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Artigiani in calo: in tre anni -6,6%


CREMONA – Imprese cremonesi ‘sfalciate’ dal 2021, con un decremento del 3,9% (quasi un’impresa su 25). È il verdetto del report di Cna Lombardia, che esamina le variazioni della situazione economica della regione tra il primo trimestre del 2025 e lo stesso periodo del 2021. Il panorama rappresentato mostra che, a fronte di una crescita a doppia cifra dell’export (+21%), l’inflazione continua a galoppare (+14,5%) insieme ai costi dell’energia e delle materie prime.

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Il colpo è inferto con particolare veemenza alle imprese artigiane, che registrano numeri a dir poco preoccupanti. Secondo la Cna, nel primo trimestre del 2025, a Cremona, la desertificazione delle attività artigiane sarebbe pari al 6,6% del totale.

Coerentemente, calano in tutta la Lombardia i prestiti alle imprese, con pochissime eccezioni. A livello regionale, la contrazione dei prestiti si attesta al –3,7%; nulla se paragonato ai numeri cremonesi, che arrivano al –10,9%. Vistosi segni meno anche a Bergamo, Lecco, Brescia, con decrementi compresi tra il 10 e il 12%. Disastro a Sondrio (-19,9%), Como (-16,8%), Pavia (-20%), Varese (-21,9%). Sette miliardi in meno in 4 anni. A livello lombardo, «il trend negativo – spiega il report – riguarda sostanzialmente solo le piccole imprese (-22,2%), che attualmente assorbono una quota limitata dei prestiti netti (10%). In termini di settori, alla crescita dei servizi si contrappone la netta flessione delle costruzioni».

Per quanto riguarda il fenomeno inflattivo, «in Lombardia, il livello medio dei prezzi nei primi cinque mesi del 2025 è superiore del 16,9% al medesimo periodo del 2021. L’inflazione ha colpito soprattutto le voci di spesa ‘abitazione, acqua, energia’ e ‘alimentari e bevande’, nonché i ‘servizi ricettivi e ristorazione’». Quanto alla regione, dopo un biennio 2022-2023 molto pesante (con variazione dell’indice generale dei prezzi pari, rispettivamente a +5,4% e +8,3%), la corsa al rialzo ha subito un lieve rallentamento, con un 2024 a +0,8% e un 2025 a 1,5%. Le provincie più colpite: Milano (+18,1%), Mantova (+17,1%), Lecco (+17,2%), Varese (+17,8%). A livello di regione: +16,9% (più che a Cremona).

La crescita delle esportazioni, invece, va letta alla luce dell’ ‘effetto dazi’. «Nonostante le attuali tensioni sul commercio estero – riporta Cna – il valore delle esportazioni della Lombardia per l’anno in corso è atteso in crescita (+1,5%) dopo un biennio di stagnazione. I dati del primo trimestre 2025 manifestano una sostanziale tenuta dell’export regionale, beneficiando di una sorta di ‘effetto anticipo’: infatti, l’annunciata imposizione di restrizioni tariffarie potrebbe avere accelerato le transazioni». Ecco perché la prima tranche del 2025, in Lombardia, si è chiusa con numeri incoraggianti: «il confronto con il medesimo periodo del 2021 evidenzia un incremento delle esportazioni regionali del 30%». Il settore agroalimentare, in particolare, a livello lombardo ha sperimentato un’impennata epocale, con una crescita rispetto al primo trimestre del 2021 pari al 57%.

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