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Bologna Capitale della ‘Data Valley’


Supercomputer che eseguono 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo e un Centro Meteo per previsioni sempre più precise. Un binomio che conferma Bologna come capitale della ‘Data Valley italiana‘, riuscito connubio tra investimenti pubblici e privati che guardano alla sfida dell’high tecnology. Il futuro? L’Università dell’Onu e un parco eolico per produrre l’energia pulita necessaria a far funzionare i supercomputer. Visita istituzionale della Commissione Scuola presieduta da Maria Costi a Dama, il Tecnopolo di Bologna che ospita i supercomputer Leonardo e Lisa e il Centro Meteo.

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“Si tratta di una concreta e rilevante occasione di crescita e di sviluppo per Bologna e per l’Emilia Romagna, un successo frutto dell’impegno della Regione Emilia Romagna che ha saputo cogliere l’importanza di affrontare la sfida delle nuove tecnologie’‘, sottolinea il Presidente Costi, che ricorda come “Bologna, grazie ai fondi europei e alla collaborazione pubblico-privato, si conferma capitale della Data Valley”.

“Vogliamo attrarre talenti ed essere all’avanguardia e per questo sia l’Unione europea sia la Regione Emilia Romagna hanno fatto investimenti strategici per colmare il divario che l’Europa ha nel settore dell’elaborazione e della gestione dei dati”, spiega il vicepresidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, che ammonisce: “bisogna governare l’intelligenza artificiale“.

Fra le tante innovazioni tecnologiche di casa a Dama, grazie al calcolo quantistico dei supercomputer si può disporre di previsioni del tempo sempre più precise, navigatori satellitari che indicano quando e dove il traffico è più agevole, farmaci su misura, terapie contro il cancro più efficaci, un’agricoltura che assicura raccolti migliori e un utilizzo dell’acqua più efficace. E, ancora, imprese che possono personalizzare in maniera sartoriale la produzione sulla base delle richieste dei clienti, nuove frontiere per la ricerca scientifica, le biotecnologie, la cybersicurezza.

L’area di Dama

I numeri di Dama parlano chiaro: con i suoi oltre duemila occupati, l’ex Tecnopolo dà lavoro allo stesso numero di persone che impiegava la lavorazione del tabacco di questa struttura negli anni di massima espansione. Una ”città ad alta tecnologia” distribuita su un’area di 120mila metri quadri e che occupa i capannoni progettata negli anni ’50 da Pier Luigi Nervi, fra i simboli dell’età dell’oro dell’architettura industriale. Si tratta di un’area tuttora oggetto di una vasta opera di riqualificazione industriale, che porterà nei prossimi mesi ad ospitare un’Università dell’Onu, la prima in Italia, e la quattordicesima nel mondo.

In arrivo un terzo supercomputer

In attesa di questo ateneo, Dama ospita già il consorzio inter-universitario Cineca nonché i supercomputer Leonardo e Lisa. Entro fine anno arriverà un terzo supercomputer di ultima generazione, un computer “senziente” frutto di un investimento di 430 milioni, finanziati per metà da fondi europei.

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Sotto le volte di via Stalingrado, a due passi dalle torri del Fiera District e dai padiglioni di Bologna Fiera, Dama ospita il Centro di ricerca Enea per le energie rinnovabili, l’Agenzia Italiana per la Meteorologia e il Clima ItaliaMeteo, il Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici e il Centro Europeo per le previsioni tecnologiche di medio termine (ECMWF), capace di elaborare milioni di dati e dare previsioni meteo ai governi non solo su breve periodo ma anche stagionali.

Fra pochi mesi entreranno in funzione due computer quantistici ed entro l’anno prossimo un altro supercomputer, 10 volte più potente di Leonardo e 40 volte più capace di addestrare sistemi di intelligenza artificiale”, spiega Alessandra Poggiani, direttrice generale di Cineca, che ricorda come ‘‘è in corso di realizzazione una nuova AI Factory, il cuore del nuovo supercomputer in arrivo entro marzo 2026. Stiamo assegnando un bando per la creazione di un parco eolico che possa aiutare nella gestione dei costi di energia del supercomputer, che attualmente ha un costo di circa 10 milioni l’anno e che potrà triplicare quando saranno accese le nuove macchine”.

“Bisogna fare conoscere di più Dama e lavorare sempre più per trattenere i cervelli in Italia o fare tornare quelli in fuga“, sottolinea Lorenzo Casadei (M5S), mentre Andrea Costa (PD) evidenzia come “Dama dimostra come anche il settore pubblico sa gestire cospicui investimenti. Dama dimostra cos’è l’Emilia Romagna”. “Dama è il centro delle nuove tecnologie e ci aiuta ad avere quella sovranità tecnologica che un grande Paese come l’Italia deve possedere”, aggiunge Alberto Ferrero (FdI).



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