Città dei Sassi, capitale europea della cultura e ora anche hub per la rivoluzione tecnologica in campo agricolo: Matera si trasforma in un laboratorio vivente dove la ricerca scientifica incontra le esigenze del mondo rurale.
Il cuore pulsante di questo cambiamento è la Casa delle Tecnologie Emergenti di Matera (CTEMT), un ecosistema di innovazione dove università, imprese e pubblica amministrazione collaborano per costruire soluzioni concrete ai problemi dell’agricoltura contemporanea.
Il Giardino delle Tecnologie: un’agricoltura fatta di dati e precisione
Nel cuore della CTEMT batte un progetto unico nel suo genere: il Giardino delle Tecnologie Emergenti.
Non un semplice orto sperimentale, ma un vero e proprio campo intelligente, dove i droni sostituiscono i trattori e i sensori leggono la salute delle coltivazioni meglio di qualsiasi occhio umano.
Matera punta sull’agricoltura 4.0: nel Giardino delle Tecnologie in scena il futuro green del Sud
Foto di: OmniTrattore.it
A guidare questo laboratorio a cielo aperto è la Professoressa Paola D’Antonio dell’Università della Basilicata, che sottolinea come il progetto sia l’evoluzione di oltre vent’anni di ricerca applicata.
La nostra esperienza con il 5G e le tecnologie digitali ora trova nuova linfa nell’ambito agricolo – spiega – con l’obiettivo di trasferire queste conoscenze direttamente nelle mani degli operatori del settore.
Tecnologia al servizio della terra: cosa si sperimenta a Matera
Il Giardino integra droni ad ala fissa, camere multispettrali, sensori nel suolo, termocamere, satelliti e strumenti di analisi atmosferica, in una rete intelligente capace di produrre dati geospaziali in tempo reale.
Questi dati vengono poi analizzati con algoritmi di machine learning, generando mappe predittive e modelli decisionali che aiutano agricoltori e tecnici a prendere decisioni rapide, mirate ed ecologicamente sostenibili.
Uno degli strumenti più affascinanti è il cosiddetto “gemello digitale” delle colture, come spiega la Professoressa Costanza Fiorentino:
Una replica virtuale e dinamica di quello che avviene sul campo. Simulando scenari, possiamo anticipare criticità e guidare le scelte agronomiche prima che si verifichino danni reali.
Dal peperone crusco alla vite: casi concreti di innovazione agricola
La ricerca non resta sulla carta. Tra i casi di studio più significativi c’è quello dedicato al peperone crusco di Senise, simbolo agroalimentare della Basilicata. Grazie a una rete di sensori e a un modello predittivo basato su reti neurali artificiali, i ricercatori hanno sviluppato un sistema di allerta precoce contro i marciumi post-raccolta. Un’innovazione che potrebbe salvare intere partite di prodotto nelle fasi più delicate dell’essiccazione.
Un secondo progetto ha invece riguardato la viticoltura. Combinando GIS, dati satellitari, rilievi drone e parametri climatici e del suolo, il team ha costruito mappe di idoneità territoriale per impianti viticoli ad alta precisione. In pratica: sapere con esattezza dove piantare e dove no, per ottenere il massimo con il minimo impatto.
Il modello lucano dimostra che innovazione e agricoltura non sono mondi distanti, e che anche le aree considerate periferiche possono diventare motori di trasformazione digitale
Foto di: OmniTrattore.it
Matera, capitale dell’agritech del Sud
Il modello lucano dimostra che innovazione e agricoltura non sono mondi distanti, e che anche le aree considerate periferiche possono diventare motori di trasformazione digitale. La CTEMT non solo sperimenta, ma forma competenze, crea imprese e genera occupazione, diventando un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno.
In un momento in cui sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale sono priorità globali, Matera propone un paradigma replicabile, concreto e vincente. E lo fa con la forza della ricerca pubblica, il supporto delle istituzioni locali e la visione di lungo periodo.
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