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Meritocrazia Italia invoca politiche giovanili di valorizzazione dei meriti


Meritocrazia Italia chiede una riforma strutturale delle politiche giovanili, fondata su un principio semplice e non più rinviabile: riconoscere il merito

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L’Italia vive una crisi silenziosa e profonda nella perdita costante del proprio capitale umano giovanile. Migliaia di ragazzi lasciano ogni anno il Paese, spesso dopo percorsi di studio eccellenti, per cercare all’estero opportunità qui negate. È un esodo che non solo impoverisce il presente, ma compromette irreversibilmente il futuro.

Occupazione giovanile inchiodata

Negli ultimi cinque anni, oltre 300.000 giovani under 35 hanno abbandonato l’Italia, secondo gli ultimi dati Istat. Di questi, una larga parte possiede titoli di studio elevati, esperienze internazionali, competenze digitali e linguistiche: i protagonisti ideali, insomma, della modernizzazione produttiva e culturale del nostro sistema-Paese. Eppure, l’Italia continua a non offrire loro spazio, dignità, riconoscimento.

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In parallelo, l’occupazione giovanile resta inchiodata ai livelli più bassi d’Europa. I contratti precari, sottopagati, spesso incoerenti con il percorso formativo, alimentano disillusione e marginalizzazione. Cresce il numero dei NEET (Not in Education, Employment or Training) e si approfondisce il divario generazionale.

Le proposte di Meritocrazia Italia

In questo scenario, Meritocrazia Italia richiama con forza l’urgenza di una riforma strutturale delle politiche giovanili, fondata su un principio semplice e non più rinviabile: riconoscere il merito, ovunque si manifesti, e garantire a ogni giovane la possibilità concreta di costruire in Italia il proprio futuro.

Occorrerebbero, in questa direzione:

  • un migliore piano nazionale per il rientro dei giovani italiani all’estero, con incentivi fiscali e contributivi per chi decide di riportare competenze e idee nel proprio Paese;
  • l’adozione di voucher di reinserimento professionale per giovani laureati e specializzati di ritorno dall’estero, da spendere in alta formazione, start-up o attività autonome;
  • bonus occupazionale per le imprese che assumono under 35 con contratti stabili e coerenti con il titolo di studio, legando gli sgravi a un reale progetto di crescita e valorizzazione delle competenze;
  • una riforma dell’orientamento scolastico, con figure professionali dedicate e strumenti digitali per facilitare scelte consapevoli e fondate sul reale fabbisogno dei territori;
  • vero sostegno all’imprenditoria giovanile e all’innovazione, con fondi dedicati alle start-up under 30, incubatori locali, accesso semplificato al microcredito e accompagnamento tecnico;
  • l’estensione del Servizio Civile Universale e il riconoscimento del volontariato qualificato come esperienza formativa e professionale, anche ai fini curriculari;
  • l’introduzione di un obbligo di retribuzione minima per i tirocini extracurriculari, per eliminare le false esperienze formative e garantire dignità a ogni percorso;
  • l’introduzione di un obbligo di retribuzione minima per tutte le professioni che richiedono il praticantato, per riconoscere il valore del lavoro svolto e motivare il praticante, facendogli percepire il percorso come una tappa professionale.

Meritocrazia Italia chiede di puntare sui giovani, su chi è capace di idee nuove, energie pulite, visione e passione. Ogni politica giovanile debba fondarsi su fiducia e concretezza. I giovani non devono essere un problema da gestire, ma la risorsa da cui ripartire.



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