a regolamenti che evolvono rapidamente. L’AI Act ha già previsto scadenze rigorose, ma le incertezze riguardo ai dettagli pratici del regolamento, come i test di conformità e gli standard tecnici, potrebbero rendere difficile per le aziende europee adattarsi in tempo utile.

Il no di Bruxelles

Thomas Regnier, portavoce per la Sovranità digitale, ha dichiarato durante il briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles che non ci sarà alcuna pausa nell’applicazione della normativa, nessuno “stop the clock” come era stato richiesto, poiché le scadenze legali sono “stabilite nel testo giuridico”.

Comunque, ha assicurato Regnier, la Commissione “prende molto sul serio le preoccupazioni sollevate dalla comunità e dall’industria dell’Ia” e “farà tutto il possibile per tenerne conto”, con l’obiettivo comune di far diventare l’Europa “un vero continente dell’intelligenza artificiale“.

Il portavoce ha elencato una serie di iniziative: “Stiamo preparando un pacchetto omnibus per la semplificazione digitale, stiamo discutendo i tempi per l’attuazione del codice di buone pratiche, con la fine del 2025 in esame”, stiamo istituendo un Serve Desk AI Act (uno sportello, ndr), per aiutare le aziende e offrire una guida chiara”.

Quello che potrebbe slittare ancora, dunque, è l’attuazione del testo finale del codice delle buone pratiche per i modelli di intelligenza artificiale per uso generale (detti GPAI, come Chat GPT e affini), che contiene le linee guida per aiutare le azione a conformarsi agli standard, che entreranno poi in vigore ad agosto 2027. L’introduzione del codice era inizialmente fissata per il 2 maggio.

La Commissione prevede di presentarlo nei prossimi giorni e che le aziende aderiscano entro il 2 agosto. L’adesione è volontaria, di conseguenza il Codice avrà tanto più valore e senso quante più imprese lo sottoscriveranno. Alcune grandi aziende tech hanno già avvisato che non lo faranno, e anche altre non sembrano entusiaste di farlo.

L’Europa e la regolazione: la sfida per il futuro

Nonostante le difficoltà legate all’AI Act, l’intelligenza artificiale rappresenta una delle leve principali per la crescita e la competitività in Europa. Le nuove tecnologie, se implementate correttamente, possono supportare la creazione di nuovi modelli di business, l’espansione dei servizi digitali e la creazione di infrastrutture intelligenti.

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Tuttavia, il regolamento deve riuscire a bilanciare la necessità di protezione dei diritti dei cittadini con quella di promuovere l’innovazione. L’Europa dovrà risolvere le proprie sfide regolatorie per garantire che il mercato dell’AI non venga soffocato da normative troppo rigide, permettendo alle aziende di crescere e di investire in nuove tecnologie.

Il futuro dell’AI+ e delle telecomunicazioni

Il futuro delle telecomunicazioni e dell’intelligenza artificiale è strettamente legato all’evoluzione dell’AI+ e alla capacità dei vari attori globali di collaborare per creare soluzioni innovative. La combinazione di AI, 5G, IoT e infrastrutture intelligenti rappresenta la chiave per sbloccare nuove opportunità di crescita e trasformazione digitale.

China Mobile, insieme ai suoi partner, sta spingendo in questa direzione, sviluppando tecnologie avanzate che abilitano applicazioni AI in tutti i settori, dalla mobilità connessa alla logistica intelligente. Tuttavia, le sfide normative, come l’AI Act in Europa, richiederanno un attento bilanciamento tra regolamentazione e innovazione per non frenare il progresso.



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