Camera nazionale della moda italiana ha trasmesso alla nona Commissione permanente del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) un contributo formale in merito al disegno di legge n. 1561, volto alla conversione del decreto-legge 92/2025 e contenente ‘Misure urgenti di sostegno ai comparti produttivi’.
Il decreto, entrato in vigore il 27 giugno scorso, si propone di raggiungere quattro macro-obiettivi: garantire la continuità produttiva e la salvaguardia occupazionale nei poli industriali strategici; agevolare i processi di riconversione industriale; rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali e offrire un supporto mirato ai comparti in difficoltà, con particolare attenzione al settore della moda, riconosciuto come centrale per il Made in Italy.
Alla luce della fase congiunturale sfavorevole dovuta a diversi fattori e tra questi: nuovi dazi Usa, cambiamento di atteggiamento nei confronti dell’import in Cina, guerre che ostacolano la circolazione commerciale i dati aggiornati indicano, per i primi mesi del 2025, un calo del 5,8% del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e dunque un’impennata dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Per tale ragione Cnmi ha promosso un confronto interno con le imprese associate, giungendo alla definizione di un contributo articolato e propositivo in merito al disegno di legge n.1561 in corso di esame presso la 9a commissione permanente.
“Abbiamo accolto con favore l’emanazione del decreto-legge 92/2025″, afferma Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana, “perché rappresenta un concreto riconoscimento dell’importanza economica e culturale della moda italiana e dell’impegno profuso da Cnmi, in particolar modo nell’ultimo anno, per approfondire il dialogo con le Istituzioni. In questa fase complessa è fondamentale dotare il settore degli strumenti necessari per resistere, ripartire e innovare. Per questa ragione Cnmi ha formulato il proprio specifico contributo al Dl che tiene conto dell’ampiezza della filiera della moda e della sua centralità nel Made in Italy”.
Nel contributo trasmesso al Senato, Cnmi segnala alcune misure condivise in tutti i segmenti della filiera – in particolare quelle contenute all’art. 10 del Decreto – ma avanza anche tre proposte chiave per rafforzare l’efficacia dell’intervento: Semplificazione dell’accesso alla Cassa Integrazione Ordinaria (Cigo), soprattutto per le pmi fino a 100 dipendenti, attraverso un’estensione delle durate e una gestione meno burocratica; introduzione di strumenti strutturali di sostegno al rilancio della Moda, sia fiscali che finanziari, che incentivino investimenti industriali senza vincoli territoriali o dimensionali; rilancio del credito d’imposta per design e ideazione estetica, prorogandone l’efficacia fino al 2027 (in scadenza a fine 2025) e incrementando l’aliquota ad almeno il 10%, per garantire competitività internazionale e innovazione creativa.
Cnmi segnala, inoltre, nel documento, un dato che fornisce una precisa idea della situazione attuale: nel 2024 il dato relativo al ricorso alla cassa integrazione delle imprese del settore è risultato quattro volte superiore a quello relativo all’annualità precedente.
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