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Manifattura trevigiana in recupero nei primi mesi del 2025


I dati del primo trimestre 2025 del comparto manifatturiero della provincia di Treviso confermano il quadro di incertezza riscontrato a livello regionale. A rilevarlo è l’indagine congiunturale di Unioncamere Veneto, che ha coinvolto un campione rappresentativo di imprese con almeno 10 addetti (coinvolte 500 aziende della provincia di Treviso, per un totale di 51.280 addetti). Il confronto con il primo trimestre 2024 segna un arretramento su tutti i principali indicatori su base annua. La produzione cala del -4,4% e il fatturato del -4,3%.

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Tuttavia, il confronto con il trimestre precedente (ovvero con gli ultimi tre mesi del 2024) mostra un trend di recupero: +2,1% per la produzione e +2,5% per il fatturato. Bene anche gli ordini esteri, che registrano un +3,2% congiunturale, spinti anche da strategie di anticipo per evitare dazi, pur restando in lieve flessione annua (-1,0%). Stabili gli ordini interni. Si riducono leggermente i giorni di produzione garantiti dagli ordini, scesi da 55,6 a 53,7 giorni.

In definitiva, i segnali sono di una moderata ripresa con l’inizio del 2025. Sono complessivamente 9.142 le imprese manifatturiere in provincia di Treviso (dato aggiornato al terzo trimestre 2025).

“Il manifatturiero locale mostra una certa capacità di tenuta, in un contesto internazionale assai fragile – spiega il presidente della CNA territoriale di Treviso, Gianpaolo Stocco –. L’incertezza internazionale, in particolare su dazi, costi delle materie prime, con riferimento alle tensioni geopolitiche, continua a pesare sulle aspettative delle imprese. Per consolidare la ripresa iniziata nei primi mesi del 2025 è fondamentale garantire un contesto di maggiore stabilità e politiche industriali mirate, in particolare a sostegno delle esportazioni e della domanda interna. Nella Marca la tenuta del mercato manifatturiero è gran parte merito del mondo artigiano, delle piccole e medie imprese che continuano ad innovare, ma che sono anche le imprese che trovano maggiori difficoltà a rimanere a galla, sotto il peso della pressione fiscale e della burocrazia. La richiesta di CNA alle istituzioni è di fare di più per questo tessuto manifatturiero di piccoli e medi imprenditori. Alle nostre reiterate richieste di riduzione delle tasse e della burocrazia, aggiungiamo la richiesta di introdurre concrete agevolazioni per la creazione di Reti d’Impresa”.

“Per rimanere competitive sul piano nazionale ed internazionale, infatti, le imprese manifatturiere devono rimanere al passo con i tempi, devono saper innovare – aggiunge Stocco -. E questo avviene spesso grazie alle piccole manifatture, che riescono ad essere più flessibili, a sperimentare di più in termini di innovazione in tempi stretti. Ma che al tempo stesso non sono in grado di affrontare da sole tematiche più complesse, penso ad esempio alla certificazione dei prodotti, cosa ormai divenuta essenziale, ma che una piccola azienda da sola non riesce a fare. Per questo, pensiamo alla possibilità di introdurre agevolazioni o una detassazione per le Reti d’Impresa, favorendo la creazione di filiere positive e virtuose, in grado di valorizzare le piccole manifatture proiettandole in dimensione di mercato più ampio”.

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