Il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Sondrio riconosce il miglioramento delle condizioni finanziarie nell’offerta BPER, ma auspica che vengano concretamente rispettati gli impegni su personale, occupazione e sviluppo del territorio valtellinese
Offerta migliorata, restano incertezze e soprattutto servono garanzie per il futuro della banca. A chiederle, a una manciata di giorni dalla chiusura delle adesioni all’offerta pubblica di scambio che termina venerdì 11 e dopo rilancio cash da 453 milioni di euro con cui la settimana scorsa Bper ha voluto dimostrare buona volontà e l’assoluto interesse nell’operazione di fusione con la banca valtellinese, è il consiglio di amministrazione della Banca popolare di Sondrio. Riunitosi ieri sotto la presidenza di Pierluigi Molla, nella nota ufficiale al termine della seduta, il board, che aveva lamentato la scarsa valorizzazione dell’istituto, dichiara di aver preso atto della decisione di Bper di aumentare il corrispettivo dell’offerta mediante il riconoscimento, in aggiunta a quello in azioni (1,45 titoli Bper per ciascuna cedola dell’istituto sondriese), della componente in denaro di un euro per ciascuna azione portata in adesione all’offerta ritenendolo «un miglioramento dei termini e delle condizioni finanziarie dell’offerta».
Un passo avanti verso la valorizzazione, ma non sufficiente a sgombrare il campo dalle preoccupazioni per il futuro della banca, del suo personale – perché se è vero che al momento l’Antitrust ha indicato la chiusura di “sole” sei filiali, di cui una della Popolare, resta il tema di cosa accadrà dopo l’eventuale fusione nelle aree a maggior rischio sovrapposizione – e dei territori in cui l’istituto opera. Il cda della banca sondriese dichiara dunque di auspicare «che, in caso di perfezionamento dell’offerta, le dichiarazioni programmatiche di Bper riguardanti la valorizzazione delle persone che lavorano nella Popolare di Sondrio, il mantenimento dei livelli occupazionali, la salvaguardia del legame con i territori di riferimento e il sostegno allo sviluppo dell’economia valtellinese trovino piena e concreta attuazione». Quanto alla combinazione tra i due istituti bancari e la realizzazione degli obiettivi strategici dell’offerta, il cda della Popolare, che nel suo piano industriale recentemente approvato aveva chiaramente indicato la volontà di voler procedere in ottica stand alone «anche alla luce della riconosciuta capacità del management della Popolare e del distintivo posizionamento competitivo della banca», ribadisce le osservazioni e gli elementi di incertezza che aveva già sottolineato a seguito della riunione del board a giugno.
A poche ore dalla chiusura dell’offerta non resta che capire come si muoveranno gli investitori, ma anche i piccoli azionisti del territorio che detengono circa il 3% del totale. Alla vigilia della riunione del cda dell’istituto di piazza Garibaldi, “Insieme per la Popolare”, l’associazione dei piccoli azionisti della banca sondriese aveva giudicato il rilancio offerto da Bper «modesto», comunque «non sufficiente considerando che le sinergie che deriverebbero dall’operazione sono per lo più costruite sui punti di forza della Popolare di Sondrio, con un apporto marginale di Bper. Ci saremmo attesi un rilancio maggiore, non doppio, ma almeno superiore a 1,50 euro». «Con il rilancio di 1 euro per azione vogliamo dare un chiaro messaggio al mercato sulla validità dell’operazione e massimizzare le adesioni da parte degli azionisti – aveva detto da parte sua l’ad di Bper, Gianni Franco Papa -. Abbiamo chiarito sin dall’inizio che puntiamo all’integrazione piena della Popolare di Sondrio. Abbiamo indicato la soglia del 50% più un’azione, riservandoci anche la possibilità di valutare, eventualmente, il raggiungimento del 35% più un’azione. Ma siamo confidenti di superare la soglia del 50%. L’offerta si conclude venerdì, vedremo dove chiuderemo. Poi lavoreremo con i colleghi di Sondrio per integrare la banca in Bper». Lunedì sono state presentate 2.506.022 richieste di adesione portando il totale a quota 96.236.305, pari al 21,298956% delle azioni oggetto dell’offerta iniziata il 16 giugno e che terminerà venerdì. Le azioni ordinarie della Popolare acquistate sul mercato giovedì e venerdì non potranno essere apportate in adesione all’offerta.
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