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Assemblea Abi, il presidente Patuelli: rischio recessione con i dazi. Il governatore: Ue sfrutti le incertezze Usa




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Ultim’ora news 11 luglio ore 14


Occorre «disinnescare» il protezionismo e i dazi per evitare effetti sui mercati e sulle banche e una «nuova recessione». Questo il monito del presidente Abi Antonio Patuelli nella sua relazione all’assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana 2025 a Milano. «Se si sviluppassero guerre commerciali, i mercati ne soffrirebbero, aumenterebbero le incertezze per le imprese, i crediti potrebbero deteriorarsi maggiormente e le banche ne subirebbero gli effetti» spiega. «Si rischierebbe una nuova recessione. Occorre disinnescare i rischi di protezionismi e nuovi dazi, misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano il libero mercato, le crescite economiche e sociali e la prosperità globale», ha aggiunto.

Panetta: Europa colga opportunità da incertezze su ruolo Stati Uniti

L’incertezza sul ruolo degli Stati Uniti nell’economia mondiale apre «nuove opportunità per l’Europa», gli fa eco il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel corso del suo all’assemblea dell’Abi. Lo scenario è quello in cui «gli investitori sono alla ricerca di alternative al dollaro e ai mercati americani, avviando – seppur gradualmente – un parziale riorientamento dei portafogli globali». L’Europa per cogliere queste opportunità deve rilanciare «con determinazione il progetto di integrazione, completando il mercato unico e adottando politiche comuni per l’innovazione, la produttività, la crescita».

Serve poi rafforzare l’architettura finanziaria: Significa superare l’attuale frammentazione del sistema finanziario, completare l’Unione dei mercati dei capitali e offrire agli investitori un titolo comune privo di rischio. Panetta a tal proposito ricorda le stime elaborate dalla Banca d’Italia: «Un mercato dei capitali integrato e fondato su un titolo comune privo di rischio potrebbe ridurre di mezzo punto percentuale il costo del finanziamento per le imprese, stimolando investimenti aggiuntivi per 150 miliardi l’anno. Già solo questo, a regime, si tradurrebbe in un incremento del pil europeo dell’1,5 per cento».

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Panetta rilancia richiamo su eurobond: servono per Unione mercati

Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta ha, poi, rilanciato i suoi richiami a creare degli eurobond, dei titoli di Stato comuni dell’Unione Europea. I progressi sull’Unione del mercato dei capitali «finora non hanno soddisfatto le attese». Questa «richiede interventi su più fronti: armonizzazione delle norme societarie, fallimentari e fiscali; uniformità degli obblighi informativi e contabili; rafforzamento della supervisione centralizzata dei mercati». Ma «per renderla pienamente operativa, serve un passo ulteriore: l’introduzione di un titolo pubblico europeo», ha affermato.

«Un benchmark comune privo di rischio offrirebbe un collaterale sicuro e accettato ovunque nell’Unione e permetterebbe di sviluppare comparti strategici, come quelli delle obbligazioni societarie e dei derivati. Migliorerebbe l’efficienza delle controparti centrali la liquidità degli scambi di titoli e delle transazioni interbancarie, e favorirebbe la diversificazione dei portafogli, riducendo la concentrazione dei rischi», ha sottolineato.

Il ministro Giorgetti: banche facciano la loro parte sul credito

L’economia italiana «continua a dare segnali positivi» e dopo il «+0,3% del pil nei primi tre mesi» il 2025 «ha già una crescita acquisita di +0,5%» «con il massimo storico per l’occupazione e dati confortanti per l’inflazione», ha affermato il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti nel suo intervento all’assemblea Abi.

«Il governo e il Mef» in questi anni «hanno fatto la loro parte» con la disciplina di bilancio che ha portato al calo dello spread e al miglioramento del rating, elementi «che hanno avuto effetti positivi per le banche» e quindi ora «mi attenderei che gli istituti di credito approfittino del quadro mutato e tornino a fare le banche», ha aggiunto Giorgetti che ha esortato le banche a riconcentrarsi sull’attività di intermediazione e finanziamento dell’economia «guadagnando sul margine di interesse» e meno sulla gestione patrimoniale.

Patuelli: ha ragione Orsini. O più Ires premiale o ripristino Ace

«Concordiamo col presidente di Confindustria Orsini: o viene potenziata l’Ires premiale, o viene ripristinata l’Ace per patrimonializzare e incrementare gli investimenti delle imprese», ha aggiunto il presidente Abi. «Vi è più offerta di credito, con grande concorrenza da parte delle banche: le famiglie stanno incrementando gli investimenti soprattutto nella casa, mentre innanzitutto le incertezze internazionali rallentano le scelte di investimenti delle imprese che evidenziano elementi di ripresa in varie regioni italiane», aggiunge Patuelli, convinto che «rinnovate garanzie possono incoraggiare nuovi investimenti delle imprese».

«Finché non vi saranno gli auspicati codici europei di diritto bancario, finanziario, tributario e penale dell’economia, occorre che le politiche nazionali garantiscano un equo quadro competitivo nell’Unione europea», sostiene il presidente Abi. «Ha ragione il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta: le libertà di commerciare beni e servizi, di investire attraverso le frontiere e condividere conoscenze e idee sono pre requisiti per assicurare prosperità e pace».

Patuelli cita poi Luigi Einaudi, secondo il quale, «la pianta della concorrenza non nasce da sola, non è un albero secolare che la tempesta furiosa non riesca a scuotere; è un arboscello delicato il quale deve essere difeso con affetto contro le malattie dell’egoismo e degli interessi particolari e sostenuto attentamente contro i pericoli che d’ogni parte del firmamento economico lo minacciano». (riproduzione riservata)

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