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Economia del Mare in Italia: sfide e opportunità


Antonella Polimeni, durante il IV Summit Nazionale sull’Economia del Mare, sottolinea l’importanza del mare come risorsa strategica per l’Italia, non solo dal punto di vista economico, ma anche per la sostenibilità e la tutela della biodiversità. Evidenzia come la formazione e la ricerca siano strumenti fondamentali per affrontare le sfide contemporanee. In particolare, promuove un approccio transdisciplinare, che unisce discipline scientifiche, umanistiche ed economiche, al fine di formare una classe dirigente capace di gestire l’Economia del Mare in modo integrato e lungimirante.

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Maria Cristina Pedicchio mette in luce l’importanza di creare valore attraverso l’innovazione e la ricerca, con un focus sull’economia blu e sulla sostenibilità. Parlando del ruolo cruciale del Mediterraneo e delle opportunità offerte dall’Europa, evidenzia l’importanza di un sistema integrato che unisce pubblico e privato, con particolare attenzione alla formazione dei giovani e allo sviluppo di competenze per affrontare le sfide globali. Il tema della ricerca, anche tramite il Digital Twin, viene considerato essenziale per ottimizzare le politiche legate all’ambiente e all’economia marittima.

Giuseppe Tripoli riflette sull’importanza del Ministero del Mare e delle sue potenzialità economiche. Sottolinea l’importanza della ricerca, della sostenibilità e del lavoro delle Camere di Commercio nel promuovere l’economia marittima. Il potenziale dell’Economia del Mare, con oltre 240.000 imprese e 2 milioni di occupati, è enorme e la sostenibilità è la chiave per uno sviluppo equilibrato e prospero.

Giovanni Cannata, apprezzando l’invito ricevuto, sottolinea l’importanza di “creare valore” lungo tutta la filiera della formazione, che parte dalle scuole superiori e arriva alla ricerca universitaria. Sottolinea come l’internazionalizzazione e la logistica siano temi fondamentali, con l’Università che gioca un ruolo centrale nell’affrontarli. La formazione e la ricerca devono essere orientate verso la creazione di valore, in particolare per le imprese e per la crescita economica nazionale.

Marco Dell’Isola esprime apprezzamento per la visione lungimirante del presidente Acampora e la sinergia tra diverse realtà sul tema del mare. Sottolinea l’importanza della cultura e della conoscenza nella creazione di valore, evidenziando il ruolo cruciale delle Università nel trasferire competenze e nell’integrare discipline legate al mare. Propone una visione orizzontale della formazione, che colleghi le aree interne con le zone costiere. Conclude con un focus sulle transizioni ecologiche e digitali, entrambe fondamentali per l’evoluzione del settore.

Nicola Calandrini, infine, evidenzia l’importanza della creazione del Ministero del Mare e del piano strategico approvato nel 2022. Con oltre 230.000 imprese e 80 miliardi di valore aggiunto, il settore marittimo è fondamentale per l’economia italiana. Calandrini sottolinea anche la stabilità politica che ha portato a un risparmio di 11 miliardi di euro, fondamentale per proseguire con il piano di sviluppo sostenibile e le zone franche doganali.

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