Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato dazi del 50% sulle importazioni di rame a partire dal 1° agosto, ma non ha dettagliato quali prodotti verranno colpiti. Secondo persone che hanno familiarità con la questione, i piani del magnate newyorchese includono semilavorati e rame raffinato, importati in grande quantità dagli Usa. L’obiettivo di Trump è quello di rafforzare la catena di approvvigionamento interno, sganciandosi dalla dipendenza di Paesi come Cile, Canada e Messico. In sostanza, l’inquilino della Casa Bianca vorrebbe trasferire l’estrazione, la raffinazione e la lavorazione, il riciclaggio e la produzione di semilavorati e prodotti finiti in territorio statunitense. Tuttavia, secondo gli esperti del settore, gli sforzi potrebbero dare risultati non prima di un decennio, in quanto occorrerà tempo per avviare le miniere di rame. In questo articolo:
- Quali prodotti saranno inclusi nei dazi
- Cosa rappresentano per gli Usa il rame semilavorato e raffinato
Quali prodotti saranno colpiti dai dazi
Gli analisti si aspettavano che il rame raffinato sarebbe stato assoggettato alle tariffe, ma c’erano dubbi su cosa sarebbe accaduto con i semilavorati. Questi ultimi includono fili, lamiere, tubi e lastre. Se, come sembra, anche i semilavorati dovessero essere compresi nella stretta di Trump, l’impatto sull’economia americana dei prelievi aumenterebbe. Tali prodotti sono infatti utilizzati in una miriade di settori, che vanno dall’elettronica di consumo alle automobili, alle reti elettriche, ai data center e alla difesa.
Cosa rappresentano per gli Usa il rame semilavorato e raffinato
Gli Stati Uniti producono anche al loro interno il rame semilavorato, ma non in quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno industriale del Paese. Di conseguenza, le imprese a stelle e strisce sono costrette a rifornirsi dall’estero. Secondo la società di consulenza MM Markets, nel 2024 sono state importate 800 mila tonnellate di prodotti semilavorati in rame e leghe di rame. Si tratta di una quantità talmente importante che “qualsiasi interruzione dell’approvvigionamento potrebbe esporre gli Usa a problemi significativi nella fornitura di elettricità”, ha affermato Krisztina Kalman, cofondatrice di MM Markets.
Non solo. I produttori locali potrebbero accusare disagi, in quanto “non saranno in grado di produrre 800 mila tonnellate di semilavorati con la capacità attuale, e potrebbero essere necessari fino a sette anni per installare nuova capacità”, ha aggiunto. Quest’anno, in una presentazione al Dipartimento del Commercio Usa, la Copper Development Association ha descritto i semilavorati in rame come “l’anello chiave nella catena militare-industriale della nazione“. Le osservazioni sono state esternate a nome del 90% dei produttori statunitensi di rame semilavorato.
La più grande categoria di rame importata dagli Stati Uniti comunque è quella del metallo raffinato per produrre beni come barre, cavi e leghe. Lo scorso anno le aziende americane hanno acquistato dall’estero 908 mila tonnellate di rame raffinato, a fronte però di consumi per 1,62 milioni di tonnellate.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link