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La BEI in prima linea per la ricostruzione dell’Ucraina


Dalla ricostruzione delle infrastrutture strategiche, al sostegno alle comunità locali, passando per il sostegno alle autorità governative fino al ripristino di scuole e asili la Banca europea per gli investimenti (BEI) gioca un ruolo cruciale nella ricostruzione dell’Ucraina. In un’intervista rilasciata a Euractiv Italia, Lionel Rapaille, Direttore delle operazioni di finanziamento nei Paesi del vicinato dell’Unione europea (Director – Lending Operations in EU Neighbouring Countries) della BEI, ha spiegato le principali direttrici dell’intervento dell’istituzione finanziaria europea nel Paese, tra obiettivi di breve termine e visione strategica per l’integrazione europea.

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“Come banca dell’Unione europea, ovviamente siamo pienamente impegnati a sostenere la resilienza dell’Ucraina e, in prospettiva, ad accompagnare il processo di adesione del Paese all’Unione europea”, afferma Rapaille intervistato a margine della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina che si è svolta a Roma dal 10 all’11 luglio. “Il nostro lavoro, attraverso il finanziamento, è volto a sostenere la ricostruzione e la ripresa, ma anche a preparare il futuro: l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione”, aggiunge.

Per farlo, la BEI mobilita strumenti finanziari a lungo termine, essenziali tanto per il governo quanto per il settore privato. “Finanziamo molto, ad esempio, per sostenere la resilienza energetica del Paese, aiutare a ricostruire il sistema energetico e garantire che la popolazione possa scaldarsi durante l’inverno. Abbiamo firmato oggi (10 luglio) nuovi prestiti per sostenere le infrastrutture di trasporto, per mantenere in vita l’economia e gli scambi con l’Unione europea, ma anche per sostenere il settore privato”, spiega.

Un altro obiettivo chiave è consentire alle imprese ucraine di continuare a investire, anche attraverso il trasferimento in aree più sicure del Paese, creando e mantenendo posti di lavoro. “Il Paese è estremamente resiliente, anche grazie al sostegno di istituzioni finanziarie come la BEI”, sottolinea Rapaille.

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Il ruolo della BEI è stato al centro anche della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, organizzata a Roma dal 10 all’11 luglio, durante la quale sono stati firmati circa 200 accordi per un valore complessivo di 10 miliardi di euro. Proprio in questa cornice, l’Unione europea ha annunciato un nuovo pacchetto di sostegno economico da quasi 600 milioni di euro, mobilitati principalmente attraverso prestiti BEI garantiti dall’UE. Il pacchetto comprende finanziamenti per sistemi energetici, reti di trasporto e una vasta gamma di imprese ucraine, incluse le PMI.

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In particolare, come evidenziato da Rapaille, l’intervento della BEI nel settore infrastrutturale si articola su due piani distinti ma complementari. “Da un lato c’è quella che definirei infrastruttura strategica: mantenere la resilienza della rete elettrica, ad esempio, che ha subito enormi danni. Oppure le infrastrutture di trasporto. Dopo la parziale occupazione del 2022, quando alcuni territori sono stati liberati, abbiamo sostenuto la riparazione di ponti, per esempio. Ora stiamo sostenendo i punti di attraversamento delle frontiere con l’UE, per aumentare la capacità con l’Unione europea”, spiega.

A tal proposito, il pacchetto annunciato a Roma prevede interventi su impianti idroelettrici strategici, sistemi municipali di teleriscaldamento, strade e ponti principali, nonché il miglioramento dei valichi di frontiera con l’UE.

Accanto alle grandi opere, prosegue Rapaille, c’è anche il sostegno alle comunità locali. “Aiutiamo i comuni a investire in infrastrutture sociali. Abbiamo programmi che consentono di modernizzare scuole, asili, ospedali e centri di accoglienza temporanei. È fondamentale, ad esempio, permettere ai bambini di tornare a scuola: servono rifugi nelle scuole mobili, strutture rinnovate. Lo stesso vale per gli ospedali: come si può immaginare, c’è un grande bisogno in certe aree del Paese”, afferma.

Infine, alla domanda sul possibile coinvolgimento della BEI nel settore della difesa, Rapaille chiarisce: “Ovviamente il Paese, per difendersi, ha bisogno di enormi investimenti nella sicurezza e nella difesa, ed è una parte consistente del (suo) bilancio. Devo dire due cose dal punto di vista della BEI. Primo: sostenendo l’economia del Paese, si sostiene anche lo sforzo bellico, perché di fatto, permettendo al Paese di funzionare, alle persone di restare, al governo di raccogliere imposte, si contribuisce indirettamente agli sforzi militari”.

Ma ci sono anche interventi più diretti, anche se in ambiti non offensivi. “Da parte della BEI, abbiamo sostenuto elementi di quella che definirei difesa passiva. Per esempio, lo scorso anno abbiamo finanziato rifugi e bunker per proteggere infrastrutture energetiche critiche del Paese. Siamo anche attivi nel sostenere imprese affinché diventino più forti in termini di digitalizzazione e, potenzialmente, cybersicurezza. Questo è il tipo di sostegno che abbiamo fornito”, sottolinea Rapaille.

Oltre agli investimenti infrastrutturali, la BEI ha annunciato a Roma un importante pacchetto di sostegno alle piccole e medie imprese ucraine, erogato sotto forma di nuovi prestiti e garanzie UE attraverso alcune banche locali, tra cui Ukrgasbank, Ukreximbank, Bank Lviv, Kredobank e una filiale della greca Piraeus Bank. Questa misura permetterà di sbloccare ulteriori finanziamenti per le PMI ucraine.

La BEI ha inoltre intensificato il sostegno alle esportazioni verso l’Ucraina, con dieci Stati membri dell’UE che hanno aderito al programma InvestEU Ukraine Export Credit Pilot. Si tratta di uno schema di garanzia, gestito dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI), che offre copertura alle agenzie nazionali di credito all’esportazione per le vendite di beni e servizi da parte di PMI e Mid-Cap europee verso l’Ucraina.

Per tradurre le priorità del governo ucraino in investimenti concreti, è stato avviato anche il programma Ukraine FIRST – IPF, una piattaforma di preparazione progetti sviluppata dalla BEI in collaborazione con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e la Commissione europea.

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Per rafforzare ulteriormente il settore privato ucraino, è in via di creazione un nuovo Fondo europeo per la ricostruzione dell’Ucraina, un fondo di capitale proprio sostenuto dall’UE e promosso con il coinvolgimento della Commissione e di diversi Stati membri.

Infine, per garantire maggiore trasparenza nell’impiego dei fondi, la BEI ha avviato una partnership con il Servizio statale di revisione contabile dell’Ucraina, al fine di rafforzare il controllo sugli investimenti.





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