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Mediocredito Centrale, Morningstar DBRS conferma rating BBB e trend Positivo – Economia e Finanza


(Teleborsa) – Morningstar DBRS ha confermato tutti i rating creditizi di Mediocredito Centrale, incluso il Long-Term Issuer Rating a “BBB” e il Short-Term Issuer Rating a “R-2 (high)”. L’agenzia di rating ha inoltre confermato il trend “Positivo”.

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Viene evidenziato che, MCC, una piccola banca pubblica con circa 14,5 miliardi di euro di attività totali a fine marzo 2025, è responsabile del supporto alle piccole e medie imprese (PMI) e alle famiglie, in particolare nel Sud Italia, principalmente attraverso finanziamenti e partnership strategiche, gestendo e fornendo incentivi pubblici e sussidi. Morningstar DBRS si aspetta che lo Stato italiano fornisca supporto a MCC in caso di necessità, grazie alla proprietà della banca e alla sua missione pubblica, che Morningstar DBRS ritiene siano i pilastri fondamentali alla base del rating creditizio di MCC. Dal 2017, MCC è interamente di proprietà dello Stato italiano tramite proprietà indiretta tramite Invitalia, a sua volta interamente di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In collaborazione con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (IFTD), MCC ha partecipato al salvataggio di BdM Banca (BdM; precedentemente Banca Popolare di Bari) nel 2020 ed è diventata la capogruppo del Gruppo Mediocredito Centrale, un gruppo bancario composto da MCC, BdM e Cassa di Risparmio di Orvieto (CRO), ex controllata di BdM e successivamente scorporata. Tuttavia, MCC sta cedendo l’intera partecipazione detenuta in CRO a Banca del Fucino.

La redditività di MCC è migliorata dall’acquisizione di BdM, sostenuta da tassi di interesse più elevati, dalla crescita dei prestiti e dalla diversificazione dei ricavi, nonché da una maggiore disciplina dei costi, da minori accantonamenti per perdite su crediti e da minori rischi legali. Secondo Morningstar DBRS, la diversificazione dei ricavi, unita ai risparmi sui costi e alle sinergie derivanti dalla progressiva integrazione di BdM, dovrebbe aiutare MCC a compensare l’impatto negativo sulla redditività derivante dal calo dei tassi di interesse, dai maggiori investimenti digitali, dai potenziali maggiori costi del credito dovuti all’ulteriore ristrutturazione dei prestiti di BdM e alle tensioni commerciali, nonché dallo scorporo di CRO. MCC ha registrato un utile netto attribuibile di 29 milioni di euro nel primo trimestre del 2025, in crescita del 14% su base annua, principalmente grazie al miglioramento della redditività di BdM e ad alcuni effetti positivi di consolidamento. I ricavi totali sono aumentati del 26% su base annua nel primo trimestre del 2025, sostenuti da tutte le fonti di ricavo. Il margine di interesse netto è aumentato del 5% su base annua nel primo trimestre del 2025, poiché i bassi tassi di interesse sono stati più che compensati dai maggiori volumi di prestiti, dal maggiore contributo dei titoli a reddito fisso e dall’ottimizzazione dei costi di finanziamento. Le commissioni nette, che rappresentano il 34% del mix di ricavi di MCC, sono aumentate del 21% su base annua nel primo trimestre del 2025, mentre l’attività di trading e la rivalutazione positiva di alcuni investimenti hanno ulteriormente sostenuto i ricavi. L’efficienza operativa di MCC è notevolmente migliorata, con un rapporto costi/ricavi sceso a circa il 62% nel primo trimestre del 2025 dal 77% del primo trimestre del 2024. Il costo del rischio annualizzato (COR) di MCC si è attestato a ben 95 punti base (bps) nel primo trimestre del 2025, in aumento rispetto agli 80 bps del 2024; Tuttavia, il COR sottostante, esclusi gli accantonamenti per il derisking, è rimasto pressoché invariato a circa 52 punti base nel primo trimestre del 2025.

Morningstar DBRS ritiene che il profilo di rischio di MCC sia debole, seppur in miglioramento, considerando il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde (NPE) e crediti deteriorati (NPE) del 6,4%, come riportato dalla banca a fine marzo 2025, inclusi i titoli deteriorati garantiti dal Fondo di Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze, in calo rispetto al 9,2% registrato a fine 2021. Su base netta, il rapporto NPE era del 4% a fine marzo 2025, in calo rispetto al 5,6% registrato a fine 2021. La copertura totale degli NPE è aumentata al 48% a fine marzo 2025, rispetto al 46% circa registrato a fine 2024. I prestiti lordi stage 2 (prestiti il ??cui rischio di credito è aumentato dall’origination) rappresentavano circa l’11% dei prestiti lordi di MCC alla fine del 2024, in aumento rispetto al 9% alla fine del 2023. La maggior parte del portafoglio prestiti di MCC è concentrata in PMI e famiglie, il che implica una bassa concentrazione single-name. Inoltre, una parte significativa del portafoglio prestiti di MCC beneficia di garanzie statali. Morningstar DBRS prevede un aumento dei rischi per la qualità degli attivi in ??futuro a causa delle tensioni commerciali globali e della stagnazione dell’attività economica. La concentrazione delle esposizioni di MCC nelle PMI, in particolare nel Sud Italia più vulnerabile, aggiunge ulteriore rischio alla qualità degli attivi. Tuttavia, i criteri di erogazione del credito di MCC si sono recentemente inaspriti, portando a nuove origination di migliore qualità. Questo, unito a un ulteriore derisking e a un certo supporto all’espansione del credito, con l’allentamento dei tassi di interesse e il progresso della ristrutturazione commerciale di BdM, dovrebbe contribuire a mitigare l’impatto negativo sulla qualità degli attivi della Banca. MCC continua ad avere rischi legali significativi, seppur ridotti, principalmente attribuibili alle attività di BdM prima della sua acquisizione da parte di MCC.

MCC è esposta al rischio sovrano attraverso i suoi titoli di Stato italiani, che ammontavano a circa 2,2 miliardi di euro a fine marzo 2025, in calo del 28% rispetto alla fine del 2023 e pari a circa il 15% del suo totale attivo. Alla fine del 2024, il portafoglio di titoli di Stato di MCC rappresentava circa 2,1 volte il suo capitale CET1, significativamente inferiore rispetto al passato, a causa di una riduzione dell’esposizione e dell’accumulo di capitale. Il portafoglio è stato interamente classificato come “hold to collect and sell”, con un conseguente impatto diretto sul patrimonio netto della banca dovuto alla volatilità degli spread creditizi.



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