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Dl Economia 2025, Confprofessioni: più spazio ai professionisti


Confprofessioni analizza le misure chiave del Dl Economia 2025 in Parlamento: PNRR, welfare e internazionalizzazione al centro del confronto per un nuovo patto tra Stato e libere professioni.

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di Carlo Girella, Confprofessioni

Il Consiglio dei ministri, nella seduta del 20 giugno scorso, ha dato il via libera al decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95, sulle Disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali”. Il cosiddetto Dl Economia, attualmente all’esame del Parlamento per il consueto iter di conversione in legge, è uno strumento omnibus che punta a fronteggiare una serie di emergenze economiche e sociali attraverso l’erogazione di risorse e l’introduzione di misure normative speciali.

In tale contesto, la Commissione Bilancio del Senato ha invitato Confprofessioni a predisporre una memoria scritta sul provvedimento, in cui vengono analizzati i punti di maggiore interesse per il settore professionale.

PNRR: maggiore coinvolgimento dei professionisti

Accelerare l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è uno degli obiettivi prioritari del disegno di legge. Un impegno ormai improcrastinabile, alla luce della recente approvazione da parte della Commissione europea dell’erogazione della settima rata del Piano, pari a 18,3 miliardi di euro. Per garantire l’effettiva realizzazione dei progetti e scongiurare il rischio di interruzione delle opere pubbliche e dei cantieri, l’Esecutivo ha stanziato ulteriori fondi attraverso il potenziamento del Fondo Opere Indifferibili (FOI) e ha introdotto maggiore flessibilità nei meccanismi di cofinanziamento.

Secondo Confprofessioni, a frenare la corsa del PNRR ha contribuito anche il limitato coinvolgimento dei liberi professionisti. Una risorsa che, se adeguatamente valorizzata, avrebbe potuto fungere da ponte tra Pubblica Amministrazione, enti locali e società civile, offrendo un supporto tecnico essenziale. Le esperienze maturate nel campo della ricostruzione post-sismica e dei bonus edilizi confermano l’importanza di attivare tempestivamente competenze professionali radicate sul territorio.

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Da qui l’auspicio che il percorso del PNRR rappresenti anche l’occasione per ripensare l’architettura della PA, orientandola verso una maggiore apertura, efficienza e collaborazione con il mondo delle professioni.

Maternità e lavoro autonomo: un welfare da consolidare

Il disegno di legge prevede, all’art. 6, un intervento a favore della genitorialità: un’integrazione al reddito, erogata dall’INPS, destinata alle madri lavoratrici con almeno due figli. Un segnale importante che, oltre al sostegno economico diretto, riconosce la parità tra lavoratrici dipendenti e autonome. Questo includendo nella platea delle beneficiarie sia le professioniste iscritte alle Casse professionali che quelle iscritte alla Gestione Separata.

Nonostante la validità della misura, Confprofessioni ritiene che la durata dell’intervento (settembre 2025 – dicembre 2026) sia troppo limitata per avere un impatto significativo sul trend demografico della società italiana, alle prese con un vero e proprio inverno demografico.

In tale direzione, si torna a invocare una riforma strutturale: razionalizzare l’attuale sistema di bonus e assegni, concentrando le risorse su interventi prioritari e stabili nel tempo, capaci di offrire alle madri un vero progetto di continuità lavorativa e professionale.

Proprio in questo solco si inseriscono le proposte contenute nel progetto di legge elaborato dalla Consulta per il lavoro autonomo del CNEL (A.S. 1386 e A.C. 2261). Il progetto introduce una soglia minima inderogabile per il trattamento di maternità delle professioniste iscritte alla Gestione Separata. Maternità da finanziare con le risorse già disponibili nel bilancio INPS. Un sostegno economico essenziale per impedire l’interruzione o la cessazione dell’attività lavorativa. Soprattutto in un settore dove la donna libera professionista, se costretta a fermarsi, rischia di disperdere competenze, potenzialità economiche e la propria rete di clienti.

Nel mondo degli studi professionali, dove la presenza femminile rappresenta la maggioranza, Confprofessioni da tempo riserva particolare attenzione alla tutela delle lavoratrici. La Confederazione, attraverso gli enti bilaterali Cadiprof ed Ebipro, ha infatti potenziato negli anni le prestazioni legate alla maternità e alla conciliazione vita-lavoro. E il recente rinnovo del CCNL di comparto ha introdotto un’ulteriore integrazione economica dell’indennità di maternità a carico del datore di lavoro, riconoscendo il valore sociale ed economico della maternità nelle realtà professionali.

Internazionalizzazione: professionisti al fianco delle imprese

Il disegno di legge prevede, inoltre, un rafforzamento del sostegno all’internazionalizzazione del settore produttivo. Questo in linea con il “Disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese”, all’esame de Senato. I liberi professionisti condividono con le imprese l’esigenza di un’apertura all’internazionalizzazione per crescere ed esplorare nuove opportunità di mercato per i propri servizi. Inoltre, sono considerati partner strategici per accompagnare le MPMI nell’individuazione di nuovi clienti e nella consulenza per lo sviluppo di prodotti, servizi e strategie di marketing.

Per sfruttare appieno queste opportunità, è fondamentale investire in un ampliamento e aggiornamento continuo delle competenze professionali, tecnologiche, linguistiche e di business strategy. In quest’ottica, risulterebbe opportuno introdurre incentivi mirati anche per i liberi professionisti, valorizzando il loro ruolo nei processi di innovazione e crescita.

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Conclusioni

Gli interventi messi in campo dal Governo, tramite il Dl “Economia”, appaiono opportuni e ben calibrati. Resta però la necessità di:

  • Rendere strutturali le misure di sostegno all’economia e al lavoro;
  • completare la riforma fiscale;
  • coinvolgere le libere professioni in un nuovo piano di sviluppo. Piano che includa l’apertura di spazi di mercato, lo stimolo all’aggregazione, e il coinvolgimento in attività di sussidio alla PA.

Leggi anche: Confprofessioni e l’IA etica: soluzioni e valori per guidare la transizione digitale



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