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Scommettere e investire sulla Lombardia per innovare il Paese — Assolombarda


L’editoriale di Alvise Biffi, Presidente Assolombarda – Il Sole 24 Ore, 11 luglio 2025.

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Il dibattito sulla futura programmazione del bilancio europeo 2028-2034 è, in questo momento, focalizzato sul possibile superamento della gestione diretta dei fondi di coesione da parte delle Regioni, con un accentramento a livello statale sulla falsariga del modello PNRR. Il tema, oggetto del confronto tra Commissione e Parlamento europeo, è tutt’altro che tecnico. Si tratta di una questione che tocca al cuore il modello di sviluppo dell’Europa, perché riguarda il modo con cui si investono risorse pubbliche fondamentali per la crescita, la competitività e la coesione dei territori. Ricordo che un terzo del bilancio comunitario è destinato proprio ai fondi di coesione: una quota importante pensata per ridurre i divari economici e sociali, oltre che per sostenere lo sviluppo equilibrato delle regioni europee. La governance territoriale, in Lombardia, risulta, oggi, efficace per un impiego tempestivo e mirato delle risorse grazie alla conoscenza del tessuto economico, delle esigenze reali e delle potenzialità inespresse. La Regione, nella programmazione 2021–2027, può contare su 3,5 miliardi di euro di fondi FESR e FSE+, di cui circa 1,7 miliardi stimati solo nel “quadrilatero” di Assolombarda, formato da Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia. Ad oggi, sono stati impiegati, a livello regionale, 1,2 miliardi di euro, di cui circa 600 milioni nell’area rappresentata dall’Associazione; restano da allocare efficacemente i due terzi delle risorse. Questo significa che siamo nel pieno della fase operativa e che ogni scelta sulla gestione dei fondi può avere un impatto diretto sulla capacità dei territori di crescere e innovare. È proprio il tema dell’innovazione quello che ci preme di più; pertanto, la revisione in corso della programmazione dei fondi FESR, più orientata al sostegno della ricerca, è per noi positiva. Attualmente, solo una parte dei fondi di coesione è effettivamente destinata a finanziare questo asset cruciale per le imprese: nel nostro “quadrilatero”, circa un quarto delle risorse finora impiegate è andato a sostenere progetti di ricerca e sviluppo delle aziende. Questo è un elemento su cui concentrare sforzi e risorse: innovazione e digitale sono i principali driver della competitività, soprattutto oggi che dobbiamo governare una vera e propria rivoluzione legata all’avvento dell’intelligenza artificiale, permettendo ai nostri territori di restare protagonisti nello scenario globale. Investire su Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia significa puntare sull’innovazione di tutto il Paese. Del resto, i numeri parlano chiaro: nell’area di Assolombarda, che rappresenta meno del 2% del territorio nazionale, si concentra oltre il 13,3% del PIL italiano e il 18,4% della spesa in R&S delle imprese (2,9 miliardi di euro annui). In particolare, il “quadrilatero” genera quasi il 60% del PIL regionale e il 73% della spesa in ricerca e sviluppo delle imprese, disponendo di una base scientifica e industriale significativa. Qui, infatti, si concentra il 20% dei brevetti nazionali, il 22% delle start-up innovative e operano 9 università e numerosi centri di ricerca di frontiera, tra i quali Human Technopole e 17 Istituti di Ricovero e Cura a carattere Scientifico. Questi dati dimostrano che nella nostra area si gioca una parte decisiva del futuro dell’Italia. È per questo motivo che dobbiamo evitare di uniformare bisogni diversi, rallentare le tempistiche, indebolire le leve locali di sviluppo, penalizzando le aree più dinamiche del Paese, con un danno che poi si ripercuoterebbe sull’intero sistema Italia. È quanto, tra l’altro, può accadere anche relativamente ai prezzi zonali dell’energia elettrica che, variando di zona in zona, a seconda delle condizioni correnti, rischiano di essere più elevati proprio nelle aree a più alta intensità industriale, penalizzandole. Tornando al dibattito in corso sui fondi europei, nel nostro territorio coesione e competitività devono procedere insieme. Occorre una allocazione delle risorse che tenga conto delle specificità locali valorizzando la capacità di progettare, attrarre e realizzare investimenti trasformativi. Assolombarda sostiene con forza una prospettiva di lungo termine che tenga insieme e investa su sviluppo, specificità e responsabilità dei territori, nell’interesse non solo di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, ma di tutto il Paese. È necessario, dunque, sostenere lo slancio dell’area e per farlo occorre un impiego coerente ed adeguato di risorse FESR che possa davvero fare da traino a tutta la filiera diffusa. Solo così potremo alimentare questa vera e propria “locomotiva”, che spinge da sempre l’economia italiana ai primi posti nel mondo.

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