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AI Act, ecco il codice di buone pratiche: come usarlo per adeguarsi


Oggi è stata pubblicata sul sito della Commissione europea la versione finale del Codice di buone pratiche per i modelli di IA per finalità generali, previsto dall’AI ACT, mentre il 2 agosto entra in vigore il regolamento per modelli di IA per finalità generali anche se l’enforcement, ossia le, sanzioni potranno scattare solo da agosto 2026.

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L’Europa è stata di parola. La pubblicazione va letta nel contesto di forte tensione nel mercato. Pochi giorni fa, un gruppo che comprende diverse aziende europee, operanti nei settori industriali, energetici, aerospaziali e digitali, ha firmato una lettera aperta indirizzata alla Commissione europea[1].

L’obiettivo della lettera era quello di chiedere il rinvio di due anni nell’applicazione dell’AI Act (c.d. two-year “clock-stop”). Il cuore della richiesta concerneva l’incertezza normativa e l’onerosità degli obblighi previsti in tempi così stretti. La Commissione, tuttavia, non ha previsto alcuna sospensione o rinvio. Il regolamento seguirà la tabella di marcia prevista e il 2 agosto 2025 diventerà applicabile, tra gli altri, il Capo V dell’AI Act sui modelli di IA per finalità generali.

AI ACT: l’incertezza normativa e il ruolo della Commissione

La richiesta avanzata dalle imprese europee nasce da una necessità concreta; infatti, molte aziende lamentano uno scenario normativo ancora poco chiaro, anche in merito ai modelli di IA per finalità generali. L’assenza di linee guida dettagliate e con strumenti di valutazione ancora in fase di definizione non aiuta a migliorare la situazione.

La Commissione, anche attraverso l’AI Office, ha il ruolo di supportare i diversi attori a comprendere la portata delle disposizioni dell’AI Act e, in questo senso, ha già pubblicato sia delle linee guida (sulle pratiche di IA vietate e sulla definizione di sistema di IA) che delle domande e risposte sull’alfabetizzazione. A queste si aggiunge la consultazione pubblica sui sistemi di IA ad alto rischio, ancora aperta e destinata a confluire in ulteriori linee guida.

Tutti questi strumenti, seppur non vincolanti, sono realizzati per fornire un supporto concreto e il codice di buone pratiche, pubblicato sul sito della Commissione nella versione finale, rappresenta uno di questi. Infatti, il codice è uno strumento volontario, preparato da esperti indipendenti in un processo multi-stakeholder, progettato per aiutare l’industria a conformarsi agli obblighi dell’AI Act per i fornitori di modelli di IA per finalità generale. Di seguito ne approfondiamo il contenuto.

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Il Codice di buone pratiche per i modelli di AI per finalità generali

Il Codice è suddiviso in tre capitoli: Trasparenza, dedicato a tutti i fornitori di modelli di IA per finalità generali, al fine di facilitare la conformità agli obblighi di trasparenza; Diritto d’autore, che si rivolge anch’esso a tutti i fornitori di modelli di IA per finalità generali; Sicurezza e Protezione (“Safety and Security”), rilevante solo per i fornitori di modelli di IA per finalità generali con rischio sistemico.

La Commissione sul proprio sito[2] evidenzia gli obiettivi del codice, ossia: servire come documento guida per dimostrare la conformità agli obblighi previsti dagli articoli 53 e 55 dell’AI Act (in ogni caso, la Commissione ribadisce che l’aderenza al codice non costituisce la prova conclusiva di conformità agli obblighi dell’AI Act); garantire che i fornitori di modelli di IA per finalità generali rispettino le disposizioni dell’AI Act e facilitare l’AI Office nella valutazione di conformità.

Inoltre, al fine di facilitare la conformità e l’adempimento degli obblighi sulla trasparenza, nel capitolo del codice relativo a quest’ultima, è stato inserito un modulo che contiene la mappatura della documentazione del modello che permette ai firmatari del codice di tenere traccia della documentazione richiesta dalla normativa. Inoltre, il modulo sulla documentazione indica per ciascun elemento il destinatario dell’informazione (ad esempio, fornitori a valle, AI Office, autorità nazionali competenti).

Per completare l’iter, il codice dovrà essere approvato in via definitiva e a quel punto i fornitori di modelli di IA per finalità generale potranno aderirvi. Infine, la Commissione ha evidenziato che il codice sarà integrato da linee guida che saranno pubblicate prima dell’entrata in vigore degli obblighi relativi all’IA per finalità generali; quindi, entro il 2 agosto 2025.

Regolamento per modelli per finalità generali AI ACT

Poiché non è stata accolta la richiesta di fermare l’applicazione dell’AI Act, dal 2 agosto 2025 i fornitori di modelli per finalità generali dovranno rispettare gli obblighi del Regolamento. Non si tratta più di un orizzonte remoto: le aziende devono oggi pianificare, investire e aggiornare i propri processi per farsi trovare pronte. Nel fare ciò, attraverso il codice di buone pratiche, i diversi attori hanno a disposizione uno strumento in più per essere guidati nella conformità alla normativa.

Infine, occorre tenere in considerazione che se da una parte c’è il lavoro che devono e dovranno affrontare i fornitori di modelli di IA per finalità generali, dall’altra, la Commissione è chiamata a proseguire con coerenza nella pubblicazione di linee guida, documenti tecnici e strumenti operativi. L’attuazione efficace del Regolamento passa non solo dal rispetto delle scadenze, ma anche da una governance intelligente e da una capacità di ascolto che permetta di correggere rotte e sciogliere ambiguità senza compromettere la certezza del diritto.

Note


[1] https://aichampions.eu/

[2] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_1787

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