Prestito personale

Delibera veloce

 

Abolire i miliardari? – SettimanaNews


Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Zohran Mamdani durante la sua campagna elettorale

Qualche giorno fa, il giovane candidato che ha vinto a sorpresa le primarie del partito Democratico per diventare sindaco di New York, Zohran Mamdani, ha detto che «i miliardari non dovrebbero esistere». Questo ha generato una serie di reazioni interessanti che si collegano, e poi vi spiego perché, al dibattito in Italia sulla cittadinanza e alle possibili convergenze tra PD e Forza Italia sul cosiddetto Ius Italiae.

Mamdani ha 33 anni, è nato in Uganda, si definisce socialista, ha una serie di proposte radicali per New York che rispondono al disagio di tanti cittadini che non possono più permettersi la città in cui vivono, un fenomeno che in Italia si registra a Milano. Affitti troppo costosi, reddito e tempo assorbito da spostamenti, parcheggi, abbonamenti ai mezzi pubblici, tasse locali esagerate. Mamdani vuole bus gratuiti, alcuni supermercati pubblici, blocco degli affitti.

Radicalità e novità: l’analisi di Mattia Diletti

Ho chiesto a Mattia Diletti, esperto di politica americana che insegna alla Sapienza, di spiegarci come si inserisce la vittoria a sorpresa di Mamdani alle primarie nel tentativo dei Democratici di reinventarsi dopo la sconfitta contro Donald Trump nel 2024.

I Democratici sono ancora in mezzo al guado, perché c’è una spaccatura profonda all’interno del Partito Democratico, che precede persino l’elezione di Donald Trump. In modo abbastanza classico, esiste una linea più moderata – soprattutto in relazione all’alleanza con il mondo finanziario ed economico – e una parte del partito più radicale. Questo conflitto il partito se lo porta dietro da un po’.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

In realtà c’è anche una questione che riguarda il ringiovanimento della classe dirigente: è evidente che c’è una domanda di volti nuovi. Alcuni attori della politica democratica sono ormai figure consumate, come ha dimostrato la sconfitta di Andrew Cuomo nelle primarie per il sindaco del Partito Democratico.

Secondo me, non c’è una ricetta unica per il futuro del Partito Democratico. Esiste una domanda di «rottamazione», per usare una metafora italiana. Zohran Mamdani ha vinto a New York con una piattaforma radicale e una biografia radicale, ma non è detto che quella ricetta funzioni anche altrove.

In New Jersey, ad esempio, ha vinto una candidata moderata, ma nuova: Mikie Sherrill, ex pilota di elicotteri della Marina degli Stati Uniti, ex procuratrice federale e oggi deputata, che ha portato proposte meno radicali rispetto a quelle di Mamdani, ma ha parlato della stessa questione – l’affordability, cioè la difficoltà per gli americani di vivere con il proprio stipendio senza essere sempre sull’orlo della crisi.

Il 60 % degli americani, come ricorda sempre Bernie Sanders, vive di stipendio in stipendio («check by check»): ogni mese riceve lo stipendio e lo finisce, oppure si indebita. Zohran Mamdani ha capito che questa era una domanda presente soprattutto nella classe media di New York, e rappresenta un volto nuovo, molto efficace dal punto di vista comunicativo.

Abolire i miliardari o tassarli?

Per finanziare il suo piano, Mamdani vorrebbe tassare i residenti a New York che guadagnano più di un milione di dollari, una scelta che genererebbe 4 miliardi di gettito, dice lui. E vorrebbe anche alzare l’aliquota marginale sulle imprese dal 7,25 all’11,5 per cento.

Ci sono dei problemi tecnici e politici con queste proposte, la governatrice Democratica dello Stato di New York Kathy Hochul che dovrebbe approvare l’aumento delle tasse è contraria. Ma non avrà certo vita facile, nel 2026, a cercare la rielezione come paladina di aziende e miliardari.

Poi c’è il problema che alcuni – ma certo non tutti – dei milionari e alcune delle aziende potrebbero trasferirsi altrove. Negli ultimi anni c’è stata una fuga analoga dalla California verso il Texas, per sfuggire a tasse, regole ambientali e altri vincoli di matrice Democratica.

Come si capisce anche da questi brevi cenni, Mamdani non ha alcuna intenzione di abolire per legge i miliardari, ma si connette a una tesi che circola da anni nel mondo Democratico, sostenuta dalla componente più radicale di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez che sostiene che ogni miliardario è un «policy failure», un fallimento di politica economica.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Perché significa che qualcosa è andato storto nella società se alcuni individui si trovano ad accumulare enormi ricchezze mentre altri restano schiacciati in basso.

La cosa sorprendente, almeno per me, è la quantità di reazioni indignate alle tesi tutto sommato molto moderate, socialdemocratiche, di Mamdani. Cito per tutte quella del Financial Times, che ha pubblicato un articolo del direttore dell’American Enterprise Institute Michael Strain:

È assurdo prendere di mira i miliardari con politiche punitive. Non dovrebbero essere trattati come dei paria da ridimensionare, né come macchine per generare entrate a beneficio del resto della società. Al contrario, meritano di essere trattati come dovremmo esserlo tutti: come cittadini a pieno titolo, con diritti e doveri, che beneficiano della società e vi contribuiscono allo stesso tempo.

I suoi argomenti a difesa dell’esistenza dei miliardari sono meritocratici: gente come Jeff Bezos è diventata miliardaria perché ha generato un enorme valore per la collettività attraverso imprese, servizi, tecnologia. E di tutto quel valore si è appropriata di una piccola parte, qualche decina o centinaia di miliardi. Contestare questa possibilità di arricchimento significa rimuovere l’incentivo all’innovazione e dunque al progresso.

Questo argomento ha due problemi: il primo è che non considera l’utilità marginale decrescente del denaro. Jeff Bezos ha un patrimonio di 250 miliardi, avrebbe inventato comunque Amazon se avesse avuto la prospettiva di arrivare soltanto a 125 miliardi? O anche soltanto a 2 miliardi? Probabilmente sì.

Il secondo problema con la difesa meritocratica dei miliardari è che non si applica alla seconda generazione. Se un miliardario che si è guadagnato la ricchezza è un potenziale problema, uno che l’eredità è uno scandalo. Lo pensa persino Bill Gates, che ha deciso di spendere in cause filantropiche tutto quel che resta del suo patrimonio, circa 115 miliardi, perché non considera giusto lasciarlo ai suoi figli.

Non ci sono vere ragioni per tollerare i miliardari, se non una: anche ammesso che l’accumulazione di ricchezza sia un problema da correggere, intervenire è molto difficile. Perché, e qui arriviamo alla questione della cittadinanza, i miliardari riescono a sottrarsi alla giurisdizione statale che vincola le persone normali, oppure riescono a piegarla alle proprie esigenze.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Pagare meno tasse

Mi ha colpito un articolo uscito sul Corriere della Sera con questo titolo: «I milionari alla ricerca dei “paradisi”, 3.600 verso l’Italia». Nel pezzo di Francesco Bertolino si spiega che 142 mila milionari sono pronti a traslocare nel 2025, e l’Italia è il terzo Paese preferito come destinazione con 3600 potenziali arrivi dopo Emirati Arabi e Stati Uniti, ma prima della Svizzera.

Perché? Beh, perché dal 2017 l’Italia è un paradiso fiscale per milionari, consente di pagare per 15 anni una flat tax sui redditi generati all’estero, soltanto 100.000 euro che dal 2025 sono diventati 200.000. Una inezia, se si pensa che la norma è stata fatta su misura di calciatori come Cristiano Ronaldo o di finanzieri come Davide Serra che hanno redditi molto elevati.

I dati dell’articolo del Corriere vengono da un’analisi dello studio legale Henley & Partners. Lo slogan dell’azienda è «avere una residenza o cittadinanza alternativa è la forma migliore di assicurazione». In realtà, come poi si spiega sul sito, è la forma migliore per pagare meno tasse.

Si scopre che ci sono molti Paesi – alcuni dei quali sconosciuti, peraltro – che offrono la cittadinanza e condizioni fiscali di favore in cambio di investimenti. Lo studio Henley & Partners si vanta non soltanto di sapere come sfruttare queste opportunità, ma di aver contribuito a progettarle insieme agli Stati che possono diventare poi la residenza vantaggiosa per i suoi clienti:

I programmi di cittadinanza per investimento offrono alle famiglie il privilegio di acquisire una cittadinanza alternativa, che a sua volta conferisce loro il diritto di viaggiare liberamente verso varie destinazioni e di stabilirsi in un altro paese. Oltre 100 paesi, inclusi importanti destinazioni in Europa e nei Caraibi, dispongono di una qualche forma di legislazione in materia di migrazione tramite investimenti.

Di questi, circa 30 programmi di residenza e/o cittadinanza per investimento sono attualmente operativi con successo, molti dei quali sono stati progettati e implementati da Henley & Partners.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Ecco, se il candidato Democratico per New York Mamdani volesse altri argomenti per sostenere la sua tesi che i miliardari non dovrebbero esistere, gli consiglio di citare parola per parola il sito di Henley & Partners.

La cittadinanza oligarchica: l’analisi di Lea Ypi

Di questi temi si è occupata la filosofa Lea Ypi nel libro Confini di classe per Feltrinelli, mi pare utile riproporre la sua analisi.

La cittadinanza, oggi, è uno strumento di selezione economica e sociale. I criteri per ottenerla – reddito, istruzione, competenze linguistiche – riflettono e rafforzano le gerarchie già esistenti nella società. Chi ha più mezzi ha accesso più rapido e stabile a uno status giuridico che garantisce diritti fondamentali, mentre chi è più vulnerabile resta esposto all’arbitrarietà dello Stato, alla precarietà legale, alla criminalizzazione.

Questo ci fa capire che, per un verso, lo Stato moderno si presenta come neutrale, ma in realtà agisce come custode di privilegi.

La cittadinanza, da veicolo di emancipazione universale – quale era all’alba dell’espansione democratica dei diritti – viene così ridotta a un meccanismo di esclusione di classe. Non è più uno strumento egualitario, ma uno strumento oppressivo: la democrazia, appunto, si deteriora in oligarchia, nel senso antico greco del termine, cioè come potere detenuto da una minoranza di più ricchi.

Lo Ius Italiae

E così arriviamo all’Italia: la questione della cittadinanza è l’inevitabile corollario di qualunque dibattito sulla disuguaglianza. Fin dalla rivoluzione americana, tassazione e rappresentanza sono legate.

In Italia al momento uno come Mamdani, che ha 33 anni ed è arrivato negli Stati Uniti a 7 anni, probabilmente starebbe ancora aspettando di diventare cittadino.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Forza Italia ha deciso di riprovare a spingere in Parlamento un progetto di legge che introduce il concetto di Ius Italiae, cioè la possibilità di diventare cittadini a 16 anni per i minori stranieri che hanno frequentato tutte le scuole dell’obbligo in Italia (uno col percorso di Mamdani sarebbe appunto escluso).

Il Partito Democratico è favorevole a discuterne, Fratelli d’Italia e Lega contrarissimi. Su Libero il direttore Mario Sechi, già portavoce della premier Giorgia Meloni, evoca addirittura la crisi di Governo se il progetto dovesse andare avanti. In effetti su queste due questioni, disuguaglianza e cittadinanza, si decide l’identità di partiti e governi. E infatti subito Forza Italia ha smussato il suo desiderio di Ius Italiae, la premier ha detto che non è prioritario. Dice Sechi che in gioco c’è la nostra identità, nostra intesa come della destra, più che italiana.

La destra – quella americana di Donald Trump ma anche quella italiana di Giorgia Meloni e Matteo Salvini – ha scelto di volere una società dove milionari ed evasori fiscali sono incentivati dallo Stato a spese dei lavoratori dipendenti e gli immigrati deportati, i loro figli tenuti ai margini, costretti a pagare le tasse senza possibilità di partecipare alla vita pubblica.

Il centrosinistra italiano non riesce ad avere opinioni altrettanto nette come quelle di Mamdani. E quindi non vince.

  • Dal Substack di Stefano Feltri, Appunti, 5 luglio 2025.

appunti

Print Friendly, PDF & Email



Source link

Prestito personale

Delibera veloce

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati