di Giuseppe Catapano
“Le nostre imprese sono resilienti, reattive e visionarie e devono cercare di cogliere gli spiragli di sviluppo e le opportunità di nuove dinamiche di mercato”. Mario Riciputi, nuovo presidente di Confindustria Romagna, guarda al futuro con fiducia. Così come Andrea Albani, presidente della delegazione territoriale di Rimini dell’associazione degli industriali.
La prima parte dell’anno è stata caratterizzata ancora da turbolenze a livello geopolitico, tra guerre e dazi. Quanto questa situazione sta penalizzando l’industria romagnola?
M. Riciputi. “È evidente il quadro di incertezza, volatilità finanziaria, limitata fiducia dei consumatori e alto rischio che le imprese stanno affrontando. Veniamo da un anno di crescita minimale del Pil e da un generale rallentamento di tutte le economie. I segnali sono di continuità di questo trend”.
Come stanno reagendo le aziende a questo scenario?
M. Riciputi. “I benefici dell’appartenenza a filiere internazionali si riducono e molte economie si riposizionano verso sistemi meno aperti, con effetti di riduzione delle domande accessibili. Ma le nostre imprese, come detto, devono cogliere nuove opportunità. L’innalzarsi di barriere commerciali se da un lato determina il contrarsi del mercato e la crescita delle incertezze, dall’altro sta creando condizioni dei mercati finanziari europei più favorevoli”.
E come è cambiata l’industria riminese nel corso degli anni?
A. Albani. “Dal secondo dopoguerra l’industria riminese è stata soggetta ad enormi trasformazioni. Con la forza che ci contraddistingue, ci siamo rialzati sviluppando vari comparti e dando vita a un nuovo modello, l’industria dell’ospitalità che, insieme al manifatturiero, rappresenta uno dei pilastri dell’economia del territorio. La situazione riminese tiene il passo con un tessuto produttivo rappresentato da imprese di ogni settore, molte leader a livello mondiale, che si dimostrano attive e dinamiche, che portano sviluppo e occupazione, che sono capaci di resistere ai mutamenti e di riorganizzarsi. Fondamentale sarà il sostegno e la condivisione in un’ottica di sistema”.
La città è cambiata in meglio?
A. Albani. “Negli ultimi anni Rimini è stata soggetta ad interventi indirizzati a un profondo cambiamento. Dal centro storico, con il rifacimento del teatro Galli, di piazza Malatesta e della piazza sull’acqua nell’invaso del ponte di Tiberio e la nascita del Museo Fellini, fino al Parco del Mare. Certamente un nuovo fermento che apprezziamo, ma che per consolidarsi necessita, sul capoluogo e su tutto il territorio della provincia, di ulteriori piani di rigenerazione urbana e di riqualificazione turistica e di investimenti infrastrutturali, tra cui attenzione alla mobilità. Per essere attrattivi occorre pensare ad un nuovo modello che ci permetta di essere competitivi a livello internazionale. Rimini è mare, spiaggia, entroterra e borghi; arte e cultura; parchi tematici, è fieristico, congressuale e termale, vanta percorsi enogastronomici, storico-culturali e sportivi. Dobbiamo investire su tutto questo per essere sempre più destagionalizzati”.
Innovazione e sostenibilità ambientale: quali le sfide più importanti?
M. Riciputi. “Oltre a queste direi la svolta epocale dell’intelligenza artificiale e la garanzia alle nuove generazioni, per attrarle verso le aziende, di un processo di riconoscimento del merito, di realizzazione delle proprie aspirazioni, di sicurezza sociale, di salute e benessere”.
La difesa del territorio, dopo le alluvioni, è una priorità?
M. Riciputi. “È la prima priorità. Occorre invertire il rapporto tra prevenzione e gestione dell’emergenza con regole e procedure che permettano di agire più efficacemente, in termini di valutazione di rischi, opportunità, tempi e costi”.
Capitolo infrastrutture: Confindustria da anni chiede lo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria. È indispensabile per la Romagna?
M. Riciputi. “Sì, senza dubbio. Un corridoio adriatico di alta velocita/alta capacità che attraversi la Romagna, rendendola baricentrica rispetto all’Italia intera, è strategico. Questo intervento coglierebbe gli obiettivi di rendere la dorsale Adriatica più efficace ed efficiente per il trasporto di merci e persone, diventando asse strategico per lo sviluppo dell’intero Paese”.
La concorrenza tra gli aeroporti resta un tema, mentre lo scalo di Bologna va verso la saturazione. La Regione vuole provare a mettere ordine. È la direzione giusta?
M. Riciputi. “I due scali sono in attività grazie a imprenditori molto generosi e capaci, che hanno la nostra stima e gratitudine, stanno facendo investimenti importantissimi. Serve una strategia lungimirante e di lungo periodo, integrata con tutte le altre vie di collegamento. Servono strade, ferrovie, aeroporti, porti. A livello progettuale, occorre una visione coordinata e sostenibile che sappia armonizzare tutto questo, e risponda alle esigenze di chiunque vive in Romagna”.
La nuova governance di Confindustria Romagna: quali obiettivi per il futuro?
M. Riciputi. “Prima di tutto sostenere le imprese, che sono l’asse portante della nostra economia”.
A distanza di anni dalla nascita di Confindustria Romagna (integrazione Rimini-Ravenna nel 2016 e ingresso di Forlì-Cesena nel 2020), ritiene che la scelta di unire le forze si sia rivelata vincente?
M. Riciputi. “Assolutamente sì. Abbiamo una visione più ampia, una maggiore conoscenza di un territorio unico, ci rendiamo meglio conto del suo potenziale, e siamo arricchiti dai punti di vista diversi che servono a cambiare idea, trovare soluzioni, vedere nuove prospettive”.
I 140 anni del Carlino: quanto è importante la corretta informazione?
M. Riciputi. “Un pilastro fondamentale e imprescindibile di ogni democrazia”.
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