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L’UE semplifica la Tassonomia Green: meno burocrazia, più investimenti sostenibili


Con un’azione tanto attesa quanto strategica, la Commissione Europea ha annunciato una serie di modifiche strutturali alla Tassonomia UE per le attività sostenibili, introducendo misure di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi per le imprese. Si tratta di un passo fondamentale per coniugare l’ambizione climatica del Green Deal con la necessità di rafforzare la competitività economica, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI).

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La tassonomia verde è uno strumento chiave dell’Unione Europea per orientare gli investimenti verso attività a basso impatto ambientale. Tuttavia, la sua complessità tecnica e i costi di conformità hanno generato critiche, soprattutto da parte del mondo imprenditoriale. Con le nuove misure, parte del più ampio Pacchetto Omnibus sulla sostenibilità, la Commissione punta a semplificare i requisiti senza snaturare gli obiettivi climatici e ambientali.

I nuovi criteri restringono l’ambito di applicazione della rendicontazione obbligatoria: solo le imprese con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 450 milioni di euro saranno obbligate a dichiarare l’allineamento delle loro attività alla tassonomia UE. Le altre aziende, comprese le PMI, potranno farlo su base volontaria, alleggerendo significativamente il carico burocratico per la maggioranza del tessuto imprenditoriale europeo.

Un altro importante elemento riguarda l’introduzione di una soglia di rilevanza economica: le attività che rappresentano meno del 10% del fatturato, delle spese in conto capitale o operative di un’impresa saranno escluse dall’analisi di conformità. In pratica, se un’attività marginale non ha impatti significativi, non sarà necessario valutarla secondo i criteri tassonomici.

L’UE prevede una riduzione dei dati richiesti pari al 64% per le imprese non finanziarie e all’89% per le imprese finanziarie, rendendo più snella la documentazione e facilitando i processi interni di compliance. Un intervento pensato per aumentare l’efficacia, ma anche la leggibilità delle informazioni trasmesse al mercato.

Tra le novità più significative vi è la possibilità per le aziende di dichiarare volontariamente un allineamento parziale alle attività tassonomiche, riconoscendo così gli sforzi intrapresi lungo il percorso di sostenibilità, anche in assenza di una piena conformità.

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I criteri “Do No Significant Harm” (DNSH), che vietano attività dannose per l’ambiente, saranno semplificati, in particolare per le imprese che trattano sostanze chimiche o settori regolamentati, evitando duplicazioni e favorendo una maggiore chiarezza applicativa.

Secondo una nota della Commissione, il nuovo quadro normativo potrà generare risparmi per circa 6,3 miliardi di euro all’anno grazie alla semplificazione dei processi di rendicontazione. Si prevede inoltre una mobilitazione più efficace di capitali pubblici e privati verso la transizione verde.

Le misure adottate rientrano nella strategia dell’UE di rendere la sostenibilità compatibile con la competitività, in un contesto internazionale sempre più competitivo, e in vista delle prossime scadenze del Green Deal e degli obiettivi di neutralità climatica al 2050.

Il pacchetto di semplificazioni dovrà ora passare al vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio, con entrata in vigore prevista per il 1° gennaio 2026. Intanto, imprese e stakeholder finanziari possono cominciare a prepararsi al nuovo scenario, che promette meno carta e più impatto.



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