Nel 2025, il riscatto della laurea continua a essere uno strumento prezioso per chi vuole aumentare i contributi pensionistici e, in alcuni casi, anticipare l’accesso alla pensione. Si tratta della possibilità di “trasformare” gli anni trascorsi all’università in anni di contributi versati all’INPS, pagando una somma calcolata in base a determinate regole. Questo può servire sia a maturare prima i requisiti per la pensione, sia a ottenere un assegno più alto una volta terminata la carriera lavorativa.
Il riscatto può essere effettuato per corsi universitari regolarmente conclusi, inclusi laurea triennale, magistrale, vecchio ordinamento e anche dottorati di ricerca. Non è invece possibile riscattare gli anni in cui non si è conseguita la laurea. Dal 2025 sono disponibili due modalità principali: il riscatto ordinario e quello agevolato. Il primo si basa sul reddito effettivo del richiedente, e quindi può essere più costoso, soprattutto per chi ha uno stipendio alto. Il secondo, introdotto nel 2019 e ancora in vigore, è pensato per chi ha contributi interamente nel sistema contributivo (cioè a partire dal 1° gennaio 1996 in poi) ed è calcolato su un reddito convenzionale, non reale, rendendo il costo più accessibile.
Nel 2025, per chi sceglie il riscatto agevolato, il costo per ogni anno da riscattare è di circa 6.123 euro, per un totale di circa 24.500 euro se si intendono riscattare quattro anni. Questo calcolo si basa su un reddito minimo convenzionale fissato a 18.555 euro annui, moltiplicato per l’aliquota contributiva del 33%. È importante sottolineare che la somma versata per il riscatto della laurea è interamente deducibile dal reddito imponibile, quindi dà diritto a un risparmio fiscale significativo. In molti casi, la detrazione Irpef può abbassare il costo reale del riscatto anche del 30% o più, a seconda del reddito personale.
L’INPS ha messo a disposizione un simulatore online, accessibile dal suo sito, che consente di calcolare i costi e i benefici del riscatto. È possibile accedervi sia in forma anonima che con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS, per ottenere un preventivo personalizzato. In alternativa, ci si può rivolgere a un CAF o a un patronato per avere assistenza nella procedura.
Il pagamento può essere effettuato in un’unica soluzione oppure in rate mensili fino a un massimo di 120 mesi, cioè 10 anni, senza interessi. Questa modalità è particolarmente utile per chi vuole spalmare la spesa nel tempo, magari beneficiando delle detrazioni fiscali su ogni rata annuale. Il versamento avviene tramite F24 e la spesa può essere inserita nella dichiarazione dei redditi (730 o modello Redditi) per beneficiare delle deduzioni fiscali.
Ma conviene davvero riscattare la laurea? La risposta dipende dalla situazione individuale. Per chi ha un reddito medio-alto, è nel sistema contributivo e prevede una carriera lavorativa regolare, il riscatto può rappresentare un’ottima strategia per aumentare l’assegno pensionistico futuro e guadagnare anni contributivi preziosi. Inoltre, la deduzione fiscale immediata consente di recuperare una parte significativa della somma spesa.
Tuttavia, bisogna anche tenere conto dei limiti: il riscatto ha un costo non indifferente, e il vantaggio effettivo sulla pensione varia in base a diversi fattori, come età, anzianità lavorativa, prospettive di carriera e situazione contributiva attuale. Se si inizia a lavorare molto tardi rispetto alla laurea, ad esempio, il beneficio in termini di anticipo pensionistico potrebbe essere limitato. Inoltre, bisogna valutare se l’investimento nel riscatto sia preferibile ad altre forme di risparmio o investimento, come un fondo pensione integrativo o strumenti finanziari alternativi.
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