Ridurre i consumi, valorizzare le risorse e trasformare gli sprechi in opportunità: oggi nei caseifici l’efficienza è una delle chiavi della sostenibilità. Mentre il comparto lattiero-caseario continua a confrontarsi con le sfide ambientali, molte aziende stanno adottando tecnologie innovative per diminuire l’impatto dei processi produttivi.
L’impronta ambientale
La lavorazione del latte è un’attività ad alta intensità energetica e idrica: basti pensare al riscaldamento e al raffreddamento del prodotto, alla pulizia degli impianti, alla movimentazione delle materie prime e dei sottoprodotti. Passaggi che richiedono alti consumi di risorse. Ottimizzarli significa non solo ridurre i costi, ma anche alleggerire l’impronta ambientale. Tra le soluzioni più diffuse, soprattutto nel Nord Italia, ci sono gli impianti fotovoltaici installati sui tetti dei caseifici. Oltre a coprire una parte significativa del fabbisogno energetico, permettono di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili. Alcune aziende sono riuscite a coprire fino al 40% del proprio consumo attraverso l’autoproduzione, integrando il fotovoltaico con sistemi di accumulo che permettono di sfruttarne l’energia anche nelle ore serali.
Altra area cruciale è quella legata all’uso dell’acqua, risorsa indispensabile in ogni fase del processo caseario. Per questo motivo, sempre più aziende stanno implementando sistemi di recupero dell’acqua di raffreddamento che, una volta filtrata, può essere riutilizzata per la pulizia interna degli impianti o per l’irrigazione esterna. Anche il calore prodotto durante le fasi di pastorizzazione può essere recuperato grazie a scambiatori termici, che permettono di pre-riscaldare altra acqua in entrata, riducendo i consumi complessivi.
Meno consumo per litro di latte
Accanto agli investimenti strutturali, si lavora anche sull’ottimizzazione dei cicli produttivi. Grazie all’analisi dei dati e a software gestionali integrati, è possibile regolare con precisione i tempi e i flussi di lavoro, minimizzando le dispersioni. In alcune realtà, l’adozione di impianti di nuova generazione ha consentito di abbattere il consumo specifico per ogni litro di latte lavorato di oltre il 20%. Un ulteriore fronte d’azione è la valorizzazione dei sottoprodotti. Il siero, ad esempio, oltre a essere destinato alla produzione alimentare o zootecnica, può essere trattato per estrarre lattosio o utilizzato in impianti di cogenerazione. In questo modo, il caseificio non è più un puro consumatore, ma diventa parallelamente anche un produttore di energia e materia.
Infine, l’efficienza passa anche dalla formazione del personale. In molte aziende, l’introduzione di pratiche sostenibili è accompagnata da programmi interni di sensibilizzazione e aggiornamento, che rendono il cambiamento un processo condiviso. La strada verso una filiera più sostenibile passa dalla concretezza delle buone pratiche. E l’ottimizzazione delle risorse, nei caseifici, è già oggi un terreno fertile per innovazione, responsabilità e futuro.
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