La ‘America first trade policy’ è più imprevedibile dell’approccio adottato nel primo mandato e può generare un’escalation protezionistica che potrebbe ridisegnare la geografia degli scambi mondiali. Ecco perché occorre un ‘new model’ di rapporti Italia-Usa che persegua un approccio realizzato attraverso forme di investimento reciprocamente convenienti.
Il baricentro economico mondiale si sta spostando verso Cina e India, mentre incombono i rischi rappresentati dai nuovi protezionismi e dalla deglobalizzazione selettiva. Contrariamente a quanto avveniva in passato, il Governo statunitense cerca di incentivare gli investimenti dall’estero attraverso agevolazioni fiscali e la minaccia protezionistica.
La ‘America first trade policy’ è più imprevedibile dell’approccio adottato nel primo mandato e può generare una escalation protezionistica che potrebbe ridisegnare la geografia degli scambi mondiali. Obiettivi e strumenti delle politiche Usa travalicano l’ambito commerciale, per includere temi di sicurezza nazionale e geopolitica: riduzione delle dipendenze dall’estero, difesa dell’industria, rafforzamento della leadership nelle nuove tecnologie.
Il rafforzamento del già esistente partenariato Ice-Regioni a sostegno della promozione delle Pmi attraverso le buone prassi collaborative, la condivisione dei programmi messi in atto da Ice nell’ambito del Piano Made in Italy e l’integrazione degli strumenti agevolativi, a partire da quelli messi in campo da Simest, possono mitigare l’impatto dei paventati dazi.
È possibile dunque immaginare un ‘new model’ di rapporti Italia-Usa che persegua un approccio realizzato attraverso forme di investimento reciprocamente convenienti. Le imprese italiane possono guardare agli Usa come un volano di sviluppo di nuovi prodotti e servizi globali, basati su insediamenti produttivi, joint venture e una piattaforma di accesso a capitali e mercati. Il coinvolgimento degli ecosistemi più innovativi negli ambiti dell’aerospazio e del farmaceutico, ma anche delle infrastrutture, dell’energia e delle industrie creative, può essere propedeutico a accelerare la capacità di matching.
In tale ambito, nel 2024, è stata realizzata a Washington l’iniziativa denominata ‘Italy-Us tech business & investment matching initiative’, che mira a dar vita ad un programma strutturato di collaborazione industriale tra Italia e Usa, basato su una forte sinergia pubblico-privato, con l’obiettivo di accrescere, in qualità e quantità, il numero dei co-investimenti strategici. In particolare, facendo leva su un approccio local-to-local, il programma punta a rafforzare i legami tra le autorità e agenzie centrali/federali e regionali/statali, sviluppando iniziative di networking e di awareness, sia B2B che G2G. Nel 2024 il progetto si è focalizzato sui settori aerospazio e scienze della vita. Il 2025 vedrà la seconda edizione di tale iniziativa, con eventuale estensione ad ulteriori settori di interesse. Anche da queste iniziative può passare lo ‘sminamento’ del conflitto commerciale.
Renato Loiero, Consigliere Pcm/Economic advisor.
L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia di luglio-agosto 2025 (numero 6, anno 8)
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