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Riforma Fiscale, le istanze delle imprese al ViceMinistro Leo — Assolombarda


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Milano, 7 luglio 2025Un confronto per fare il punto sulla riforma fiscale e sui provvedimenti più urgenti per le imprese. Con questo obiettivo si è svolto “La riforma fiscale e le imprese: un primo bilancio”, evento organizzato da Assolombarda e Assonime a cui sono intervenuti Alvise Biffi, Presidente di Assolombarda; Stefano Firpo, Direttore Generale di Assonime; Maurizio Leo, Viceministro dell’Economia e delle Finanze, davanti a un pubblico composto da numerose imprese del territorio di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia.

L’appuntamento – svoltosi oggi nella sede milanese di Assolombarda – ha visto inoltre gli interventi di Guido Marzorati, Direttore Settore Fisco e Diritto d’Impresa di Assolombarda; Alberto Trabucchi, Condirettore Generale di Assonime; Francesca Vitale, Direttrice Centrale Grandi Contribuenti e Internazionale dell’Agenzia delle Entrate.

I principi di ispirazione della riforma fiscale sono giusti: serve un fisco moderno, equo e capace di accompagnare lo sviluppo economico – ha dichiarato Alvise Biffi, Presidente di Assolombarda -. Ma, per le imprese, gli effetti concreti sono per il momento molto limitati. L’abolizione strutturale dell’ACE e l’introduzione delle nuove agevolazioni temporanee – IRES premiale e super deduzione – implicano per le imprese un saldo negativo di oltre 3 miliardi nel solo 2025. Sull’IRES, come Assolombarda, proponiamo una soluzione più semplice ed efficace, che si compone di una tassazione in due fasi: una prima con un’aliquota ridotta (ad esempio al 17%) applicata al momento della produzione del reddito e una seconda (pari al restante 7%) al momento della distribuzione degli utili. Questo meccanismo incentiverebbe la patrimonializzazione delle imprese e la crescita. C’è, inoltre, molto da fare su transizione 4.0 e 5.0, che necessitano di meno vincoli e più semplificazione per poter essere realmente usate dal tessuto imprenditoriale. Con il Viceministro Leo sono stati fatti molti passi avanti, un esempio per tutti sono i significativi miglioramenti sulla cooperative compliance: ora dobbiamo proseguire nell’attuazione della riforma fiscale per far diventare il fisco una vera leva di sviluppo”.

Nel suo intervento il Direttore Generale di Assonime Stefano Firpo ha sottolineato che: “La riforma deve ancore esprimere il suo pieno potenziale riformatore. In parte perché alcune innovazioni non potranno che produrre effetti nel medio lungo periodo (riunificazione delle norme nei testi unici) e in parte a causa dell’assenza di risorse pubbliche ad essa dedicate – giacché il fiscal drag che ha portato almeno 25 miliardi di extra gettito nelle casse dello Stato è stato utilizzato per l’abbattimento del deficit – la riforma non è in grado di alleggerire il carico fiscale sulle imprese. Tuttavia, la riforma dopo i primi interventi può ancora fare molto sul fronte della semplificazione e del rafforzamento della certezza del diritto in materia tributaria, elementi che rimangono cruciali per rendere il nostro sistema più competitivo e attrattivo. Sul fronte della semplificazione Assonime pensa che si possa fare molto di più adottando fino in fondo uno spirito riformatore e utile alle imprese. Una migliore integrazione dei sistemi di controllo fra TCF, 231, 262 e compliance doganale; una compiuta razionalizzazione del regime di libera circolazione delle perdite; una piena rilevanza fiscale della correzione degli errori contabili e più in generale una più spinta derivazione dal bilancio, unitamente a un maggiore appeal dell’attuale disciplina di affrancamento dei maggiori valori contabili delle immobilizzazioni sono giusto alcuni esempi dove la riforma può farsi più coraggiosa”.

Per il Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, “la riforma fiscale del governo Meloni sta rivoluzionando il nostro sistema tributario e rappresenta il primo vero intervento organico dopo oltre cinquant’anni. Abbiamo potenziato strumenti innovativi come ladempimento collaborativo, che rafforza il rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuenti. Vogliamo un fisco che non sia percepito come un ostacolo, ma come un alleato per chi produce valore, investe, assume, innova. Siamo comunque consapevoli che si può fare sempre meglio e siamo convinti di poter alimentare un dialogo proficuo con il mondo dell’impresa per rendere ancor più efficace tutto il capitolo che riguarda le aziende, perché, ricordiamolo, queste sono il motore del cambiamento sociale della nostra società e non possiamo certo pensare di costruire un qualcosa di nuovo senza comprenderne le esigenze e valorizzarne il contributo”.

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