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“Incontro proficuo, impegno per firma dell’accordo martedì 15”


Dopo quasi otto ore, si è conclusa una riunione molto proficua che ha consentito di approfondire tutti i fattori in campo: è stato assunto l’impegno da parte degli enti presenti al tavolo di sottoscrivere l’accordo interistituzionale per martedì prossimo 15 luglio su una delle due opzioni emerse nel corso della riunione. Lo riferiscono fonti del ministero.

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La riunione a oltranza con i rappresentanti di tutte le amministrazioni, centrali e locali, chiamate dal ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso a sottoscrivere l’accordo di programma interistituzionale, ha preso il via in mattinata. Tra i presenti i commissari straordinari Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli; oltre Michele Emiliano, presidente Regione; Fabio Spada, Sindaco Comune di Statte; Gianfranco Palmisano Provincia di Taranto. E ancora, da remoto, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, il commissario straordinario Giovanni Gugliotti.

Sono cinque i quesiti che, stando a quanto si apprende, il ministro delle Imprese e Made in Italy avrebbe posto una volta iniziata la riunione. La prima: “Siete d’accordo su un piano di decarbonizzazione in un arco temporale congruo e sostenibile sul piano tecnologico, economico e occupazionale?”. La seconda: “Siete d’accordo a realizzare a Taranto il Polo Dri per alimentare i forni elettrici? Noi abbiamo pensato di realizzarlo a Taranto ma ovviamente non è l’unica sede italiana: se siete d’accordo con la nostra ipotesi dovrebbero essere almeno tre”. La terza: “Il polo Dri ha bisogno di molto gas. Siete d’accordo sulla realizzazione della nave rigassificatrice?”. La quarta: “Siete d’accordo sulla realizzazione di un impianto di desalinizzazione? Perché oltre che di gas, gli impianti hanno bisogno di acqua, anche alla luce delle recentri decisioni della Regione per l’approvvigionamento idrico”. E, infine, l’ultima: “Possiamo procedere alla continuità produttiva nell’ambito dell’Aia, per salvaguardare posti di lavoro e quote di mercato? Le forze sociali, i sindacati, le forze produttive mi chiedono di decidere insieme con responsabilità in merito alle ricadute sul sistema produttivo italiano delle nostre decisioni che stiamo prendendo e sull’occupazione diretta e indiretta che ne conseguirebbe. E sulla base di questa responsabilità e consapevolezza, io vi chiedo di decidere insieme dandomi delle risposte su quelli che sono i fattori abilitanti allo sviluppo del piano di decarbonizzazione”.

“Escludo categoricamente che oggi si arrivi alla firma dell’accordo di programma. Oggi noi dobbiamo affrontare la discussione” ha detto stamattina il presidente di Regione Puglia, Michele Emiliano. “Dobbiamo rendere conto ai nostri organismi di indirizzo e parlare con il sindacato, ma si possono fare passi avanti decisivi per poi presentare questo piano al sindacato e alle imprese e sapere se sono d’accordo, capire se lo sono anche i consigli comunali e gli organismi parlamentari: tra due giorni abbiamo un’audizione parlamentare dove tutti noi dovremmo parlare su quello che sta succedendo”, ha spiegato Emiliano.

Per questo “escludo che oggi si possa arrivare alla firma” ha ribadito. L’accordo di programma deve essere “convincente e finanziato, ma non può essere una scusa per continuare a non produrre” ha aggiunto. Lo stabilimento di Taranto “ha livelli di produzione bassissimi oggi. Stiamo tenendo accesi gli impianti per non comprometterli ulteriormente” ha ricordato il presidente di Regione Puglia, “non si capisce perchè bisogna investire in impianti vecchio stile e poi sostituirli dopo averli strutturati. Bisogna trovare un’intesa perchè sia convincente, non si sprechi denaro pubblico e inoltre bisogna capire chi ci mette i soldi. Il ministro urso ha fretta, lo comprendiamo, ma questa fretta deve essere coerente”, ha aggiunto.

Per Emiliano oggi “si comincia una trattativa da zero, perché non c’è nessuna intesa specifica, anche se ci siamo scambiati tutte le informazioni per iniziarla”. Il punto fondamentale “è che questa fabbrica già oggi è in cattive condizioni e produce molto poco. Per fortuna, quindi, inquina molto poco, oggi. La prosecuzione di questa attività, sia pure a basso regime, è molto importante perchè tiene in piedi il lavoro di migliaia di persone, ma è altrettanto chiaro che il processo di decarbonizzazione o è convincente per la comunità locale, o costituirà un problema politico, perchè se qualcuno pensa di concludere il processo di decarbonizzazione in 12 anni, penso anche voi vi sentireste presi in giro, e questo non è possibile” ha aggiunto. “Bisogna trovare questo punto di equilibrio. In realtà, la decarbonizzazione avrebbe dovuto già cominciare secondo quanto previsto dal governo Draghi. Vi ricordo che i forni elettrici erano già stati finanziati con un miliardo del Pnrr. Poi, questo governo ha revocato il finanziamento per ragioni che hanno una loro credibilità per i tempi di rendicontazione del Pnrr, e adesso partiamo da zero. Ma questa non è responsabilità degli enti locali, nonostante la Regione ne parli da dieci anni. Non possono certo pretendere che la decarbonizzazione sia rinviata a tempo indeterminato e improbabile, perchè questo non significa che diciamo no all’accordo di programma, ma vuol dire no alla decarbonizzazione e ci sta prendendo in giro”, ha concluso Emiliano.

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“Prevediamo che nel caso in cui si realizzino sia i forni elettrici, sia gli impianti di Dri per i preridotti a Taranto, saranno necessari otto anni per la piena decarbonizzazione. Nel caso in cui si realizzino i soli tre forni elettrici, che comunque garantiscono una produzione di sei milioni di tonnellate in continuità con i forni a caldo via via che vengono spenti, questo percorso potrebbe essere ridotto di un anno, sette anni”, ha affermato il ministro Adolfo Urso. “Abbiamo illustrato due ipotesi. La prima prevede la realizzazione a Taranto nei tempi congrui di tre forni elettrici con tre Dri che li alimenteranno. Questa soluzione ha necessità di una nave rigassificatrice che fornisca il gas necessario sia ad alimentare i Dri, che realizzeranno il preridotto per i tre forni elettrici. La seconda ipotesi è che a Taranto si realizzino i tre forni elettrici che saranno alimentati anche con un contratto di servizio da parte di Dri Italia che realizzerà i Dri in altra località, in cui sarà più facile il rifornimento e a miglior costo e convenienza del gas necessario”, ha spiegato il ministro. In entrambi i casi “sarà mantenuta la continuità produttiva, avendo mantenuto le quote di mercato, rifornito i clienti del prodotto siderurgico di Taranto e degli altri stabilimenti dell’ex Ilva, oltre ad aver mantenuto i livelli occupazionali”, ha concluso.

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