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Giorgetti sferza le banche: “Tocca a voi”


Giancarlo Giorgetti ha colto al balzo l’occasione di avere tutti i banchieri riuniti ieri nell’auditorium della Bocconi di Milano per l’assemblea annuale dell’Abi. Collegato in video, il ministro dell’Economia è infatti andato oltre un semplice intervento di carattere e ha mandato un messaggio chiaro: “Il governo e il Mef” in questi anni “hanno fatto la loro parte” con la disciplina di bilancio che ha portato al calo dello spread e al miglioramento del rating, consentendo agli istituti di finanziarsi a costi più contenuti, ora tocca alle banche “tornare a fare le banche”. Perché, ha sottolineato, nella valorizzazione del risparmio della clientela “hanno giocato di rimessa” e invece devono essere “più proattive con la clientela sulla gestione del risparmio”, devono riconcentrarsi sull’attività di intermediazione e finanziamento dell’economia “guadagnando sul margine di interesse” e “meno sulla gestione patrimoniale”. Altrimenti il sistema si trasforma in una macchina di rendita, più che di sviluppo. In Europa le banche italiane spiccano come quelle più attive per la distribuzione agli azionisti attraverso dividendi e buy-back: forse è opportuno un “ripensamento delle politiche di distribuzione agli azionisti” al fine migliorare l’erogazione del credito a famiglie e imprese, ha rilevato Giorgetti sottolineando che gli “eccezionali rendimenti totali” riconosciuti agli azionisti negli ultimi due anni sono stati possibili anche grazie alle garanzie pubbliche prestate in occasione del Covid.

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Un accenno anche al risiko, senza mai citarlo: “Sia ben chiaro che il governo non guarda alla nazionalità dei banchieri, ma soltanto alla loro capacità di rispondere a questa funzione” ha precisato il ministro, rilanciando l’importanza della biodiversita” bancaria e soffermandosi sui segnali di contrazione di credito alle imprese. “Le piccole aziende, considerate meno trasparenti, rischiano di essere escluse se le banche sono troppo distanti dai territori”.

Il richiamo del ministro è stato apprezzato da Gian Maria Gros-Pietro, presidente della banca di sistema, ovvero Intesa Sanpaolo: “Siamo in linea” con le parole di Giorgetti che “mi piace molto” perché “ha ereditato una massa di debiti veramente impegnativa e la sta gestendo bene”, ha detto Gros-Pietro. Sottolineando che Intesa sta già facendo quello che il ministro chiede, “siamo di gran lunga la prima banca italiana per presenza in Italia e per credito erogato. E paghiamo anche i dividendi”.

All’assemblea dell’associazione dei banchieri è intervenuto anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta che ha posto l’accento su come la debolezza del dollaro apra nuove opportunità per l’Unione europea. “Gli investitori stanno ridefinendo i loro portafogli: è l’ora di offrire l’Eurobond”, ha detto Panetta tornando dunque a parlare della necessità che la Ue si doti di un titolo comune europeo privo di rischi per attrarre i capitali degli investitori in fuga dal dollaro. “Se i rischi al ribasso sulla crescita dovessero rafforzare le tendenze disinflazionistiche, sarà opportuno” che la Bce prosegua “nell’allentamento monetario”, ha precisato il governatore aggiungendo che “queste valutazioni rispecchiano i principi riaffermati nella recente revisione della strategia di politica monetaria: la simmetria dell’obiettivo di inflazione, l’orientamento di medio periodo e il ruolo centrale dei tassi di interesse tra gli strumenti disponibili”.

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Nei prossimi mesi, ha aggiunto Panetta, la politica monetaria “dovrà restare improntata a flessibilità e pragmatismo”. Il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% segna un progresso “significativo”, ma il quadro “sarà fondamentale continuare a valutare di volta in volta le prospettive e i rischi per la stabilità dei prezzi”.



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