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Regole e mercato volatile frenano ancora i PPA


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Simone Rodolfi, Head of Origination di Axpo Italia

Dopo un 2024 in crescita, il mercato italiano dei Corporate PPA dovrebbe registrare il segno positivo anche nell’anno in corso. Ma è rallentato da una serie di fattori che portano le imprese ad aspettare e a rimandare le loro decisioni in ambito energetico.

«Nonostante alcuni elementi che possono frenarne lo sviluppo nel nostro mercato, quello dei Corporate PPA è un settore che ha mostrato segnali di crescita nel 2024 – spiega Simone Rodolfi, Head of Origination di Axpo Italia. Registriamo sempre maggiore attenzione da parte delle imprese nei confronti di uno strumento in grado di garantire sicurezza di approvvigionamento, certezza del prezzo e provenienza da fonti rinnovabili.

La prospettiva e la speranza per il 2025 è che questo trend possa intensificarsi, nonostante rimaniamo nell’ambito di un contesto piuttosto volatile dei mercati cui si unisce uno scenario regolatorio e legislativo che tende ancora eccessivamente a favorire posizioni attendiste».

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Prevale, ancora, l’opportunismo

E questo nonostante le tensioni geopolitiche degli ultimi anni e il loro riflesso sul costo dell’energia, che hanno stimolato le aziende a cercare soluzioni alternative.

«Il contesto attuale ha sicuramente accelerato l’apertura delle imprese verso soluzioni in grado di offrire maggiore stabilità e visibilità sui costi – commenta Rodolfi. I PPA rientrano in questo quadro, ma il livello di consapevolezza è ancora molto variabile. Piuttosto che sostenere una vera spinta verso la transizione energetica e la ricerca di prodotti più “green”, sembra ancora prevalere una logica di “opportunità” legata al prezzo in un contesto ove persiste una bassa propensione a bloccare un prezzo fisso per 10 anni».

Le grandi più mature delle PMI

Una situazione, però, non omogenea: a fare la differenza è la dimensione aziendale, direttamente collegata a una maggiore maturità nelle proprie strategie di approvvigionamento energetico.

«Le grandi imprese, soprattutto quelle con presenza internazionale, sono generalmente più strutturate anche rispetto alla considerazione della componente energetica come elemento di competitività – conferma Rodolfi – e risultano più pronte a sostenere questo genere di accordo, sia in quanto a professionalità che in termini di consapevolezza. Diverso il discorso per le PMI, per cui predisponiamo soluzioni tailor made ma dove spesso manca una conoscenza approfondita dello strumento. Per loro persiste un certo scetticismo e il tema relativo all’approvvigionamento energetico viene affrontato con un’ottica di breve termine».

Il valore della consulenza

Ecco allora che diventa fondamentale il ruolo di accompagnamento delle aziende nei progetti che portano a un Corporate PPA.

«Il nostro genere di proposta è oggi scalabile e graduale – afferma Rodolfi. Partiamo sempre da un confronto diretto con l’azienda, per capirne il fabbisogno energetico, i meccanismi che regolano lo sviluppo del business, il posizionamento rispetto al tema della sostenibilità e le peculiarità dello specifico contesto competitivo. Cerchiamo di semplificare il meccanismo di sottoscrizione, rendendo chiari per l’azienda tutti i passaggi e le diverse componenti in cui si sostanzia il PPA trovando con l’azienda un accordo rispetto al prezzo, alla durata, alla fonte e alle necessarie garanzie creditizie.

La proposta è strutturata e graduale e mira ad agevolare l’accesso ai Corporate PPA anche promuovendo soluzioni a diversi step». I vantaggi principali sono legati alla pianificazione nel medio e lungo termine, perché «quello che le aziende apprezzano di più è la possibilità di avere una visione chiara e stabile dei costi energetici nel tempo. Un PPA permette di concretizzare gli obiettivi di sostenibilità in modo reale, con risultati misurabili e tangibili. Questo spesso fa la differenza».

In ritardo su Nordics, Spagna e Francia

Il ritardo sul fronte dei PPA rischia di rivelarsi uno svantaggio competitivo per le aziende italiane, vista l’elevata diffusione di questo strumento in altri mercati, anche simili al nostro.

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«Come operatore impegnato a livello internazionale nella proposta di questo genere di accordo – continua Rodolfi – possiamo dire che esiste un doppio filone di sviluppo su cui è indispensabile puntare l’attenzione. I paesi nordici hanno un oggettivo vantaggio legato alla disponibilità di modelli economici ed “energetici” molto più maturi e difficilmente paragonabili a quello italiano. D’altro canto, anche rispetto a mercati simili, l’Italia appare in ritardo.

In Spagna o Francia negli ultimi anni il mercato dei PPA ha fatto registrare una crescita molto sostenuta, anche in assenza di un forte intervento regolatorio, favorendo una maggiore conoscenza e partecipazione ai rischi da parte di produttori e consumatori e promuovendo formule contrattuali innovative. In questi Paesi trovano spazio crescente soluzioni altamente innovative di prezzo che risultano più interessanti anche dal punto di vista degli istituti di credito».

Serve un contesto favorevole

Lo sviluppo dei PPA non è quindi conseguenza solo dell’interesse delle imprese o della buona volontà degli operatori di settore, ma di iniziative mirate alla creazione di un contesto favorevole alla loro diffusione.

«L’esperienza ci insegna che gli elementi che concorrono alla crescita e all’affermazione dei PPA sono fondamentalmente tre – elenca Rodolfi. In primis, lavorare sulla regolamentazione, affinché ottimizzi i procedimenti amministrativi e burocratici per la messa a terra di nuovi impianti FER. In secondo luogo, una cultura aziendale che maturi la propensione da parte delle corporate a effettuare una programmazione industriale e finanziaria che superi la visione limitata a due o massimo tre anni.

Infine, gli investimenti in efficientamento energetico e autoproduzione con focus sul fotovoltaico. Quest’ultimo punto, infatti, non è una alternativa al Corporate PPA ma, anzi, concorre insieme a esso a creare quella differenziazione nell’approvvigionamento che supporta gli obiettivi della carbon footprint dell’azienda e aiuta l’intero sistema a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità e carbon neutrality».

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di giugno 2025 di Energia&Mercato.

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