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Unicredit al 20 per cento di Commerz, Gae Aulenti può salire a ridosso del 30


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Uncredit si rafforza in Commerzbank. Il gruppo guidato da Andrea Orcel ha portato al 20% il proprio pacchetto azionario nella banca di Francoforte convertendo in titoli una parte degli strumenti finanziari che aveva in mano. L’istituto milanese aveva iniziato a costruire la propria partecipazione nel banca tedesca lo scorso settembre, comprando una quota messa dal mercato del governo tedesco e poi salendo fino al 9,5% . Nel frattempo, in attesa di ricevere le autorizzazioni, ora arrivate, per portarsi a ridosso del 30 per cento, aveva costruito una cosiddette posizione sintetica, ossia aveva acquistato strumenti finanziari pari al 18,5% del capitale, da convertire non appena avuto tutti i via libera. Una quota pari al 10% è stata ora trasformata in azioni, con i relativi diritti di voto.

LE QUOTE

«Unicredit intende convertire in azioni la restante posizione sintetica di circa il 9 per cento a tempo debito, raggiungendo circa il 29 per cento dei diritti di voto», spiega il gruppo di Piazza Gae Aulenti in una nota. Con questi passi il gruppo italiano diventa il maggiore azionista di riferimento di Commerz. Ora Orcel e i suoi devono convincere il governo di Berlino della sua strategia. Finora la cancelleria tedesca si è dimostrata fredda e ostile. Una posizione che non è cambiata con l’avvicendamento tra il socialdemocratico Olaf Scholz e il cristiano democratico, Friedrich Merz, che governa in coalizione con la Spd.

Nei giorni scorsi Unicredit ha inviato una lettera al governo federale per aprire il dialogo e spiegare i benefici dell’operazione, chiarendo che non si tratta di una scalata ostile. In particolare Unicredit ha messo l’accento sul sostegno che potranno ottenere le piccole e medie imprese, nazionali, cuore pulsante del sistema produttivo della prima manifattura in Europa.

Contabilità

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Oggi intanto Unicredit il Tar discuterà nel merito del ricorso presentato dal gruppo di Piazza Gae Aulenti contro le prescrizioni previste dal governo all’offerta pubblica di scambio lanciata su Banco Bpm. L’esecutivo ha esercitato il cosiddetto golden power fissando paletti sui tempi di uscita di Unicredit dal mercato russo e dettando condizioni sull’ammontare dei prestiti e mutui alle famiglie, sui finanziamenti ai progetti infrastrutturali e sugli investimenti in titoli di Stato.

Il dossier golden power è al vaglio della Commissione Ue. Ieri è trapelata l’indiscrezione di una prossima comunicazione in arrivo da Bruxelles per chiedere a Roma ulteriori chiarimenti sul ricorso ai poteri speciali a tutela degli asset strategici. Nella comunicazione la direzione generale Conconcorrenza esporrà al governo, in via preliminare, le proprie valutazioni e i dubbi sull’uso del golden power in una operazione che riguarda due banche italiane.

L’esito delle verifiche di Bruxelles non si annuncia breve. Una volta ricevuta la lettera , l’Italia avrà una quindicina di giorni per rispondere. Per completare l’intero iter ci vorranno mesi. Quanto al termine dell’offerta di Unicredit per Piazza Meda la scadenza è fissata al prossimo 23 luglio.





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