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IL REGOLAMENTO ECODESIGN IMPATTA SULL’ABBIGLIAMENTO


lunedì 07 luglio 2025

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IL REGOLAMENTO ECODESIGN IMPATTA SULL’ABBIGLIAMENTO

Il Regolamento (UE) 2024/1781 sull’Ecodesign per i Prodotti Sostenibili (Ecodesign for Sustainable Products Regulation – ESPR), adottato il 13 giugno 2024 e in vigore dal 18 luglio dello stesso anno, rappresenta il cuore pulsante del nuovo Green Deal europeo.

Esso sostituisce la precedente direttiva 2009/125/CE e amplia la prospettiva normativa: non più solo prodotti legati all’energia, ma qualsiasi bene fisico, inclusi componenti e semilavorati immessi sul mercato UE.

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L’obiettivo è chiaro: introdurre requisiti obbligatori di progettazione ecocompatibile per rendere i prodotti più durevoli, riparabili, efficienti e circolari, riducendo al minimo l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita.

Cosa cambia per le imprese
Il regolamento si applica a qualsiasi bene fisico immesso sul mercato o messo in servizio, compresi i componenti e prodotti intermedi, e impone tre grandi innovazioni.

Prima di tutto introduce requisiti stringenti di progettazione: dai materiali riciclati all’efficienza energetica, dalla riparabilità alla tracciabilità, passando per la riduzione della produzione di rifiuti e l’eliminazione di sostanze pericolose. Nella sostanza, durabilità, riparabilità e riciclabilità dei prodotti e l’incentivazione dell’uso di materiali riciclati o rigenerabili diventano una priorità per ridurre l’impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita delle merci.

Quindi dà il via libera al Passaporto Digitale del Prodotto (operativo entro luglio 2026), crea cioè una banca dati accessibile contenente le informazioni ambientali, tecniche e logistiche dei prodotti, disponibile in parte anche offline per i consumatori.
Infine vara il divieto di distruzione dell’invenduto: entro luglio 2026 per le grandi aziende (2030 per le medie imprese) sarà vietato distruggere capi di abbigliamento e calzature non venduti, imponendo anche una rendicontazione dei volumi gestiti. La norma non si applica alle piccole imprese.

Va detto che con i suoi 80 articoli e 6 allegati tecnici, l’ESPR stabilisce una struttura che sarà resa operativa attraverso una serie di atti delegati, in pubblicazione tra fine 2025 e il 2027. Tali atti specificheranno i requisiti tecnici per singole categorie di prodotto (es. tessili, acciaio, alluminio) e modalità di verifica. Dunque la normativa è in evoluzione e non si ferma al regolamento stesso.

I prodotti interessati e il calendario di attuazione
Nel primo step di attuazione, le priorità della Commissione Europea si concentrano su:
a) ferro e acciaio;
b) alluminio;
c) indumenti e calzature;
d) mobilio, compresi i materassi;
e) pneumatici;
f) detergenti;
g) vernici;
h) lubrificanti;
i) sostanze chimiche;
j) prodotti connessi all’energia per i quali devono essere definiti per la prima volta requisiti di progettazione ecocompatibile o per i quali le misure esistenti adottate a norma della direttiva 2009/125/CE devono essere riesaminate nel quadro del presente regolamento; 
k) prodotti della tecnologia dell’informazione e della comunicazione e altri prodotti elettronici.

In particolare, il piano temporale prevede l’emissione:

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  • entro luglio 2025, dei atti esecutivi su invenduto e deroghe;
  • entro il 2026 dei primi atti delegati su requisiti di progettazione;
  • dal 2027, l’entrata in vigore effettiva delle misure.

L’impatto sulle PMI e le misure di supporto
L’ESPR comporta una radicale trasformazione dei processi aziendali, coinvolgendo progettazione, approvvigionamento, gestione dati e comunicazione. Le imprese dovranno raccogliere nuove tipologie di dati, aggiornare processi e adottare tecnologie per il DPP. In particolare, le PMI potranno accedere a:

  • sportelli territoriali dedicati;
  • agevolazioni fiscali e finanziamenti;
  • percorsi formativi e assistenza tecnica.

L’ESPR ha introdotto anche criteri di salvaguardia per evitare che le misure abbiano impatti negativi sproporzionati su microimprese, consumatori o accessibilità dei prodotti. Nessuna tecnologia proprietaria sarà imposta, e gli oneri amministrativi saranno calibrati.

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Una visione sistemica per la sostenibilità
Il nuovo regolamento è solo un tassello della più ampia strategia industriale europea per un mercato unico più resiliente e una transizione verde e digitale. L’ESPR si integra con il Green Deal, l’economia circolare, e gli appalti pubblici verdi che da ora dovranno allinearsi agli standard ecodesign per incentivare prodotti sostenibili. Si tratta dunque  di una pietra miliare nella costruzione di un’Europa climaticamente neutrale, sostenibile e competitiva. 

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell’articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.





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