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crescita moderata e investimenti in ripresa


Le prospettive economiche per il biennio 2025-2026 dipingono un quadro composto da circoscritte aree di incertezza e segnali moderatamente incoraggianti. Grazie all’analisi dell’Istat, emerge un contesto segnato da tensioni geopolitiche e condizioni di mercato globali fiacche, che hanno determinato un rallentamento nella produzione industriale.

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Sebbene la contrazione registrata a maggio 2025 sia dello 0,7%, l’istituto di statistica prevede una ripresa graduale, destinata a consolidarsi nell’anno successivo. Nel frattempo, l’economia italiana trova un robusto sostegno nella domanda interna, principale volano per mantenere viva la traiettoria di crescita.

Rallentamento manifatturiero e effetti sul PIL

Secondo le ultime rilevazioni, la prolungata incertezza internazionale ha frenato la solidità dell’export, penalizzando soprattutto i settori di punta. Ciononostante, il PIL risulta destinato a segnare un’espansione dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, riflettendo la tenuta del tessuto produttivo nazionale.

L’esigua spinta proveniente dagli scambi commerciali internazionali contrasta con l’evoluzione favorevole dei consumi, attesa attorno allo 0,7% nel biennio, grazie anche all’incremento di salari e mercato del lavoro. Questo scenario, pur caratterizzato da tensioni geopolitiche, continua a essere influenzato in misura rilevante dalle politiche fiscali e dalle dinamiche di settore interne.

Il ruolo strategico degli investimenti e del PNRR

Un segnale di vitalità proviene dagli investimenti, previsti in crescita dell’1,2% nel 2025 e dell’1,7% nel 2026. Tale slancio è collegato soprattutto all’implementazione definitiva del PNRR, che canalizza risorse verso infrastrutture, digitalizzazione e progetti di transizione ecologica. L’aspettativa è che queste iniziative possano tradursi in un miglioramento dello skyline produttivo, affiancato da un rafforzamento della competitività delle imprese.

Inoltre, il contributo delle politiche pubbliche appare cruciale per mitigare gli effetti della debolezza del commercio globale, dimostrando come un piano di spesa coordinato sia in grado di alimentare nuovi cantieri e creare opportunità di sviluppo su scala nazionale. Il cammino verso la realizzazione di infrastrutture chiave e servizi più efficienti, tuttavia, richiederà una gestione oculata delle risorse e una costante attenzione alla trasparenza, affinché il potenziale del PNRR generi ritorni concreti per l’intero tessuto sociale.

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Occupazione e prospettive sui prezzi

Importanti segnali positivi emergono anche dall’andamento dell’occupazione, attesa in espansione grazie a nuove assunzioni e a un calo del tasso di disoccupazione verso la soglia del 5,8% entro il 2026. L’aumento delle buste paga, a sua volta, sostiene i consumi interni e rafforza la stabilità del sistema economico. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione è destinata a moderarsi dopo un iniziale rialzo tra fine 2024 e inizio 2025, favorita dal contenimento dei costi energetici e dalla ridotta pressione della domanda globale.

Nel complesso, la riduzione dei prezzi all’import e le spinte moderate provenienti dalla domanda interna concorrono a stabilizzare l’indice dei prezzi al consumo, sebbene permangano alcune incognite legate all’andamento delle materie prime energetiche. In questo scenario, la fiducia degli investitori rimane selettiva, orientandosi verso segmenti di mercato meno esposti alle fluttuazioni esterne.



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