Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Nell’Afghanistan dei divieti un Premio per le donne che inventano un business


Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 



La cerimonia di consegna del Woman Business Prize a Kabul – Stefano Rossetti / Nove Caring Humans

Nilab Hakimi dirige una impresa di logistica e spedizioni internazionali tutta al femminile e di recente ha avviato a Kabul la produzione di tessili per l’export. Nasrin Mawlany a Mazar-e-Sharif h sta implementando una società che produce e distribuisce assorbenti riutilizzabili in tessuto, impiegando solo donne. Marziyeh Arefi, già fondatrice della locale Camera di Commercio femminile all’epoca della Repubblica, dalla remota provincia di Daikundi ha ideato una piccola fabbrica dove le donne producono conserve biologiche.

Piccole imprenditrici in un Paese in cui alle donne è precluso quasi tutto; sono le tre vincitrici del Women Business Prize, un premio all’imprenditoria femminile lanciato da Nove Caring Humans, ente del terzo settore attivo in Afghanistan dal 2013, e autorizzato in via straordinaria dal ministero del Commercio e dell’Industria dell’Emirato islamico.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

La premiazione si è svolta lunedì scorso in una sala di rappresentanza a Kabul, con le vincitrici rigorosamente a capo coperto sedute a un lato di grande tavolo a ferro di cavallo e i funzionari governativi taleban all’altro lato, separati visivamente e fisicamente da un pesante tramezzo di legno. La realtà dell’Afghanistan è tutta in questa contraddizione. Ci sono gli odiosi decreti e divieti dei padroni del Paese, che impongono alle adolescenti una sconfortante esclusione dall’istruzione e alle donne l’emarginazione lavorativa. Eppure, per contribuire ai magri bilanci familiari, le afghane sono sempre più obbligate a tentare nuove attività e mestieri, nel settore informale o fra le mura di casa. Così, in un paradosso tutto afghano, il tasso di partecipazione femminile al mondo del lavoro, tra donne occupate o in cerca di impiego, è «ai massimi storici, nonostante le restrizioni.

Le continue crisi economiche spingono le donne nel mercato del lavoro a ritmi senza precedenti»; lo sostiene l’Afghanistan Gender Index 2024 pubblicato a giugno da Un Women, l’ente delle Nazioni Unite dedicato a diritti e parità di genere. Si tratta dello studio più completo sull’emancipazione femminile dal ritorno al potere dei taleban nel 2021. La tendenza verso un certo fermento occupazionale era già stata anticipata a febbraio dall’Acaps di Ginevra, che riferiva come, rispetto al 2021, «lo scorso anno il numero di nuove imprese femminili è quadruplicato », per «la riduzione delle opzioni nel settore pubblico e l’aumento delle necessità delle famiglie».

E infatti per l’Afghanistan Women’s Chamber of Commerce, le attività registrate da donne tra il 2021 e il 2024 sono passate da 2.421 a 9.162 (quelle senza licenza, si stima, da 52.000 a 120.000). Il Paese presenta, però, ancora uno dei divari di genere nella forza lavoro più ampi al mondo: solo il 24% delle donne vi partecipa, rispetto all’89% degli uomini, spiega il report Onu. Che aggiunge come le afghane realizzino «solo il 17% del loro pieno potenziale». Difficile trovare i fondi per un’impresa in proprio.

Le poche imprenditrici che hanno ottenuto prestiti ci sono riuscite tramite familiari (61%), amici (45%) o altre aziende (21%). Solo il 5% ha ricevuto prestiti da istituti finanziari formali. Ecco dunque l’importanza di una iniziativa come il Women Business Prize di Nove Caring Humans.

Al bando hanno partecipato 141 imprenditrici, 137 per business già esistenti e 37 per progetti imprenditoriali, di 15 province del Paese, impegnate nei settori più diversi, dal marketing digitale all’artigianato di qualità, dalla costruzione di filiere agroalimentari alla creazione di incubatori per altre microimprese al femminile. Una giuria internazionale, di cui ha fatto parte anche Avvenire, ha scelto i progetti più innovativi, sostenibili e di maggiore impatto sociale.

Al premio ufficiale se ne è aggiunto un altro fuori concorso, attribuito dalla Fondazione Avvenire alla quarta classificata, Afsaneh Arsin, imprenditrice digitale di Herat, fondatrice di ArmisTech, un grande centro tecnologico al femminile (vedi articolo sopra). Oltre a un premio in denaro per sostenere lo sviluppo della propria impresa, le vincitrici parteciperanno a un programma di formazione e sostegno di tre mesi, per rafforzare le strategie di crescita. « Abbiamo creato questo premio per incoraggiare le donne afghane ad avviare o far crescere le proprie attività, nonostante gli ostacoli che devono affrontare – ha spiegato Susanna Fioretti, co-fondatrice di Nove -. Il nostro obiettivo è farlo crescere e renderlo un appuntamento annuale, capace di generare opportunità durature per le imprese femminili afghane».





Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contabilità

Buste paga