La Cina sta vivendo un cambiamento radicale nel modo in cui le sue aziende più innovative accedono al capitale. Le nuove società tecnologiche cinesi stanno rinunciando alle quotazioni all’estero. Se una volta erano poche le aziende cinesi che preferivano i mercati nazionali a quelli di New York o Londra, adesso stiamo assistendo a un vero e proprio boom.
Sebbene questa tendenza possa sembrare una sfida per gli investitori internazionali, in realtà potrebbe rappresentare un’enorme opportunità per chi sa dove guardare.
Lo Shanghai Stock Exchange Science and Technology Innovation Board, noto anche come STAR Market, è la risposta della Cina a questa nuova realtà. Lanciato nel luglio 2019, è stato ideato specificamente per mantenere in patria le aziende migliori e più innovative della Cina.
Lo STAR Market può essere considerato come il NASDAQ cinese e comprende le aziende nazionali ad alta crescita nel settore scientifico e tecnologico, attive in segmenti quali l’IT di nuova generazione, la biomedicina, le nuove energie e la protezione dell’ambiente. La caratteristica distintiva di questo mercato è che le aziende possono evitare gran parte della burocrazia che tradizionalmente ha ostacolato le IPO cinesi.
Accelerazione legata alla guerra tariffaria
Le tensioni commerciali iniziate nel 2018 si sono trasformate in qualcosa di molto più grande. I dazi hanno raggiunto in un certo momento il 145% sui prodotti cinesi. Pechino ha reagito con misure punitive. Il risultato? Un contesto in cui i mercati nazionali appaiono improvvisamente come porti sicuri per la raccolta di capitali.
Ma non sono solo le tensioni commerciali a determinare questo cambiamento. Le autorità di regolamentazione cinesi sono intervenute con nuove norme molto incisive. Le società devono ora registrarsi presso la China Securities Regulatory Commission prima di poter procedere alla quotazione all’estero. L’impatto è stato notevole: il tempo medio che una società cinese deve attendere per ottenere l’approvazione offshore è passato da 2-3 mesi a 6 mesi o più.
Sebbene nel 2024 si sia registrato un rallentamento delle IPO, le autorità di regolamentazione cinesi hanno incoraggiato la promozione delle IPO e stimolato i mercati azionari cinesi.
La pipeline degli unicorni: dove stanno andando i grandi nomi
Un ulteriore conferma di questo trend viene dagli unicorni tech, tra le società più promettenti in Cina.
Shein, il gigante del fast fashion che un tempo puntava a Londra, ha incontrato un ostacolo normativo quando le autorità cinesi hanno negato l’approvazione. E adesso, l’azienda sta virando verso Hong Kong.
ByteDance racconta una storia simile. Nonostante abbia una valutazione di 300 miliardi di dollari, la società madre di TikTok sta valutando opzioni nazionali per il suo core business. Hong Kong è in cima alla lista delle preferenze, anche se lo STAR Market di Shanghai rimane in gioco.
Non si tratta solo di due aziende. Si tratta di un’intera generazione di aziende tecnologiche cinesi che in passato avrebbero automaticamente scelto New York o Londra. Ora stanno rimanendo in patria.
Isolamento geopolitico: un vantaggio strategico
A differenza di molti altri settori cinesi, le società quotate sul mercato STAR godono di un vantaggio di protezione fisiologico. Molte di queste aziende tecnologiche servono principalmente i mercati nazionali o hanno attività globali diversificate che non dipendono in modo significativo dall’accesso al mercato statunitense.
Il governo cinese considera l’autosufficienza tecnologica una priorità strategica, fornendo sostegno politico e investimenti che isolano ulteriormente queste aziende dalle pressioni esterne. Ciò conferisce alle società quotate sul mercato STAR un vantaggio competitivo naturale nel loro enorme mercato interno.
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